« Dean... chi sono io? »
La frase aleggiò nel silenzio della cucina per lunghi minuti.
Jon spalancò lentamente gli occhi, l'espressione del suo volto ora atterrita.
« Che cosa hai detto? » sussurrò dopo un po', incapace di dare un senso a quelle parole.
In realtà, aveva capito benissimo, ma sperava di aver male interpretato.
DOVEVA aver mal interpretato.
La ragazza si portò i capelli dietro l'orecchio e abbassò lo sguardo, sentendosi improvvisamente a disagio.
« Chi sono io? » ripeté semplicemente, con un mormorio basso ed incerto.
Dannazione.
« Ma di che diavolo stai parlando? » le chiese con cautela, riservandole una lunga occhiata inquisitoria.
Lei corrugò la fronte e si girò a guardarlo perplessa. « In che senso? » domandò a sua volta, non capendo.
Il suo corpo si mosse da solo, senza che lui nemmeno se ne rendesse conto: si alzò di scatto dallo sgabello e l'afferrò per le spalle. « Nell'unico senso possibile: che diavolo significa quello che hai detto?! » ripeté lui, il tono di voce improvvisamente teso e controllato.
La ragazza spalancò gli occhi, intimorita da quella reazione, e si strinse in una spalla. « Non urlare... » disse con una vocina piccola piccola « Avevi promesso che non ti saresti arrabbiato, se te lo avessi detto. »
« Non ho mai promesso nulla del genere. » rispose Jon, ancora quel tono controllato, come se stesse cercando di trattenersi dall'esplodere « Di-che-cosa-stai-parlando? » ripeté, scandendo le parole.
« Di che cosa vuoi che stia parlando?! » sbottò lei alla fine, rivolgendogli uno sguardo arrabbiato « Delle farfalle nel prato e del bel tempo di oggi! »
Jon la fulminò con lo sguardo. « Molto divertente. » la redarguì, serrando la mascella.
« Sono contenta che tu lo trovi divertente, Dean! Perché io non ci trovo niente di divertente! » disse lei, alzando la voce, sempre più agitata « Ti chiedo chi sono, perché è evidente che non me lo ricordo, che dici? Pensavo fossi più intelligente di così! »
Jon spalancò gli occhi e alzò le mani. « Whoa! Calmati, little fighter! Non mi sembra il caso di reagire così! »
« Non ti sembra il caso... » ribatté lei, sempre più nervosa « Mi ricordo di te, mi ricordo di tutte le cose relative al wrestling, ma non ricordo un cazzo di chi sia io! Le mie memorie si focalizzano su match e storyline ed è tutto quello che riesco a vedere scavando nella mia mente! Quindi, scusa tanto se la cosa mi mette in allarme giusto un po'!»
Jon la raggiunse e le posò entrambe le mani sulle spalle, cercando di farla calmare.
«Okay, d'accordo. » disse semplicemente, cercando di mantenere la calma per primo « Ma devi riconoscere che la cosa è assurda: come può essere possibile che tu ti ricordi solo della WWE e non della tua vita? Come faccio a credere che non mi stai prendendo semplicemente per il culo? Che non stai inscenando tutto solo per...»
« Vaffanculo, okay? » sbottò lei, scrollandoselo di dosso « Non sono così disperata da fingere una commozione cerebrale e conseguente perdita di memoria solo per attirare le attenzioni di un wrestler! Non ti sentire tanto importante, Ambrose, nessuno farebbe mai una cosa del genere per te! »
Capì di aver detto troppo dall'espressione arrabbiata che assunsero gli occhi di lui.
C'era un fuoco spaventoso, ora, in quelle iridi blu.
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𝐀𝐧𝐲𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠 𝐛𝐮𝐭 𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐲
Fiksi PenggemarQuando Jon salva una ragazza dall'essere stuprata, non sa che la sua vita è destinata a subire una svolta e a legarsi a quella di lei per sempre. Quello che proprio non si aspetta, poi, è che la mattina dopo la ragazza misteriosa non ricordi più nul...