27 ⋆ Scars From The Stormy End

3.8K 148 22
                                    

Quando Lydia riaprì gli occhi, la mattina dopo, si sentì riposata e pronta ad affrontare qualsiasi sfida il mondo avesse in serbo per lei. Il sole entrava morbidamente attraverso le fessure delle serrande e un venticello leggero si introduceva nella stanza dallo spiraglio della finestra lasciata socchiusa.

Lydia si stiracchiò piano, il suo corpo premuto contro quello di Dean Ambrose che, accanto a lei, dormiva ancora, un braccio che le stringeva teneramente la vita. Sollevando lo sguardo, Lydia osservò il suo viso rilassato e ammirò il modo in cui i capelli biondi si sparpagliavano sulla sua fronte e sulle sue guance, morbide ciocche color del miele dove il sole lo baciava quasi con timida devozione; le labbra imbronciate si schiudevano regolarmente ogni qual volta lui lasciava andare un respiro silenzioso; la sua pelle dorata emanava un calore piacevole contro il suo corpo, per non parlare del suo odore, dolce ed intenso, profumo di maschio e di sesso.

Più lo guardava, più Lydia era convinta che Jon non fosse reale: era di una perfezione divina, con il suo corpo atletico, i riccioli biondi, le braccia forti, la pelle abbronzata... sì, sembrava proprio un Dio proveniente direttamente dall'antica Grecia.

Rimase ad osservarlo per quelle che le parvero ore, godendo del calore confortevole del suo corpo e del senso di protezione assoluta che solo lui era in grado di donarle. Poi, piano, stando ben attenta a non svegliarlo, riuscì a scivolare via dalla sua presa. Senza fare rumore, prese la canottiera bianca che aveva indossato lui la sera prima e se la infilò, per poi sgusciare fuori dalla stanza.

Dopo essersi fatta una doccia veloce, Lydia aveva asciugato brevemente i capelli e poi, ancora umidi, li aveva raccolti in uno chignon dietro la nuca: anche se l'inverno era ormai alle porte, casa di Dean era molto calda, quindi non si sarebbe di certo beccata un malanno. Si infilò un paio di mutandine nuove e poi, quasi con una punta di malizia, reindossò la canottiera bianca di Jon, sprofondando nell'odore inebriante della sua pelle che aveva impregnato l'indumento.

Spostandosi in salotto, notò la borsetta che Seth aveva recuperato per lei la sera prima, ma la lasciò sul divano dove Jon l'aveva lanciata, decidendo che l'avrebbe affrontata solo quando lui sarebbe stato sveglio e al suo fianco. Prese il cellulare dal tavolo e notò di avere un messaggio: Seth Rollins.

Sethie: Volevo solo assicurarmi che tu stessi bene, sweetheart. Chiamami appena puoi.

Lydia sorrise tra sé e sé: c'era sempre qualcosa che le scaldava il cuore, quando Seth dimostrava la sua preoccupazione nei suoi confronti. Non avrebbe saputo spiegare cosa, ma non poteva negare che tutte le sue attenzioni le facessero particolarmente piacere.

Era così tanto egoistico e orribile, da parte sua, sentirsi bene per essere al centro dell'attenzione sia di Dean Ambrose che di Seth Rollins? Sentirsi felice e appagata dal fatto che entrambi ci tenessero così tanto a lei, la rendeva una brutta persona? Beh, non sarebbe di certo stata una sorpresa, considerando quello che stava lentamente imparando su se stessa.

Lydia scosse il capo e scacciò via quei pensieri dalla sua mente. Erano le dieci del mattino... chissà se Seth era già sveglio.

Compose il numero senza pensarci troppo e avvicinò il cellulare all'orecchio. Qualcuno rispose dopo il terzo squillo, ma non era Seth Rollins.

«Pronto?» era una voce argentina e femminile, probabilmente Leighla.

Eccolo il motivo per cui Lydia si sentiva ancora più orribile dal fatto di provare qualcosa per le attenzioni di Seth Rollins. Lui aveva una ragazza.

«Ehm... ciao... ce-cercavo Se... Colby!» si corresse, maledicendosi per aver farfugliato – perché mai, poi? Si schiarì la voce, cercando di calmarsi «Cercavo Colby.» ripeté.

𝐀𝐧𝐲𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠 𝐛𝐮𝐭 𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora