42 ⋆ Nightmare Dressed Like A Daydream (Part I)

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«Passo così tanto tempo con voi, che a volte dimentico che siete i cattivi, in tutta questa storia.»

Lo schermo piatto appeso al muro dello spogliatoio dello SHIELD stava trasmettendo un'anteprima dei match di TLC e quello dei mastini della giustizia contro il Best in the World aveva appena ricordato a Lydia che si trovava nel lato oscuro.

Beh, per lo meno avevano i biscotti... e non solo quelli.

Lydia era sempre stata una fan di CM Punk – e non lo aveva mai nascosto – e lui le piaceva come persona... ma anche se rappresentava il bene e il giusto in tutta quella faccenda, lei non poteva che tifare per i suoi ragazzi.

Colby le lanciò uno sguardo scettico dalla panchina, mentre recuperava i guanti da dentro il borsone e li poggiava accanto a sé, senza tuttavia indossarli. «Noi non siamo affatto i cattivi!» protestò, sollevando un sopracciglio.

Lydia si voltò a guardarlo, riflettendo la sua medesima espressione, solo con un copiglio che sembrava voler dire "ma davvero?". «Chi è che va tre contro uno a TLC?» replicò retoricamente.

«Hey, quelli sono ordini dall'alto, baby girl.» ribatté Joe, stringendosi nelle spalle come a dire che tutto ciò non dipendesse affatto da loro.

«Ordini dall'alto...» bofonchiò Lydia contrariata, la piccola fan che era in lei protestò molto più rumorosamente di così «Ordini che voi seguite ciecamente, da bravi cagnolini. Mastini... tsè.» scosse il capo, incrociando le braccia al petto mentre riportava lo sguardo sullo schermo: RAW sarebbe iniziato tra meno di un'ora e il promo che era in onda le rammentò come l'episodio odierno fosse quello dedicato agli Slammy Awards: lo SHIELD aveva già vinto in parecchie categorie minori, presentate solo sul web, come FAZIONE DELL'ANNO, MOSSA DELL'ANNO (la Spear di Roman), HASHTAG dell'anno, con #BelieveInTheSHIELD e come ESORDIENTI DELL'ANNO. Quattro statuette d'oro, infatti, già brillavano sul tavolo alla sinistra del divano sul quale Lydia era seduta.

Solo quando avvertì tre paia d'occhi fissarla intensamente e sentì l'aria nella stanza farsi improvvisamente densa, si rese conto di non aver solo pensato l'ultima frase, ma di averla pronunciata. Ad alta voce. E loro l'avevano sentita.

Ops.

«Come, scusa?» sibilò Jon, osservandola con un cipiglio a metà tra il curioso ed il contrariato. «Ma di che diavolo stai parlando?» sbottò poi, tirandosi su dalla sedia con un gesto molto fluido, che ricordava quello compiuto dai leopardi prima di attaccare una preda, e scivolando di fronte a lei. La guardò dall'alto, incrociando al petto le braccia già gonfie per via del riscaldamento che aveva concluso poco prima. Lydia alzò gli occhi sul suo volto serio, un sopracciglio biondo sollevato.

«No, beh... ecco, io...» balbettò, cercando un modo per cavarsi d'impaccio e maledicendo mentalmente la sua stupida boccaccia per non essere mai in grado di rimanersene chiusa quando era il momento adatto.

«Credi forse che, singolarmente, noi non saremmo in grado di sconfiggere il tuo adorato CM Punk?» la sfidò, chinando appena il capo.

«No, non ho detto questo. Io...»

«Credi forse che io, singolarmente, non sarei in grado di sconfiggerlo?» la incalzò, interrompendola.

«N-No, certo che no... anche se la settimana scorsa...» provò a difendersi Lydia, ma si azzittì di nuovo quando notò gli occhi di Jon farsi ancora più scuri e severi. Deglutì, rendendosi conto che si stava solo scavando la fossa da sola.

«La settimana scorsa... cosa, Sunshine?» mormorò, stringendo le palpebre che andarono ad intrappolare le sue iridi ora pericolosamente luminose «La settimana scorsa mi ha battuto? E' questo che volevi dire? Su, avanti: fallo. Dillo.» la provocò, serrando la mascella.

𝐀𝐧𝐲𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠 𝐛𝐮𝐭 𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora