Capitolo ventinove, prima parte.

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Sono le cinque del mattino e purtroppo dobbiamo svegliarci. Durante la notte Jade è stata in camera mia perché non riuscivamo a dormire, eravamo troppo eccitate di andare agli American Music Awards.
La sera prima avevo fatto la valigia: avevo messo il vestito, i trucchi, le scarpe, un altro vestito meno appariscente e dei vestiti comodi. Quella mattina dopo essermi lavata mi vestii subito e optai per una larga felpa, un paio di jeans e vans, inutile dire che avevo i capelli che erano andati completamente a quel paese, perciò mi pettinai per avere un aspetto almeno più decente.

Con la faccia da cadavere che avevo, indossai i miei occhiali da sole e scesi di sotto con la valigia. Piano piano si svegliarono tutti e stavano messi peggio di me, soprattutto Matthew, che era andato a sbattere ad ogni angolo della casa.
"Buongiorno!" urlò Shawn.
"Shawn ti dispiace non urlare? Sai sono le cinque", risposi massaggiandomi l'orecchio destro.
"Oh scusami, è che sono troppo felice!" ribatté lui, prendendomi in braccio e facendomi girare.
"Abbiamo perso Shawn, gente", intervenne Nash e scoppiammo tutti in una risata.
L'ultima a svegliarsi è stata Jade, che dopo essersi preparata, finalmente salimmo in una macchina che non conoscevo, con dentro già un signore, seduto al posto del guidatore, dev'essere l'autista dei ragazzi.
"Si parte gente!" dissero Nash e Cameron all'unisono.
"Scusate ma appena arrivati, dove diavolo andiamo?" domandò Aaron.
"Andremo in un hotel", rispose svogliato Nash.
"Si certo, come se ci fossero stanze disponibili, soprattutto oggi! Dovevamo prenotare prima"
"Ragazzi non è un problema, possiamo andare a casa mia. Insomma, adesso solo dei miei genitori, ma possiamo comunque andarci. Giusto per cambiarci e per darci una sistemata, sempre se riusciamo ad entrare tutti, certo", risposi.
"Perfetto. Tanto poi finito l'after ripartiamo subito, no?" chiese di nuovo Aaron.
"Penso di si", rispose Cameron, che era in braccio a me. Quanto pesa!

Dopo un'ora arrivammo all'aeroporto, dove c'era qualche fan che chiedeva una foto, facemmo subito il check-in e ci imbarcammo. "Secondo i miei calcoli, essendo in prima classe e dato che non c'è nessun altro se non voi, io posso sdraiarmi, addio perdenti", disse Nash, che occupò tre sedili sdraiandosi a pancia in sotto.
"No che figo, pure io", rispose Taylor ridendo.
"Ragazzi vi rendete conto che incontreremo gente famosa? Più che altro parlo a voi, Alison e Bethany! Dio santo, non sto nella pelle", disse Jade e alzai gli occhi al cielo: questa ragazza inizia a farsi i film mentali e non voglio ascoltarli, anche perché conoscendola potrebbe uscirsene con cose vietate ai minori di 15 anni, così misi le cuffiette alle orecchie, facendo partire Lego house del mio amato Ed, e mi addormentai.

***

Ore cinque e mezzo del pomeriggio. Siamo arrivati in ritardo, solo perché abbiamo fatto uno scalo. Viaggiare in aereo è straziante, ma eccoci finalmente a Los Angeles, mi è mancata tanto.
Per arrivare a casa dei miei, prendemmo un taxi e sarà un'ora di viaggio, e per le sette dovremmo stare al Nokia Theater. Dobbiamo sbrigarci.

***

"Ragazzi ciao, entrate pure", ci salutò mia madre, accogliendo tutti noi e mi guardai intorno... mi è mancata la mia vecchia casa.
"Grazie mille signora Grier, il tempo di prepararci e corriamo via", disse Carter velocemente. Salii di corsa le scale con la valigia per andare nella mia vecchia camera, la aprii velocemente e tirai fuori i trucchi, mettendo il mio solito l'eyeliner nero, rossetto rosso acceso, blush, mi stirai velocemente i capelli ed ero pronta. Indossai il vestito e le scarpe e non sembravo nemmeno io.
"Okay, Alison sei uno schianto", mi disse Jade, che stava indossando il suo vestito rosso.
Sorrisi semplicemente, non riesco ad accettare i complimenti e quando me li fanno mi sento in imbarazzo. "Ragazze sono le quasi le sette, muovetevi! Mancate solo voi", urlò Taylor per farsi sentire e appena finito, scendemmo le scale e avevamo tutti gli occhi su di noi.

Mi avvicinai a Cameron. "Che ne dici? Il mio look è giusto?" gli domandai e lui annuì con mezzo sorrisetto. Si avvicinò per baciarmi, ma gli misi un dito sulle labbra.
"Cam ho il rossetto, quindi no", dissi e mi guardò stupito.
"Va bene! Però leggero", cambiai idea e gli diedi un bacio a fior di labbra.
Salutammo e ringraziammo tutti i miei genitori e uscimmo. Eravamo divisi in due macchine diverse e arrivammo davanti al Nokia Theater dopo qualche minuto.
"Sei nervosa?" domandò Cameron.
"Un pochino... va bene, tanto! Che devo fare? Non so come comportarmi", risposi in preda all'agitazione, così Cam mi prese la mano e la strinse per trasmettermi sicurezza.
"Tranquilla andrà bene. Devi stare vicino a me, sorridere e rispondere ai paparazzi, ce ne sono molti. E ricordati di essere sempre te stessa", concluse sorridendomi.
"D'accordo, andiamo", risposi decisa scendendo dalla grande macchina nera.

C'erano un sacco di persone famose, tante fan e tanti paparazzi. Iniziammo a cammirare sul famoso tappeto rosso, per entrare. Ci scattavano un sacco di foto, perciò dovevamo avere il sorriso sempre stampato in faccia.
Improvvisamente un gruppo di paparazzi ci si piazzò davanti.
"Salve, sono Kaitlin, giornalista di Teen Now e sono qui con Cameron Dallas e la sua ragazza. Abbiamo delle domande per voi", disse la giornalista.
"Certo", rispose Cam sorridendo alle telecamere.
"La prima è..." e cominciò a fare domande sul tour dei magcon, sui loro studi ecc.

Poi fece domande rigurdanti me e Cam, del tipo 'come vi siete conosciuti?' 'Da quanto tempo state insieme' e robe così. Dopo venti minuti buoni a rispondere a questa tizia, finalmente entrammo.

Il migliore amico di mio fratello || Cameron Dallas.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora