Capitolo 22

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"Grazie Louis è stato incredibile, non so davvero come ringraziarti" presa dall'euforia  lo abbraccio, sono stati tre giorni incredibili.. ho conosciuto tantissime altre persone, ho mostrato le mie abilità e il mio senso di affari.
Louis era orgoglioso di me, mi presentava a tutti con molta fierezza e con un grande sorriso sulla faccia.
"Non devi ringraziarmi, tu te lo meriti. Sei un avvocato eccezionale e credimi questo è solo l'inizio." mi viene da piangere, lui mi fa sentire speciale, mi fa sentire l'Associata non un'associata qualsiasi. Forse dovrei lavorare più spesso con Louis.
"Io non ho parole" mi copro la bocca stupefatta "adesso vado, ci vediamo più tardi in ufficio" lo saluto e scendo dall'auto.

Dopo una bellissima doccia rilassante, la mia routine di creme e oli idratanti, trucco, parrucco e scelta dell'outfit odierno sono pronta per una nuova settimana di lavoro.

"Bentornata a New York, la California ti ha resa raggiante" mi dà il benvenuto Donna accogliendomi nella hall.
"Grazie, è stato breve ma intenso." è davvero incredibile come in così poco tempo e con le giuste persone si riesca ad ottimizzare il tempo non perdendo neppure un istante. E non hai tempo di pensare ad altro, e per quanto fosse difficile sono riuscita ad evitare il pensiero di Christian.. mi sono imposta di non farlo. È giusto così lui il mio capo io la sua collaboratrice, niente di più niente di meno. Non voglio e non devo aspettarmi niente né da lui né da nessun altro.
"E si vede" ammicca ed io rido, più ci avviciniamo al suo ufficio comincio ad agitarmi, lei lo capisce e mi ferma "Ascolta non farti rovinare la giornata e l'umore da lui, sai bene che è qui e che tu lavori per lui. Ma fatti il tuo e mantieni la calma" le stringo la mano, prendendo poi un lungo e intenso respiro. È così una brava ragazza, nonostante la sua amicizia con Christian lei mi hai aiutato sin dall'inizio e sono molto grata di questo in ambienti come questo è sempre molto difficile trovare amici.
"Hai ragione, non posso sempre preoccuparmi di cosa pensa"
"Esattamente, tu hai la tua vita e la tua carriera" niente ansia, niente perdita del controllo, niente attrazione fisica devo semplicemente pensare a me e al mio futuro. Non posso e non potrò mai negare che mi piace tanto, che come mi guarda lui non mi guarda nessun altro e come mi ha baciata lui non l'ha fatto mai nessun altro, però tutto questo non ha le basi per iniziare, vorrebbe di più e anche io lo vorrei ma finché non saprà essere sincero finché non smetterà di far gira il mondo solo attorno a lui le cose non cambieranno.
La scusa del capo e dell'associata è solo un pretesto, se l'interesse e la voglia ci sono si va oltre a tutto e lui non è pronto.
"Adesso vai, altrimenti farai tardi a dopo" ci salutiamo e mi dirigo verso il suo ufficio.

Busso per circostanza visto che la porta è aperta, è intento a scrivere a computer, ma quando si accorge della mia presenza spalanca gli occhi alzandosi dalla sedia.
"Sei tornata" dice con voce roca, e sembra più un pensiero ad alta voce che una constatazione di fatto, mi avvicino per posare la borsa e il cappotto sulla sedia sotto il suo sguardo insistente.
"Si, sono tornata. C'è qualcosa di cui devo occuparmi?" la freddezza del mio tono lascia spiazzata persino me, stringe i pugni, mettendosi a sedere poco dopo.
Apro la borsa per prendere il mio portatile, e per aprire l'email.
"Ti ho mandato diverse email quando eri via, la Nike è stata citata in giudizio dall'Adidas per plagio" mi passa il fascicolo e per un nano secondo le nostre dita si sfiorano, il mio stomaco si contorce ma cerco di reprimerlo facendo finta di niente.
"Scusami ma ero impegnata e non ho avuto tempo, hai qualche idea su come agire?" mento ho letto le sue email, non ho risposto per evitare di far saltare all'aria i tre giorni di 'arricchimento' così è che li ha chiamati Louis.
"Si ne ho una, ma vorrei sapere la tua" chiude il portatile dedicando la sua completa attenzione a me. E per un attimo perdo la concentrazione. Il suo sguardo, i suoi occhi e il suo profumo così dolce e avvolgente. Mi perdo...
"Io beh io" tossisco sistemandomi poi i capelli imbarazzata "Io direi che tu potresti incontrare il cliente, capire meglio di cosa sono stati accusati se ci sono dei precedenti o altri problemi di ogni genere ed io mi occupo della controparte studierò come solito il loro avvocato e poi farò delle ricerche ben approfondite sulle loro entrate, uscite e qualsiasi cosa sia possibile per evitare il processo e studiare un accordo con i fiocchi" l'inizio non è stato dei migliori ma la ripresa è stata grande.
"Sono d'accordo ottimo lavoro" sorride e ricambio. Sto per rispondere ma la voce di Louis ci coglie di sorpresa.

"Cloe ti stavo cercando, ti ho lasciato dei messaggi in segreteria" cerco nella borsa il telefono, e come ogni volta sembra un'impresa impossibile. Fazzoletti, penne, rossetti, specchietto, profumo, portacarte tutto eccetto quello che mi serve realmente. Odioso.
"Io e Christian avevamo del lavoro arretrato e non ho dato tanta importanza al cellulare, perdonami." mi scuso, alzandomi per evitare di continuare a dargli le spalle.. tutto sotto lo sguardo abbastanza irrequieto del capo numero 1.
"Tranquilla, ti chiamavo per dirti che stasera abbiamo una cena a base di tacos" spalanco occhi e bocca coprendola con le mani, non ci sto credendo.
"Li ho convinti?" sono riuscita a conquistare i tre uomini più potenti della California, dicevano che mi avrebbero fatto sapere, non pensavo così presto. Sono così fiera di me, che salto addosso a Louis abbracciandolo felice come una pasqua.
"Si li hai convinti, vogliono tutti e tre te come loro avvocato" sorride, mi stacco sistemandogli la giacca, e vedo i suoi occhi lucidi e pieni di orgoglio.
"Grazie grazie grazie, senza di te non ce l'avrei mai fatta" sprizzo gioia da tutti i pori.
"Io ti ho solamente portata con me, il resto è tutta opera della tua bravura" sospiro beandomi dei complimenti, ad eccezione del belloccio alla mia destra che non emette sillaba, fissa me e il suo socio, privo di espressione. Pugni serrati e mascella serrata un suo must. "Comunque Jessica ti aspetta nel suo ufficio per complimentarsi"

"Okay, dammi due minuti e ti raggiungo lì" esce dalla stanza, dopo avermi dato un bacio sulla guancia e aver lanciato un'occhiataccia a Christian. Strano il rapporto fra questo due.
"Beh" mi volto verso lui "È un problema se mi fermo qui dopo l'incontro con Jessica? Prometto di farti avere qualcosa prima che vada a casa" deglutisce riprendendo contatto con la realtà.
"Oh nessun problema, io sto uscendo per fare ciò che mi hai consigliato, la scrivania è tutta tua"
"Grazie, adesso vado a dopo"
"A dopo"

E mi dispiace lasciarlo lì in modo così freddo e distaccato, ma finché non capirà che di me può fidarsi e che deve permettere agli atri di avvicinarsi a lui non potremmo andare avanti. Limitiamo tutto a un semplice e civile 'rapporto di lavoro'

I'm in love with my bossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora