Capitolo 63

6K 236 17
                                    

Uscita dalla doccia, mi dirigo in camera, sto cercando di occupare il tempo perché sono in ansia da quando Christian è uscito di qui.
Sono le 22 e non mi ha ancora scritto, solitamente non sono così morbosa.. ma questa sera è diverso, lui ha bisogno di me e io ho bisogno di sapere che stia bene.
Lancio il cellulare sul letto e ritorno in bagno per la mia skincare viso e corpo e per asciugare e sistemare i capelli, cosa che mi consente per una buona mezz'ora di non preoccuparmi e di rilassarmi e di farne risentire al bambino il meno possibile.
Una volta pronta indosso qualcosa di comodo e in quel momento la porta di ingresso viene aperta e subito dopo chiusa.
Un sorriso cresce spontaneo sul mio viso, Christian, forse sono stata esagerata più del dovuto, è solo che quando si tratta di lui tendo ad agire da mamma chioccia. Christian ha fatto davvero tanti passi avanti, ma ci sono ancora alcune ferite con sono state chiuse, sono state curate e medicate ma non chiuse. Questo al di là di tutto era una cosa che avrebbe dovuto fare da solo, nessuno di noi avrebbe potuto far qualcosa.

Mi affretto, per quanto sia possibile, a scendere le scale bloccandomi non appena mi rendo conto che all'ingresso non c'è il mio fidanzato ma sua madre e dalle facce non traspare nulla di buono.
Ed ecco che l'ansia e il panico si rimpossessano di me, cerco di non dare peso al senso di oppressione al centro del petto, e tenendomi al passamano raggiungo l'ultimo gradino.

"Dove è Christian?" il mio tono di voce è basso ma duro, mi avvicino ad Adam aggrappandomi al suo braccio per non cadere per terra visto che le mie gambe sembrano essere fatte di gelatina in questo esatto momento. Ma non posso permettere di cadere non posso, per il mio bambino e per l'uomo che amo che non so dove si trovi, ma so che ha paura.
"Non lo so, è corso via quasi subito, non abbiamo neppure iniziato a cenare" stringo di più il braccio di mio cognato, che in tutta risposta mi cinge in vita. Anche lui è teso.
"Cosa è successo?"
"Non quello che ci aspettavamo accadesse" risponde, guardandomi e io sento di star perdendo la pazienza.. Christian non mi terrebbe mai lontano, soprattutto in questi momenti. Lei l'ha sicuramente ferito e deluso.
"Quello che ci aspettavamo accadesse? Stai schedando Claire? Stai parlando di tuo figlio, facendo pace con lui non faresti un favore a nessuno di noi, lo sai?" urlo, e adesso anche Anastasia si affianca a me, stringendomi la mano per cercare di calmarmi. Ma non ce la faccio proprio, non può parlare in questo modo.
Lei mi guarda impassibile, suo marito seduto sul divano ci fissa ma non dice una parola anche lui. Perciò continuo.
"Tu sai quanto tuo figlio aspettasse questo momento? Sai quanto volesse mettere un punto a questa storia? Lo sai?" avanzo di un passo.
"No" sussurra abbassando lo sguardo colpevole.
"Bene, a me dispiace parlarti in questo modo, in primis perché sei più grande di me e in secundis perché sei la madre della persona che amo nonché padre del mio bambino. Ma abbiamo bisogno di capire cosa sia accaduto, cosa hai detto?" sono esasperata, dò un'occhiata al telefono ma niente, nessuna chiamata nessun messaggio.
"Io ho detto che non volevo mi odiasse essendo più legato al padre, invece con Adam è stato più facile in quanto più legato a me. Il bene che voglio ai miei figli è lo stesso ma ci sono delle sintonie che non possiamo negare si vengono a creare." ora capisco perché sia scappato via. Guardo Adam scuotendo la testa e sorridendo istericamente.

"Mamma ma tu fai sul serio?"
"Adam tuo fratello.." cerca di dire qualcosa ma lui la interrompe, io mi siedo nella sedia seguita da Anastasia che da subito è stata un angelo con me, ci siamo trovate avendo anche tante passioni ed interessi in comune, tra di noi nessuna invidia o gelosia, anche se lontane ci sentiamo sempre, giorno per giorno. Appoggio la testa sulla sua spalla..
"Mio fratello cosa? È questo il modo in cui vuoi risanare il rapporto con lui? Pensi tu stia facendo la cosa giusta, dopo tutto questo tempo con quale forza tu riesca ad essere così stronza con tuo figlio."
"Adam" lo ammonisce lei.
"Adam niente mamma, Adam un cazzo" cavolo è davvero arrabbiato.

"Claire, posso farti una domanda?"
"Si" risponde senza pensarci sù.
"Hai mai letto le lettere di Christian?" spalanca gli occhi, conosco già la risposto voglio sentirglielo dire perché credo che non abbiamo capito nulla di suo figlio. In tutta risposta fa cenno di no con il capo, sorrido amareggiata.
"Come puoi allora solo pensare che tuoi figlio potessi odiarti, credi che una persona che odia un'altra persona invii a quest'ultima lettere per il ringraziamento, Natale, capodanno, compleanni e chiami ogni volta che ne abbia l'opportunità?" sbatto i pugni sul tavolo, facendo balzare tutto per aria e mi maledico perché potrei svegliare mio nipote.
"Christian non voleva niente di particolare stasera, l'unica cosa che desiderava era l'abbraccio della sua mamma e sentirsi chiedere scusa per tutto quello che è accaduto, che lo ami da impazzire e che adesso sei qui per rimediare e per esserci fino all'ultimo giorno della tua vita. Questo avrebbe voluto, e sei come ho lo so? Perché gliel'ho letto negli occhi ieri sera quanto ti ha vista, lo so perché quando si addormentava senza di me nei suoi incubi grifava il tuo nome e stringeva il cuscino come fosse la sua ancora di salvezza." le lacrime riempiono i miei occhi e non riesco a trattenerle, il suo dolore è il mio, c'è poco da fare.
"Ho sbagliato lo so" piange anche lei, ma non provo pena.

"Tu non immagini nemmeno quanto lui sia cambiato quanti passi avanti abbia fatto per essere chi è oggi, tu non sai quanto sia stato difficile abbatture i muri e le corazze che aveva costruito attorno a sé. Christian merita tutto l'amore e il bene di questo mondo, e ti giuro come è vero che mi chiamo Cloe Lively che se dovesse succedergli qualcosa la pagherai cara" la mia voce è stridula e rotta dalla lacrime, ma sono seria ed irremovibile non permetterò a nessuno specialmente a lei di ferirlo ancora una volta e di farlo tormentare per qualcosa di cui non ha colpa.
"Se vuoi esserci sarai sicuramente la benvenuta, ma se non lo des-" cerco di dire ma un lancinante dolore alla pancia e al basso ventre mi fanno piegare, seguiti da vari calci di mio figlio. Chiudo gli occhi e stringo il labbro inferiore tra i denti per sopportare il dolore.
Respira e ispira. Respira e inspira.. mi ripeto in testa come un mantra.

"Oh mio Dio Cloe" Anastasia mi raggiunge, aiutandomi ad alzare ma non riesco le fitte sono troppo forti.
"Ahhh" urlo di dolore, nel momento in cui mi alzo del liquido bagna i miei pantaloni della tuta.
"Si sono rotte le acque"

I'm in love with my bossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora