Capitolo 59

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"Allora sei pronta?" dice Camila passandomi il gel freddo sulla pancia. Sospiro agitandomi, al pensiero di scoprire il sesso del mio bambino. "Vediamo se le analisi confermano la percentuale mostrata." sono venuta senza di Christian perché ho intenzione di fargli una sorpresa. I mesi stanno volando e se penso che tra tre mesi potremmo stringere il frutto del nostro pazzo e incredibile amore, le mani mi sudano e il cuore batte all'impazzata.
"Lo sento muoversi" le confermo sistemandomi meglio sul lettino, lei fa cenno di sì avendolo notato.
"Okay.. vediamo un pò" comincia a zoomare le varie parti. Il viso, le manine, i piedini e infine...
"Eccolo qui" indica un punto specifico sullo schermo.
Silenzio, il mio respiro accelera, nelle orecchio solo il battito del cuoricino del mio bambino. Strizzo gli occhi per mettere a fuoco meglio e cercare di capirne qualcosa. "Le analisi erano esatte" sorride la mia amica. "È un bel maschietto Cloe" un maschio, è un maschio. I miei occhi si riempiono di lacrime, affondo i denti nel labbro inferiore con il cuore colmo di gioia. Non ho mai avuto preferenze, l'unica cosa a cui io abbia dato peso è la sua salute, che cresca al meglio e che tutto fino alla fine vada per il meglio.
"Oh mio Dio" riesco a dire tra un singhiozzo e l'altro.
"Lo vedi questi sono i testicoli e questo è il pene, ora te lo mostro anche a colori" ogni qual volta faccio il controllo e faccio la morfologica mi sembra sempre più reale, non che in bianco e nero non lo sia ma è di più..
"Il mio bambino, Camila è un maschietto" dico incredula, come se stessi sognando.
"Già, e aggiungo che sta benone, le analisi sono perfette sia le sue che le tue. Cresce a meraviglia, e tu stai facendo un ottimo lavoro sia con l'alimentazione. Mi raccomando però niente stress né forzature fisiche e mentali. Continui a fare pilates giusto?" mi chiede passandomi la carta per pulirmi.
"Si sì, tre volte a settimana e ogni mattina faccio anche meditazione."
"Ottimo. Continua così" faccio per rispondermi ma il mio telefono comincia a vibrare distraendoci.

Christian

"Pronto"
"Dove sei?" il suo tono è nervoso e preoccupato.
"Sono dovuto passare dalla farmacia per delle creme da prendere." mento sperando mi creda.
"Perché non me l'hai detto, avrei potuto accompagnarti?" chiede frustrato e lo immagino imbronciato fare avanti e indietro per l'ufficio.
"Perché non avrei dovuto fare alcun sforzo particolare."
"Ma sei incinta?" sorrido per la sua smisurata premura nei miei confronti.
"Lo so, ma stiamo bene. Tra cinque minuti sarò da te"
"Va bene, ma stai attenta, per favore." dice in un sussurro.
"Ti amo" e senza dargli il tempo di replica metto giù.

Dopo mezz'ora tra gli ulteriori avvertimenti e le varie precauzione e consigli datemi da Camila, ho preso un taxi che in poco tempo è riuscito a farmi arrivare a lavoro, stranamente, perché New York è un tutt'uno con il traffico.

"Oh oh eccola qui la mamma più bella di tutta New York" mi viene incontro Donna, attirando l'attenzione di tutti verso di noi, anzi verso il mio pancione.
"Smettila" l'ammonisco imbarazzata.
"Allora come è andata?" domanda riferendosi all'incontro con Camila, accarezzando subito dopo la mia pancia.
"Mi ha detto il sesso" le rivelo euforica, entrando nell'ufficio di Christian.
"Oddio" saltella esaltata battendo le mani. "Dimmelo, ti prego" mi supplica subito dopo chiudendo la porta.
"Per pranzo, quando ci sarà anche Kim. Adesso, se perfetti ho del lavoro da fare" la bacio prendo le cartelle che sono sulla scrivania ed esco dalla stanza per raggiungere la mia postazione. Sarò la futura moglie e madre del bambino del capo, ma rimango comunque un'associata, non voglio favoritismi. Lavoro e vita privata sono due cose distinte, se devo essere premiata, desidero che ciò avvenga per merito.

"Ciao" la voce di Christian interrompe il mio continuare a leggere e riassumere i vari punti salienti dei contratti di cui mi sto occupando. Leggere, sottolineare e annotare a mano quello che d'impatto rimane e infine trascrivere tutto a computer.
Semplice? Affatto, perché bisogna stare attenti d bisogna tener conto dei trucchi imparati nel praticantato per non sbagliare di una virgola.
"Ciao" rispondo a mia volta interrompendo il picchiettio delle mie dita sulla tastiera. Il suo occhi studiano ogni minimo particolare del mio viso, come a temere sempre il peggio.
"Potresti seguirmi nel mio ufficio?"
"Vorrei finire questo prima di pranzo, così mi restano per il pomeriggio le varie cose da analizzare per poi spiegarti tutto, visto che domani dovrai andare in aula" spiego, ma il suo sguardo non ammette repliche.
"Cloe, prendi tutto e portalo nel mio ufficio hai ancora un'ora di tempo" alzo gli occhi, e per evitare qualche scenata, faccio ciò che dice.

"Perché continui a far sempre di testa tua?"
"Christian non ho fatto nulla di complicato, sono andata a comprare delle cose per noi e per te in farmacia e alle 8 in punto sono arrivata in ufficio. Non vedo dove sia il problema" mi siedo al suo posto e sistemo tutte le mie cose.
"Il problema è che io sono tranquillo solo quando sei con me, devo accettarmi che tu e il bambino stiate bene e che non vi succeda nulla" gli faccio cenno di raggiungermi e lui non obietta.
"Hey, noi stiamo bene.. sai bene che non metterei mai e poi mai a rischio la sua vita e non potrei mai mettere in pericolo la mia lasciandoti da solo" gli accarezzo il viso e vedo suoi occhi bisognosi continuamente di affetto, d'amore.
"Mi siete mancati" bacia la mia pancia, e questo contatto provoca in me le solite farfalle e i brividi in tutto il corpo come fosse la prima volta, oltre che a far scalciare il mini Christian.
"Anche tu" la bacia ancora e ancora, e piccoli colpi vengo assestati facendomi sussultare.

Io e Christian abbiamo continuato a lavorare, dimenticando completamente dell'ora di pranzo fino a quando le mie amiche non mi hanno prelevata, sgridandolo per il "troppo lavoro" in realtà non vedono l'oro di scoprire il sesso del bambino per cominciare a fare ulteriori acquisti, più specifici.
"Ragazze so che siete impazienti" dico mettendo a tacere i loro discorsi fin troppo finti.
"Si Cloe non ho fatto altro che pensarci" dice Kim smettendo di mangiare.
"Allora siete pronte?" domando evitando di girarci intorno.
"Si ti prego basta torture" mi scongiura Donna.
Allora estraggo dalla borsa la carpetta con le ecografie e gliela mostro.
"Sarà un maschio"

I'm in love with my bossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora