28 ⋆ Something Made Your Eyes So Cold

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Jon era rimasto in silenzio durante tutta la colazione e Lydia non aveva proprio avuto il coraggio di parlare.

Perché diavolo aveva dovuto dirgli quelle frasi? Come le era venuto in mente? Le cose tra di loro stavano andando bene... anzi, a dire il vero, stavano andando alla grande. Lydia non conosceva Jonathan Good da molto tempo – facendo un calcolo veloce, erano passate meno di due settimane da che lui l'aveva salvata da Callum -, eppure si sentiva legata a lui come se avessero trascorso una vita insieme.

E questo la spaventava a morte.

Ecco perché aveva voluto allontanarlo, aveva dovuto farlo, per il bene di entrambi.

La loro non era una relazione sana e genuina, probabilmente non lo sarebbe mai stata. Diamine! Lui l'aveva raccolta dalla strada come un cucciolo smarrito e lei non aveva fatto altro che approfittare della sua gentilezza, senza potergli dare molto in cambio.

E poi, c'era la questione della sua memoria, che ancora faticava a tornare: se all'inizio Lydia aveva pensato ad una conseguenza temporanea della ferita che aveva riportato alla testa, ora cominciava ad essere seriamente preoccupata che dopo ben dieci, lunghi giorni non riuscisse a ricordare che poche immagini e momenti indistinti del suo passato. Come poteva tutta quella situazione portare a qualcosa di buono? Come potevano loro due illudersi di riuscire a costruire qualcosa di più? Non sarebbe mai stato così ed era meglio se entrambi cominciavano a scendere a patti con la realtà, perché più a lungo avrebbero vissuto in quel limbo di incertezze e false aspettative, più avrebbero sofferto dopo.

Non che Lydia non volesse trascorrere la sua vita accanto a Dean Ambrose, sia chiaro: insomma, quale ragazza sana di mente non lo avrebbe desiderato? Ma sapeva anche distinguere i sogni, le fantasie e i desideri dal mondo reale: lei e Jon non avrebbero mai potuto vivere insieme. Lei non sarebbe mai stata quel tipo di ragazza che a lui serviva, qualcuno che fosse la sua luce e che portasse colore nel suo mondo tinto di buio. A Dean Ambrose serviva una ragazza che gli facesse dimenticare il suo passato e portasse fuori il meglio di lui, non una ragazza che aveva dimenticato il proprio, di passato, e che non faceva altro che cacciarsi nei guai.

E poi, a dire il vero, i flash che si illuminavano nella sua mente non erano granché piacevoli. Non ne aveva mai parlato con lui, non ne aveva proprio avuto il coraggio, ma qualche informazione su se stessa aveva cominciato a raccoglierla: era stata fidanzata (fidanzata? In una tresca? Impicciata?) con uno spacciatore, che accompagnava persino in vicoli bui e malfamati per vendere le dosi giornaliere; non aveva una casa, o almeno questo era quello che continuava a ripetersi e ciò che anche Callum, quasi con tono derisorio, le aveva ribadito; doveva vivere con lui oppure in quella macchina sgangherata, con il panno interno del tettuccio spillato alla copertura, che spesso vedeva nei suoi sogni... o meglio, incubi; e poi, era successo qualcosa ai suoi genitori, ma Callum non le aveva detto cosa. Ma una delle sue ultime frasi continuava a girarle per la testa, portandola vicina ad una crisi di pianto isterica ogni volta che le sue parole le rimbombavano nelle orecchie.

"Mi avevano avvertito che tutti quelli attorno a te finiscono col morire. Sei dannata, Lydia... dannata..."

E quella maledetta parola, dannata, continuava a girarle per la testa, facendole venire la nausea.

Non erano bei ricordi. Non erano ricordi felice. Ed era sicura che, una volta recuperata la memoria, le cose sarebbero andate anche peggio di così. Era per questo che doveva allontanarsi da Jon, mettere tra di loro le giuste distanze.

Lydia era distrutta dentro e Jonathan Good non avrebbe potuto fare niente per aggiustarla.

Perché lei avrebbe portato lui giù con sé, nella sua dannazione e nel suo dolore.

𝐀𝐧𝐲𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠 𝐛𝐮𝐭 𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora