Capitolo 16

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Christian's pov

Vorrei correrle dietro per fermarla e scusarmi, ma non ce la faccio mi sento paralizzato sento la gola bruciare e vorrei urlare il suo nome. Ma non riesco sono fermo, come se i miei piedi fossero stati incollati al suolo. Non riesco a smettere di pensare ai suoi occhi lucidi e alla voce tremante che trapelava tutta la delusione dovuta dalle mie parole. E sono stato uno stupido ma non ci posso fare nulla se il mio passato mi perseguita adesso più che mai, se non riesco a fidarmi delle donne, ho paura di prendere nuovamente una fregatura è non posso permettermi di cadere di nuovo in quel pozzo senza alcun fondo. C'è voluto così tanto per ricucire pian piano tutte le ferite subite e in un attimo l'arrivo di Abigail le ha riaperte tutte squarciandole ancora di più.

"Christian che cosa hai combinato?" Donna entra nel mio ufficio scioccata e allo stesso tempo anche lei delusa da me. E io me lo concedo, si, con lei mi concedo di crollare. Quindi mi accascio per terra, sbattendo i pugni e lasciando che tutte le emozioni e gli incubi che si erano fatti avanti in questi giorni escano via insieme alle lacrime.
"Hey hey calmati" mi viene incontro, accasciandosi a terra di fronte a me, prendendomi le mani tra le sue facendomi delle piccole carezze. "Sono qui, Christian, ci sono io qui con te" alzo lo sguardo verso la migliore amica con le lacrime continuano a scendere e non riesco a fermarle è così frustrante.
"Ho fatto un casino" dico stringendo la presa nelle sue mani.
"Lo so, ho sentito." si limita a rispondere...

"Donna non so davvero cosa mi sia preso, ma il passato ha avuto la meglio ed era come se al posto di Cloe e suo fratello ci fosse Abigail con quel coglione e subito dopo mia madre con quell'altro coglione e il mio cervello è andato in tilt" sento lo stomaco stringersi in una morsa, e la testa scoppiare.
"Ascoltami" si alza e mi invita a fare lo stesso porgendomi la sua mano, l'afferro e la seguo, mi fa cenno di sedermi sul divano mentre lei prende un pò d'acqua. "io so bene quanto tu abbia sofferto per Abigail, ero con te e ti ho aiutato in tutti i modi possibili, però posso assicurarti di una cosa" mi avvicina il bicchiere,  per poi sedersi accanto a me "Cloe non è né tua madre né Abigail. È vero non la conosciamo da molto, ma ha dimostrato da subito di esserti fedele."
"Lo so, è proprio per questo che mi sento in colpa. Ho scaricato su di lei ciò che avevo represso in un angolo del mio cervello, senza un motivo" mi appoggio allo schienale, mandando giù un sorso d'acqua.
"Un motivo c'è" sorride, e la guardo confuso.
"E sarebbe?" dico continuando a non capire.
"A te piace Cloe" risponde ovvia, alzando gli occhi al cielo.

A me piace Cloe?
Non posso negare quanto sia bella, non posso negare che ogni volta che la guardo negli occhi vorrei non smettere mai, e il suo dolce profumo che sa di zucchero filato mi fa venire voglia di baciare ogni centimetro della sua candida pelle. Potrei passare intere giornate a contemplarla e non stancarmi mai.

Ma poi mi ricordo, che io per lei non vado bene, perché ho troppe cose che non vanno ho troppe ferite che non sono state mai rimarginate e non so né quando né tantomeno se potranno mai rimarginarsi, sono così tanto profonde da far paura.

Sono stata tradito dalle due donna che ho più amato nella mia vita e si sa che una persona tradita non potrà mai più essere quella di prima....

"Non credo" rispondo dopo minuti di silenzio. "Non credo proprio, non sono fatto per amare né per essere amato."

I'm in love with my bossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora