45 ⋆ I Don't Dance

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A Lillo.

Ti ho amato, ti amo ancora e ti amerò per sempre.

Mi mancherai per tutta la vita.


*************

Le registrazioni di SmackDown erano andate decisamente meglio rispetto a quelle di RAW.

Lydia era stata nuovamente lasciata dietro le quinte, cosa che aveva mantenuto Jon di ottimo umore. La vittoria di Seth e Roman ai danni dei gemelli Usos era stata poi la ciliegina sulla torta, che aveva permesso a tutti loro di tornarsene festanti e allegri negli spogliatoi.

Una doccia veloce e si erano diretti al "Wild Panther", un locale molto in, riservato prettamente ai VIPs, che Nikki era riuscita a prenotare per un piccolo party privato solo per il roster WWE.

I vantaggi di essere Nikki Bella... e la fidanzata di John Cena, ovviamente.

Il "Wild Panther", a dispetto del nome, era un locale dall'aspetto sofisticato, quasi d'altri tempi. Si sviluppava su due piani, o meglio, c'era la sala principale al piano terra, con un lungo bar di legno, dietro il quale si trovava un enorme mobile ricolmo di bevande e bicchieri, un piccolo palco ed un singolare pianoforte nero al centro della sala; il secondo piano era più che altro una balconata con tavolini e lunghi divani di pelle nera e bianca che affacciava sul piano inferiore.

«Canterai per noi anche stasera, piccola L.?»

Lydia si girò verso Trinity, il cui sorriso bianchissimo scintillava a contrasto con la pelle scura. Era da quando l'aveva vista vicina allo SHIELD, così piccola e minuta, che aveva cominciato a chiamarla piccola L. A Lydia non dispiaceva, sinceramente, adorava essere così piccina.

Spariva meglio nell'abbraccio di Jon.

«Nah, non credo.» rispose, sventolando la mano che teneva il bicchiere – questa volta aveva optato per un semplice cocktail analcolico: non voleva ripetere l'esperienza dell'ultima sera in cui era uscita con il roster WWE.

«Devi sempre farti pregare, vero babe?» si introdusse Dolph Ziggler, anche lui con un sorrisone smagliante.

Jon lo considerò con un'occhiata di traverso, portando la bottiglia di birra alle labbra e prendendone un sorso. Non disse nulla: era di buon umore, in compagnia dei suoi amici e della sua ragazza, non si sarebbe fatto rovinare la serata da un idiota del calibro di Nick Nemeth.

«No, non devo sempre farmi pregare. Solo che devo essere dell'umore giusto per cantare e questa sera non lo sono.» replicò Lydia, scrollando le spalle.

Jon la strinse di più a sé, sogghignando con orgoglio.

«Come mai?» insistette Dolph, chinandosi sul tavolo per avvicinarsi di più a lei, ignorando del tutto la figura minacciosa di Dean Ambrose al suo fianco «Qualcuno non ti da abbastanza attenzioni? Perché potrei rimediare.»

Lydia sollevò un sopracciglio, ma non poté comunque impedire alle sue guance di tingersi di rosso, soprattutto quando un Ooooooh generale si alzò dal tavolo e, specialmente le ragazze, cominciavano a sghignazzare per la neanche tanto sottile sfida che Nick stava lanciando a Jon.

Dean abbassò lentamente la bottiglia, poggiandola sul tavolo, fin troppo piano perché non fosse un segno di quanto quel gesto fosse evidentemente controllato.

«Nemeth, che hai in testa?» intervenne Roman, cercando, come al solito, di salvare la situazione prima che potesse esplodere in qualcosa di pericoloso.

𝐀𝐧𝐲𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠 𝐛𝐮𝐭 𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora