«Jon... stai sanguinando.»
Seth Rollins fu il primo ad avere il coraggio di rompere quel silenzio opprimente che li aveva avvolti sin da quando avevano lasciato il locale. Erano ancora per strada e stavano facendo ritorno verso l'appartamento di Dean Ambrose, pochi isolati da lì, ma l'andatura del Lunatic Fringe era lenta, per via della ferita che aveva riportato.
Senza contare che stava trasportando anche Lydia, tenendola stretta al suo petto come se fosse la cosa più delicata e preziosa che avesse mai posseduto.
Lydia, dal canto suo, aveva ora smesso di piangere, ma il suo viso era ancora sepolto contro la spalla di Ambrose. Il calore del suo petto, il suo respiro appena affannato, le sue braccia forti che la cingevano saldamente, il profumo della sua pelle... tutto, di lui, era riuscito a calmarla.
«Jon...» ripeté Seth, preoccupato.
La macchia rossa che sporcava la sua maglietta bianca sembrava allargarsi a vista d'occhio e piccole gocce di sangue avevano cominciato a segnare il suo percorso sull'asfalto dietro di lui.
«Lo so.» rispose Dean, ma non sembrava importargli molto.
L'unica cosa che contava era Lydia, ora. Il resto poteva aspettare.
«Non dovresti sforzarti o peggiorerai le cose. Lascia Lydia a me.» propose Seth, allungando le mani verso di loro per farsi consegnare la ragazza.
Jon si fermò con un movimento così brusco che Lydia, istintivamente, strinse di più la presa attorno alle sue spalle.
«No.» gli occhi di Dean Ambrose erano gelidi, arrabbiati... folli, e convinsero Seth Rollins a fare immediatamente un passo indietro ed abbassare le braccia «Non ho bisogno del vostro aiuto. Ce la faccio da solo.» rinsaldò la presa sul corpo di Lydia e riprese a camminare «Ce la faccio da solo... nessuno ti porterà via da me, nessuno... mi prendo io cura di te, mi prendo io cura di te...» continuò a mormorare tra sé e sé, le labbra premute contro la testa della ragazza.
Seth guardò la scena con un'occhiata preoccupata, mentre una strana sensazione gli si allargava nel petto. Roman lo affiancò e gli mise una mano sulla spalla, rivolgendogli solamente un sorriso comprensivo.
Quando entrarono in casa, Dean si fermò in mezzo al salotto, ignorando del tutto Seth e Roman, che lo avevano silenziosamente seguito per tutto il resto del tragitto.
Era stata una lunga serata, erano tutti stanchi e provati dagli avvenimenti.
Lydia non aveva più spiccicato parola da quando Jon l'aveva presa in braccio.
«Lydia...?» sussurrò morbidamente, le labbra ancora premute tra i suoi capelli «Ora ti metto giù, d'accordo?»
Lydia si limitò ad annuire debolmente contro la sua spalla, le sue braccia che ancora circondavano il collo di Dean Ambrose.
«D'accordo...» mormorò Jon tra sé e sé.
La mise delicatamente per terra e Lydia si aggrappò alle sue braccia, per aiutarsi a mantenere l'equilibrio su di una sola gamba; la caviglia continuava a pulsare dolorosamente e non aveva il coraggio di poggiarla.
Dean la tenne stretta a sé, un braccio a circondarle saldamente la vita, una mano che andò a sfiorarle teneramente una guancia, sollevandole il capo: Lydia aveva il viso pallido, le guance arrossate e lucide di pianto, gli occhi tristi e persi in chissà quali dolorosi pensieri. Jon dovette respirare piano e a fondo, per trovare un po' di calma. Il fianco continuava a fargli un male d'inferno, ma cercò di ignorarlo e di dedicare tutta la sua attenzione su di lei.
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𝐀𝐧𝐲𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠 𝐛𝐮𝐭 𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐲
FanfictionQuando Jon salva una ragazza dall'essere stuprata, non sa che la sua vita è destinata a subire una svolta e a legarsi a quella di lei per sempre. Quello che proprio non si aspetta, poi, è che la mattina dopo la ragazza misteriosa non ricordi più nul...