3 ⋆ Is It Enough To Breath?

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« Dean...? »

Jon abbassò lo sguardo per osservare la ragazza che teneva tra le braccia, stretta al suo petto come se da questo ne dipendesse la sua vita.

« Mmm? »

Lei corrugò la fronte in un'espressione di dolore e strinse forte gli occhi.

« Mi... mi fa male la testa. » mormorò.

« E' normale, sta' tranquilla. E' colpa dell'alcool. Domani mattina sarà tutto passato. »

Lei prese un respiro più profondo degli altri e il suo petto sobbalzò in un singhiozzo violento, costringendo Jon a stringerla più forte.

« No... » borbottò ancora, il viso nascosto contro il suo petto « Non è l'alcool, Dean... sono stata ubriaca, prima di oggi... è diverso stavolta. C'è... c'è qualcos'altro... »

Jon sospirò, sentendosi impotente.

« Dimmi che cosa senti. » ordinò, con tono dolce.

Lei sollevò una mano per stringere un pezzo di stoffa della sua maglietta tra le dita tremanti.

« Non lo so... » si lamentò « So solo che fa male, troppo male... Fallo smettere, ti prego, fallo smettere. »

Jon fu costretto a chiudere gli occhi e a respirare profondamente per calmarsi: la rabbia continuava a premergli nel petto come una bomba sul punto di esplodere.

Le strade erano deserte e una nebbiolina fitta era scesa sul quartierino di Las Vegas dove aveva preso un appartamento. Non erano molto lontani, ma lei continuava a piagnucolare e lui non sapeva che cosa fare per farla stare meglio.

« Fa male... è come se qualcuno mi stesse marchiando a fuoco la pelle dietro la nuca... che cosa mi hanno fatto, Dean? »

Guardandosi intorno, Jon notò una panchina sul ciglio della strada: ci poggiò delicatamente la ragazza, che inerme si accasciò contro lo schienale. Quando le sue braccia lasciarono quel corpo fragile e minuto, lei spalancò gli occhi con espressione terrorizzata e le sue mani corsero a poggiarsi sui suoi bicipiti, bloccandolo.

Jon le si accucciò di fronte e le mostrò un sorriso, mentre sollevava una mano e le sfiorava il viso, portandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

« Tranquilla, non ti sto lasciando. » disse « Voglio solo vedere che cos'ha la tua testa... posso? »

Lei si morse il labbro inferiore e annuì lentamente, lasciando scivolare via la presa dalle sue braccia.

« Brava, little fighter. »

Jon si alzò e lei non poté fare a meno di seguirlo con sguardo pieno di angoscia.

Aveva paura che potesse sparire da un momento all'altro.

Che tutto quello fosse solo un brutto incubo... che si sarebbe presto svegliata nel sedile posteriore della sua macchina sgangherata.

Quando sentì le sue dita fredde sfiorarle la nuca, la ragazza tremò e chiuse gli occhi.

Jon le sollevò delicatamente i lunghi capelli, ma non gli ci volle molto ad individuare quale fosse la fonte del problema: le sue dita toccarono qualcosa di caldo ed umido e lei trattenne il fiato per il dolore.

Sangue.

C'era sangue.

Esaminandolo alla luce fioca del lampione sopra le loro teste, Jon vide che c'era un lungo taglio che partiva dal lato sinistra della sua nuca e si estendeva di circa cinque centimetri verso il centro.

𝐀𝐧𝐲𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠 𝐛𝐮𝐭 𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora