4 ⋆ Let Down Your Defences

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D'accordo, doveva stare calma.

Doveva solo stare calma.

Oddio... aveva ancora le idee così confuse.

Aveva un cerchio alla testa e le sembrava che il cervello potesse esplodere da un momento all'altro.

Si sarebbe arrabbiato, Dean Ambrose, se avesse sporcato il suo appartamento di materia cerebrale?

Dean Ambrose... quello era il vero Dean Ambrose.

Il vero Dean Ambrose le aveva appena salvato la vita.

Dean Ambrose.

Dean Ambrose.

Dean Ambrose.

Più si ripeteva quel nome nella mente, più le sembrava di stare sognando. Magari era solo svenuta, mentre quei viscidi schifosi di Call e dei suoi amici stavano abusando di lei in quel vicolo buio.

E quel ragazzo che aveva incontrato fuori dal locale... sì, lui somigliava tanto a Dean Ambrose, ecco perché aveva pensato a lui come salvatore.

Dio, ti prego, fa' che non sia così. Fa' che sia reale.

Pensò, mentre un brivido le percorreva la schiena.

Non era tanto perché fosse Dean Ambrose... più che altro era perché non voleva proprio riaprire gli occhi e trovarsi in quella strada oscura con Callum sopra di lei che...

Strinse forte gli occhi e respirò profondamente, cercando di controllare la nausea che le aveva attanagliato la bocca dello stomaco.

Dio, ti prego... ti prego.

Non voleva più riaprire gli occhi. Voleva rimanere in quell'oblio rassicurante, sarebbe impazzita se risvegliandosi si fosse ritrovata...

« Little fighter...? » la voce calda di Dean la costrinse a tornare alla realtà.

Sobbalzò e riaprì gli occhi lentamente, spaventata di quello che avrebbe potuto trovarsi di fronte.

E se lui non c'era? E se c'era Callum?

Gli occhi le si riempirono di lacrime quando mise a fuoco il volto dell'uomo che era accucciato di fronte a lei: aveva morbidi capelli biondi, che scendevano disordinatamente sulla fronte e sulle guance, e un'espressione preoccupata negli occhi blu.

Dean Ambrose.

Singhiozzò violentemente, sopraffatta dalle emozioni, e gli lanciò le braccia al collo, stringendosi contro di lui e nascondendo il viso nel suo petto che, di nuovo, l'accolse confortevole.

Jon spalancò gli occhi, sorpreso da quella reazione improvvisa.

« Ma che... » mormorò disorientato.

Lei cominciò a piangere e lui la sentì tremare violentemente.

« Hey, little fighter... stai tremando. » disse, circondandola con le proprie braccia e stringendola piano a sé.

La ragazza tirò su col naso un paio di volte, prima di riuscire a rispondere.

« Scusa io... ho solo freddo. » mentì.

Non ce la faceva a dirgli che, in realtà, era solo stata contenta di vedere che lui fosse ancora lì e che fosse reale.

Jon sospirò e le accarezzò piano i capelli, stando attento a non toccare la ferita che aveva dietro la testa.

« Ti prendo una coperta. »

Lei annuì piano e si distanziò da lui, asciugandosi le guance con gesti frettolosi, come se non volesse farsi vedere.

𝐀𝐧𝐲𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠 𝐛𝐮𝐭 𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora