6 ⋆ Look For The Girl With The Broken Smile

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« Dean... chi sono io? »

La frase aleggiò nel silenzio della cucina per lunghi minuti.

Jon spalancò lentamente gli occhi, l'espressione del suo volto ora atterrita.

« Che cosa hai detto? » sussurrò dopo un po', incapace di dare un senso a quelle parole.

In realtà, aveva capito benissimo, ma sperava di aver male interpretato.

DOVEVA aver mal interpretato.

La ragazza si portò i capelli dietro l'orecchio e abbassò lo sguardo, sentendosi improvvisamente a disagio.

« Chi sono io? » ripeté semplicemente, con un mormorio basso ed incerto.

Dannazione.

« Ma di che diavolo stai parlando? » le chiese con cautela, riservandole una lunga occhiata inquisitoria.

Lei corrugò la fronte e si girò a guardarlo perplessa. « In che senso? » domandò a sua volta, non capendo.

Il suo corpo si mosse da solo, senza che lui nemmeno se ne rendesse conto: si alzò di scatto dallo sgabello e l'afferrò per le spalle. « Nell'unico senso possibile: che diavolo significa quello che hai detto?! » ripeté lui, il tono di voce improvvisamente teso e controllato.

La ragazza spalancò gli occhi, intimorita da quella reazione, e si strinse in una spalla. « Non urlare... » disse con una vocina piccola piccola « Avevi promesso che non ti saresti arrabbiato, se te lo avessi detto. »

« Non ho mai promesso nulla del genere. » rispose Jon, ancora quel tono controllato, come se stesse cercando di trattenersi dall'esplodere  « Di-che-cosa-stai-parlando? » ripeté, scandendo le parole.

« Di che cosa vuoi che stia parlando?! » sbottò lei alla fine, rivolgendogli uno sguardo arrabbiato « Delle farfalle nel prato e del bel tempo di oggi! »

Jon la fulminò con lo sguardo. « Molto divertente. » la redarguì, serrando la mascella.

« Sono contenta che tu lo trovi divertente, Dean! Perché io non ci trovo niente di divertente! » disse lei, alzando la voce, sempre più agitata « Ti chiedo chi sono, perché è evidente che non me lo ricordo, che dici? Pensavo fossi più intelligente di così! »

Jon spalancò gli occhi e alzò le mani. « Whoa! Calmati, little fighter! Non mi sembra il caso di reagire così! »

« Non ti sembra il caso... » ribatté lei, sempre più nervosa « Mi ricordo di te, mi ricordo di tutte le cose relative al wrestling, ma non ricordo un cazzo di chi sia io! Le mie memorie si focalizzano su match e storyline ed è tutto quello che riesco a vedere scavando nella mia mente! Quindi, scusa tanto se la cosa mi mette in allarme giusto un po'!»

Jon la raggiunse e le posò entrambe le mani sulle spalle, cercando di farla calmare.

«Okay, d'accordo. » disse semplicemente, cercando di mantenere la calma per primo « Ma devi riconoscere che la cosa è assurda: come può essere possibile che tu ti ricordi solo della WWE e non della tua vita? Come faccio a credere che non mi stai prendendo semplicemente per il culo? Che non stai inscenando tutto solo per...»

« Vaffanculo, okay? » sbottò lei, scrollandoselo di dosso « Non sono così disperata da fingere una commozione cerebrale e conseguente perdita di memoria solo per attirare le attenzioni di un wrestler! Non ti sentire tanto importante, Ambrose, nessuno farebbe mai una cosa del genere per te! »

Capì di aver detto troppo dall'espressione arrabbiata che assunsero gli occhi di lui.

C'era un fuoco spaventoso, ora, in quelle iridi blu.

𝐀𝐧𝐲𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠 𝐛𝐮𝐭 𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora