11 ⋆ Trying Not To Get Caught Up

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«Ultima possibilità: sei sicura di non voler venire con noi?»

Lydia, già appallottolata sul divano, si girò a guardare Dean e scosse la testa.

«No, grazie: voi andate e divertitevi.» rispose, sventolando la mano in segno di saluto.

«Per qualsiasi cosa...»

«Sì, lo so: vi chiamo. Ho i vostri numeri, ora andate, su!» rise lei, tornando a guardare la televisione.

«Incredibile...» sentì Roman mormorare, mentre uscivano di casa «Sta vivendo con lo SHIELD e resta dentro casa il venerdì sera per guardare SmackDown. E' proprio una fan, non c'è che dire.»

La porta si chiuse e Lydia ridacchiò, sprofondando di più nel divano e mettendosi comoda.

Dean, Seth e Roman erano andati al "The Discordant Note", ma lei aveva deciso di rimanere a casa. Quando le avevano chiesto se era a causa del posto, proponendo tra l'altro anche di andare da un'altra parte, se la cosa poteva farle cambiare idea, lei aveva negato, dicendo che era semplicemente stanca per l'allenamento.

E poi, era pur sempre venerdì sera e SmackDown andava in onda.

Se doveva essere sincera, loro ci avevano visto giusto: non era voluta andarci principalmente perché aveva paura... l'ultima volta che era tornata in quel locale, aveva avuto una crisi di nervi, mentre i ricordi la colpivano confusi, uno dopo l'altro, facendola stare male. Non era pronta a rivivere quell'esperienza, nemmeno con i tre membri dello Shield a farle... beh, da scudo.

Così, dopo essersi fatta la doccia, si era fatta prestare un paio di pantaloni di una tuta da Seth – prima o poi avrebbe dovuto rimediare a quella sua mancanza di vestiti, anche se non sapeva proprio come – e una felpa da Dean e si era appallottolata sul divano, telecomando alla mano.

Il profumo dei loro vestiti era quasi intossicante e riusciva a sentirlo ad ogni minimo movimento.

SmackDown non era ancora iniziato, così Lydia prestò poca attenzione al televisore e si guardò intorno, sentendo lo stomaco contorcersi in un nodo di emozioni: ancora non riusciva a credere di essere a casa del vero Dean Ambrose. Ed ora, insieme al vero Seth Rollins e al vero Roman Reigns.

Le sembrava tutto un sogno stranissimo.

Un incubo, da una parte, quando ricordava di aver perso la memoria.

Ma un sogno, quando pensava alla fortuna sfacciata che aveva avuto nell'incontrare proprio loro tre, come suoi angeli custodi.

Sì, loro erano il suo Shield, ora.

Lydia ridacchiò e nascose il viso tra le mani, scuotendo il capo con un gridolino eccitato.

Fu solo quando riaprì gli occhi che notò che Dean, in salotto, aveva un pianoforte. Non si era mai soffermata a guardare l'appartamento di Dean nei minimi dettagli – non che ne avesse mai avuto davvero il tempo, in fondo erano stati quattro giorni intensi – ma la sorprese parecchio vedere lo strumento musicale lì, poco distante dal tavolo. Abbassò il volume della televisione e si alzò, andandosi a sedere sulla morbida panchina del pianoforte; alzò il coperchio di legno e rivelò i tasti bianchi e neri. Quasi timidamente, ne schiacciò uno: suonava.

Le sue mani si mossero istintivamente sulla tastiera e cominciò a suonare.

***

«Acc... ragazzi, aspettate.»

Jon e Joe si girarono a lanciare uno sguardo perplesso a Colby, che si era fermato dietro di loro.

« Ho dimenticato il cellulare in casa, voi andate pure avanti io vi raggiungo subito!»

𝐀𝐧𝐲𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠 𝐛𝐮𝐭 𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora