25 ⋆ Just To Feel The Danger

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«Prometto di prendermi cura di te come ho sempre fatto dopo che i tuoi genitori...»

Lydia non riuscì a sentire le successive parole di Callum, perché il volume della musica sembrava essere aumentato all'improvviso, impedendole di carpire altro. Mentre lo fissava ancora con occhi enormi, desiderosa di sapere di più, Call, senza togliere le mani dai braccioli della sedia e continuando a tenerla intrappolata tra il suo corpo teso verso di lei e lo schienale, girò il capo per lanciare un'occhiata al locale al di sopra della spalla destra.

«Abbiamo scelto proprio la serata peggiore...» mormorò tra sé e sé, mentre la pista da ballo si riempiva di luci intermittenti, fumo denso come nebbia e schiuma.

Callum si voltò nuovamente verso la ragazza e le mostrò un sorrisino accondiscendente; le disse qualcosa, ma Lydia non riuscì a capirlo, così scosse la testa e si indicò l'orecchio, come a comunicargli che c'era troppo casino. Callum si abbassò di più verso di lei e le mormorò direttamente nell'orecchio.

«Qui sta diventando una bolgia, meglio uscire un po' se vogliamo finire il nostro discorso.»

Lydia deglutì e spalancò nuovamente gli occhi, mentre lui, finalmente, si allontanava e le porgeva una mano, indicando l'uscita più vicina con un cenno del capo.

Una parte di lei le stava urlando di non accettare e di tornarsene immediatamente da Dean Ambrose e gli altri membri dello SHIELD. Ma un'altra parte, quella più profonda ed emozionale, voleva saperne di più di lei e del suo passato.

"Dopo che i tuoi genitori..." aveva detto Callum poco prima.

Che cosa era successo ai suoi genitori?

Aveva bisogno di saperlo.

Lydia alzò furtivamente lo sguardo verso il punto dove sapeva esserci Jon, Colby e Joe, ma non riuscì a vederli: c'era troppa confusione e con la schiuma e il fumo era impossibile vedere ad un palmo dal proprio naso.

Che cosa doveva fare?

«Avanti, tesoro, andiamo fuori. Ti ho riportato anche la tua macchina, immagino tu la rivoglia indietro.»

Quella fu la scintilla che la fece scattare.

Lydia riportò l'attenzione su Callum, che ora le stava mostrando un sorriso gentile, poi annuì debolmente e poggiò la mano su quella che il ragazzo le stava offrendo. Le sue dita tozze si strinsero attorno a quelle delicate della ragazza e, senza sforzo alcuno, Call la tirò su, guidandola poi fuori dal locale.

Jon si sarebbe arrabbiato, questo era certo... ma Lydia sperava che avrebbe capito le sue ragioni.

***

«Ma che cazzo sta succedendo?!»

Il locale fu presto pieno di fumo e schiuma ovunque e i corpi che danzavano scatenati sulla pista da ballo erano l'unica cosa che Jon riusciva a vedere.

Finalmente, anche Colby e Joe cominciarono a mostrare i primi segni di insofferenza, specialmente quando un gruppo di ragazze si mise a ballare vicino a loro, impendendogli di vedere il tavolo dove Lydia e Callum erano seduti.

Jon scattò in piedi, cercando di guardare oltre quella marea scatenata di testoline che ondeggiavano di fronte a lui, ma con tutto quel fumo artificiale era difficile persino distinguere i volti di Roman e Seth, figuriamoci se riusciva ad intravedere anche solo l'ombra di Lydia.

«Maledizione!» urlò, sempre più ansioso «Vaffanculo! Non riesco più a vederli! Lo sapevo che questa era un'idea del cazzo!»

Senza pensarci su due volte, Jon si infilò in mezzo alla folla scatenata e l'attraversò a forza di gomitate e spintoni, meritandosi per questo più di una parolaccia e persino qualche minaccia. Quando un ragazzone lo fermò per una spalla, costringendolo a voltarsi, Jon aveva sul viso un'espressione così arrabbiata e pericolosa, che quello desistette immediatamente dal suo intento litigioso e tornò a confondersi tra la folla con la coda tra le gambe.

𝐀𝐧𝐲𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠 𝐛𝐮𝐭 𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora