Era in piedi, a pochi centimetri dall'ingresso che portava sulla rampa e poi dritta verso il ring. Si stava nervosamente torcendo le mani in grembo. I palmi sudavano, i denti torturavano il labbro inferiore senza tregua. Nemmeno notava la gente frenetica che continuava a sfrecciarle attorno: i suoi occhi erano fissi sul grande schermo appeso ad una colonna, in attesa.
Lo SHIELD Summit.
Il momento del confronto.
Il momento della verità.
Dean e Roman erano già al centro del ring. Quando era arrivata in arena, Jon non l'aveva degnata nemmeno di uno sguardo, figuriamoci di una singola parola. L'aveva ignorata, come se lei non fosse nemmeno lì. Quando le era passato accanto, per dirigersi verso il ring, non l'aveva sfiorata neanche per sbaglio. Solo Joe, che le aveva lasciato una carezza d'incoraggiamento sulla testa, le aveva dato la certezza di non essere solo un fantasma.
«Possiamo sopportare di venire sconfitti e malmenati.» cominciò Ambrose, facendole battere il cuore nel petto.
La sua voce... le era mancata terribilmente.
Era arrabbiato... furioso. Poteva dirlo dal modo in cui i muscoli delle sue braccia erano gonfi, dal modo in cui stringeva il microfono tra le dita lunghe, dal modo in cui la sua voce diventava più roca sulle parole a cui voleva imprimere più importanza.
«Possiamo sopportare il dolore, possiamo sopportare la sofferenza fisica, non abbiamo problemi con quelli. Eppure, non so come la pensi tu, Roman... ma c'è solo una cosa che proprio non riesco a sopportare.» Fece una pausa e i suoi occhi brillarono iracondi. «Una cosa che non posso tollerare, una cosa che mi tiene sveglio la notte. E quella cosa è sentirmi dire bugie da una persona di cui io mi fido».
Lydia sussultò: il dolore a quell'affermazione era stato quasi fisico.
Non stava parlando di Seth, no... stava parlando di lei.
Roman gli lanciò uno sguardo strano: chi non avesse saputo, lo avrebbe scambiato per un'occhiata di intesa, ma Lydia riuscì a leggervi dentro il sottile avvertimento a non oltrepassare certi limiti.
Dean dovette recepire il messaggio, perché serrò la mascella ed aggiustò il tiro delle sue successive parole, puntando le frecce delle sue accuse verso il vero motivo per cui erano su quel ring.
«E a me sembra che ci siano state dette bugie per gli ultimi diciotto mesi. Io credevo che noi dello SHIELD ci guardassimo le spalle... ma, evidentemente, Seth Rollins non guardava le nostre, a RAW, perché CI HA ABBANDONATI NEL BEL MEZZO DELLA GUERRA!» ringhiò, sputando fuori tutta la sua rabbia.
Prese un paio di respiri profondi, cercando di calmarsi, prima di riprendere a parlare. «Non siamo proprio dell'umore giusto per chiacchierare ma, Seth Rollins, sappiamo che sei qui, dato che hai richiesto questa piccola riunione, allora perché non vieni fuori e ci dici quello che hai da dire? E dimmi qualcosa, raccontami una storia, dimmi un'altra bugia, trova una nuova scusa... qualsiasi cosa. DOPO TUTTE LE GUERRE CHE ABBIAMO AFFRONTATO INSIEME!! Ti conviene venire fuori e darci una spiegazione, prima che questa guerra abbia inizio e...» Si avvicinò a Roman, che se ne stava fermo, in mezzo al ring, un nervo teso che gli tremava sulla guancia, le mani serrate attorno alla cintola dei pantaloni. «A giudicare dall'espressione sul volto di Roman, hai circa trenta secondi».
Lydia deglutì, il corpo tremava senza che riuscisse a controllarlo.
Aveva ascoltato tutto il discorso di Dean, certo che lo aveva fatto. Ma il suo cuore era rimasto indietro, a quella sola frase che era stata in grado di ferirle l'anima nel profondo.
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𝐀𝐧𝐲𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠 𝐛𝐮𝐭 𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐲
FanfictionQuando Jon salva una ragazza dall'essere stuprata, non sa che la sua vita è destinata a subire una svolta e a legarsi a quella di lei per sempre. Quello che proprio non si aspetta, poi, è che la mattina dopo la ragazza misteriosa non ricordi più nul...