«Non capisco che ci trovino in lei.»
Leighla era seduta su di una sdraio a sgranocchiare patatine, gli occhi azzurri, carichi di astio e mal celata gelosia, erano fissi su Lydia, circondata da un gruppo di bambini che avevano formato un cerchio attorno a lei e alla piccola Joelle, girando loro intorno.
«In chi?» domandò Galina distrattamente, prendendosi finalmente una pausa per sedersi accanto all'amica.
«In Lydia.» rispose Leighla asciutta.
Galina la scrutò di sottecchi con un'occhiata curiosa, poi seguì il suo sguardo fino ad incontrare la figura della ragazza in questione: stava giocando con Joelle e gli altri bimbi come se lei stessa fosse una bambina e la scena la fece sorridere affettuosamente; Lydia si era persino tolta i vertiginosi tacchi, ora abbandonati sull'erba, per poter saltare e correre insieme a loro.
«Perché?» domandò genuinamente «Mi sembra una ragazza apposto.» aggiunse, tornando a posare lo sguardo su Leighla.
«Non lo so, nasconde qualcosa.»
Galina sollevò un sopracciglio e poi ridacchiò. «Sì, sono sicura che in realtà sia una strega e che stia giocando con i bambini solo per poi rapirli e mangiarli per cena!» la prese in giro, scuotendo il capo.
«Da quando saresti diventata così simpatica, eh, Gal?» ribatté Leighla innervosita.
«Da quando tu hai un orribile mostro verde sulla spalla, Lay.» rispose Galina, lanciandole un'occhiata densa di significati.
Leighla interpretò decisamente male le sue parole, perché scattò in piedi e lanciò un urletto isterico, cominciando a colpirsi la spalla per scacciare chissà cosa «Levamelo, Gal! LEVAMELO! Qualsiasi cosa sia!!» Galina scoppiò a ridere, scatenando ancora di più l'isterismo di Leighla «Che ti ridi?! Aiutami!!»
«Ma non hai niente sulla spalla, Leighla!» Galina rise ancora più forte «La mia era una metafora, calmati!»
Leighla si fermò e la guardò storta. «Una... una metafora...?»
Galina sospirò, cercando di trattenere le altre risate, e scosse la testa esasperata. «Il mostro verde di cui parlo si chiama gelosia, Lay, hai presente?»
Leighla spalancò gli occhi e arrossì appena, sia per il disappunto generato da quell'affermazione, sia per aver fatto davvero la figura della scema. «G-gelosa io?» ripeté incredula, tornando a sedersi sulla sdraio «Di chi, di quella là? Ma per favore, non essere ridicola, Gal! Cos'avrei da invidiare ad una come quella?»
Galina si strinse nelle spalle con un sorrisino. «Non lo so, dimmelo tu.» Leighla sbuffò e incrociò le braccia al petto, tornando a guardare Lydia in cagnesco «E smettila di fissarla così, tesoro, oppure non avrò scuse sufficienti per difenderti quando verrà giustamente a chiederti se hai qualcosa contro di lei.»
«Oh, che venisse pure, se ne ha il coraggio.» sibilò Leighla, già sul piede di guerra «Le rifaccio il trucco senza bisogno di attingere alle mie risorse.»
«Comportati bene, Lay. E' la festa della mia bambina, non voglio drammi o litigate, sono stata chiara?» fece Galina, ora seria.
Leighla alzò gli occhi al cielo e sbuffò di nuovo, ma alla fine annuì. «Tranquilla, io non farò niente. Ma se lei si avvicina ancora a Colby, io...»
«Mostro verde in arrivo.» cantilenò Galina divertita.
«Io non sono...!»
«Gelosa. Sì sì, ho capito.» la prese in giro Galina, alzandosi dalla sdraio «Suvvia, non essere sempre così seria, Leighla, o ti verranno le rughe!» le fece un occhiolino e Leighla la guardò storta «Vado a controllare che non manchino vivande, vieni con me?»
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𝐀𝐧𝐲𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠 𝐛𝐮𝐭 𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐲
FanfictionQuando Jon salva una ragazza dall'essere stuprata, non sa che la sua vita è destinata a subire una svolta e a legarsi a quella di lei per sempre. Quello che proprio non si aspetta, poi, è che la mattina dopo la ragazza misteriosa non ricordi più nul...