24 ⋆ Have A Little Faith In Me

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«Lydia, che succede? Chi è?»

«E'... è C-Callum...»


Jon rimase immobile a fissare il viso pallido e atterrito di Lydia, che continuava a guardare lo schermo del suo cellulare con occhi enormi.

Aveva sentito bene? Aveva davvero detto... Callum? Quello schifoso maiale aveva ancora il coraggio di contattarla, dopo quello che aveva cercato di farle in quel vicolo buio? Non gli era bastata la lezione che Jon gli aveva impartito? Oh, avrebbe dovuto spaccargli la faccia e non solo il naso. Che cosa voleva da Lydia? Non gli avrebbe permesso di avvicinarsi a lei ancora una volta e di sfiorarla neanche solo con un dito.

Perso in quelle considerazioni, Jon sentì una rabbia incontrollabile gonfiargli il petto ed ogni muscolo del suo corpo irrigidirsi, ma riuscì a tornare in sé quando vide Lydia vacillare su gambe tremanti; scattò in avanti e l'afferrò al volo, prima che cadesse a terra e rischiasse di farsi del male.

«Merda...» mormorò, stringendola a sé «Vieni.» la sollevò senza sforzo alcuno e la fece sedere sul divano.

Lydia si appallottolò immediatamente su se stessa: tremava come una foglia in balia di una tempesta. Jon si passò nervosamente una mano tra i capelli e sbuffò, sedendolesi accanto.

«Che cosa vuole?» domandò e, anche se non avrebbe proprio voluto, la sua voce uscì dura e seccata e Lydia chiuse gli occhi, stringendo le gambe contro il petto, senza rispondere «Lydia?»

Jon sentì la rabbia continuare a crescere e scorrere corrosiva nelle sue vene; sollevò una mano e le mise due dita sotto il mento, costringendola ad alzare il viso: i suoi occhi erano già rossi e lucidi.

«Che cosa ti ha scritto?» chiese e, questa volta, la sua voce fu più gentile, sebbene il suo sguardo non riuscisse a nascondere l'ira latente che lo stava velocemente consumando dall'interno.

Lydia deglutì e respirò lentamente.

«Vuole... vuole incontrarmi.» mormorò infine.

Jon spalancò gli occhi, mentre un dolore sordo gli si allargava nel petto.

«Cosa?» sibilò «Perché? Perché ora, dopo una settimana? Che ti ha scritto? Fammi leggere.»

Prima che lei potesse anche solo provare a protestare, Dean le aveva strappato via il telefono dalle mani e aveva letto il messaggio: c'era una foto di una borsa, allegata ad esso.

Call: Hey, dolce puttanella, non ti manca qualcosa? A me mancano molto le tue labbra, il tuo corpo... Dio, mi manca tutto di te. Ma che fine hai fatto? Mi dispiace per quello che è successo, credo ci sia stato un malinteso. Ero ubriaco e fatto ed io... lo sai che non ti farei mai del male, vero dolcezza? Incontriamoci domani sera al TDN e ti spiegherò tutto. Possiamo sistemare le cose, non deve andare per forza così. Torna da me, ti aspetto. Mi manchi così tanto...

Jon rilesse il messaggio più e più volte ed ad ogni rilettura la sua mano si stringeva di più attorno al cellulare, con una forza tale da fargli tremare l'intero braccio. Dovette aprire le dita e lasciarlo scivolare sul divano, altrimenti avrebbe rischiato di romperlo in mille pezzi. Non disse nulla, rimase in silenzio a fissare un punto indefinito, senza vederlo davvero; i suoi occhi erano ciechi ed inespressivi e quando Lydia, lentamente, alzò il viso per poterlo guardare, ne ebbe quasi paura.

Non lo aveva mai visto con un'espressione tanto furiosa.

Cercando di riprendere il controllo delle proprie emozioni, Lydia sollevò una mano tremante per potergliela poggiare su di una coscia e catturare la sua attenzione.

𝐀𝐧𝐲𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠 𝐛𝐮𝐭 𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora