Capitolo 49

7.3K 242 9
                                    

Christian's pov

"Come stai?" mi chiede la dottoressa Payne aprendo il suo taccuino, tornando subito dopo a fissarmi come suo solito.
"Bene" rispondo senza giri di parole, ed è vero grazie a Cloe pian piano comincio a far uscire il Christian che ho tenuto represso per tanti anni, poiché la paura di soffrire era tanta. Ma da quando nella mia vita è entrata lei, tutto è cambiato. Nulla è stato più o bianco o nero.. adesso vedo una tavolozza di colori accesi e brillanti. Vedo amore, vedo famiglia, vedo complicità con i colleghi tutto sembra essere più bello. Eccetto per l'assenza persistente di mia madre.
"Raccontami un po' cosa è avvenuto in questi giorni" si sistema meglio sulla poltrona.
"Da dove comincio?" ci penso un attimo su, immaginando la reazione della mia psicologa quando le dirò che voglio sposare Cloe "Il lavoro va a gonfie vele il nostro fatturato cresce sempre di più, tutti ci vogliono e fanno a gara per averci." mi alzo per cammina cosa che mi rilassa quando devo esternare ciò che voglio dire o ciò che sento. La dottoressa non dice nulla, essendo già abituata a questo mio rituale. "La mia famiglia e la famiglia di Cloe si adorano, per Natale saremo tutti dai suoi genitori e.." mi fermo, pensando che quella stessa sera dovrò parlarne con suo padre per capire cosa ne pensa.
"E?" mi riscuote dai miei pensieri, che stavano già per prendere il sopravvento.
"Chiederò a Cloe di sposarmi" dico tutto d'un fiato, sotto lo sguardo prima sorpreso e subito dopo emozionato e orgoglioso della dottoressa Payne.
"Dici davvero?" domanda con un po' troppo entusiasmo, tanto da cominciare a tossire imbarazzata, facendomi ridere.
"Si sì, cioè non adesso.. le ho regalato dei biglietti per Parigi per il giorno di San Valentino, e il 14 le farò la proposta" spiego. Cercando di immaginarmi già lì, lei bella da morire, sul terrazzo di uno dei migliori ristoranti della città con vista su una Parigi illuminata. Uno spazio imbandito solo per noi.. petali di rose sparsi qua e là, lucette e candele e un violinista che suona per noi le canzoni più romantiche.
"Ah bene così hai un bel po di tempo per preparare la proposta" dice sorridendo.
"Già, inoltre la sera di Natale parlerò con il padre per capire cosa ne pensa e se per lui va bene" e se dovesse dirmi che forse corro un po' troppo? Non posso biasimarlo, ma io non posso farci nulla, lo sento che lei è quella giusta, sono convinto che Cloe è il mio per sempre, la madre dei miei figli e l'amore della mia vita. Non posso fare a meno di lei, mi manca quando non c'è e anche quando è nei paraggi e non mi è accanto. Voglio il suo profumo, la sua pelle, i suoi occhi, il suo cuore, il suoi sorriso, la sua bocca. Voglio renderla felice, voglio essere felice.
"Sono molto colpita, Christian. Devo ammettere che non me lo sarei aspettato da te, o meglio non adesso. Ma per prendere una decisione del genere vuol dire che questa ragazza è molto di più di quanto io potessi mai immaginare" non l'avrei nemmeno immaginato io, eppure all'inizio l'ho odiata se così posso dire, nessuna mi aveva tenuto mai testa in quel modo, eccetto Donna e Jessica, nessuno mi ha mai sfidato in quel modo.
"Lo è eccome"

"Sai bene però, che oltre a lei c'è un'altra donna che occupa un enorme spazio nella tua mente e nel tuo cuore, è inevitabile.. o mi sbaglio?" il sangue mi si raggela, il cuore comincia a battere forte, istintivamente chiudo le mani a pugno e bruciore al centro del petto si fa strada come un macigno. È questo che mi provoca ogni volta.
"Christian?" mi richiama, scuoto la testa cercando di cacciare via quelle sensazioni. E chiudendo gli occhi immagino la mia testa sul ventre di Cloe, e le sue mani piccole e delicate che si muovono dolcemente tra i miei capelli 'sii forte amore, ce la puoi fare' la sua voce e le sue parole rimbombano nella mia testa.
"Non sbaglia, dottoressa, non sbaglia" comincio sconfitto "Penso a mia madre costantemente, perché non si fa viva? Perché continua a farmi del male? Sono suo figlio" la voce è ridotta ad un sussurro, completamente travolta dall'emozione. "Ho provato molte volte a convincere me stesso di non aver bisogno di lei, ma non è così."
"Cosa vorresti precisamente?" appunta qualcosa, ma non ci faccio molto caso.
"Vorrei che venisse da me, e che non dicesse nulla di particolare, mi basterebbe un lungo abbraccio. Uno di quelli che una madre sa e può dare. Non servirebbero parole" ammetto
"E non vorresti sapere per quale motivo non si sia fatta viva con te?"
"Certo, ma potremmo parlarne dopo, in una stanza soli io e lei. Potremmo parlare per ore e ore. E cercare di ricominciare, più forti di prima." prendo un sorso d'acqua per calmarmi "Le farei conoscere Cloe, le racconterei tutti i miei progressi, ho decorato perfino casa e acquisto un albero io" mi indico con molta enfasi.
"Ti dico una cosa: perché non fai tu il primo passo?" sobbalzo sorpreso dalla sua domanda.
"Sta scherzando forse?" chiedo pensando di non aver capito bene.
"No no, non sto scherzando dico solamente che forse se tu madre non si è fatta ancora viva dopo tutto questo tempo vuol dire che il suo senso di colpa è più grande dell'amore che prova per te." avrebbe senso, ma non posso essere io a fare il primo passo, non che non ci abbia pensato spesso e volentieri di essere io quello a fare il primo passo ma poi il panico mi assaliva facendomi tornare indietro.
"Lei non capisce" mi limito a rispondere, scuotendo la testa sconfitto. E pensare che il nostro incontro era iniziato così bene, e adesso siamo qui a cercare di capire se andare a parlare con mia madre oppure no.
"Io capisco che tu hai fatto tantissimi passi avanti. Hai trovato la tua persona, hai butto giù tanti muri e gran parte della tua corazza, gli incubi sono gran parte cessati ma non appena non dormi con Cloe questi ritornano più intensi che mai e sai perché?" il suo tono è pieno di rimprovero verso me, e non la biasimo sono arrivato qui che a stento parlavo, e adesso parlo di qualsiasi cosa mi accada di tutto quello che mi rende felice e quello che mi ferisce.
Mi sento libero ma allo stesso tempo rinchiuso in una gabbia, dove nonostante l'uscita sembra vicina io non riesco ad attraversarla.
"Perché mi manca mia madre"

I'm in love with my bossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora