Capitolo 48

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"Andiamo!" esclama Christian entrando all'improvviso facendomi saltare in aria.
"Christian" lo rimprovero "Mi hai fatto venire un colpo" gli lancio un'occhiataccia, ricevendo un suo sorrisetto furbo che mi fa immediatamente addolcire.
"Scusa" si avvicina velocemente, stringendomi per i fianchi e chiudo gli occhi quando il suo profumo invade le mie narici. "Scusa, amore" il mio cuore perde un battito ogni qualvolta mi dice amore.
"P-perdonato" balbetto stordita, e mi maledico di perdere così il mio autocontrollo.
"Ok. Adesso chiudi tutto e andiamo"
"Andiamo dove?" chiedo curiosa.
"In un posto" alzo gli occhi e sbuffo sapendo già che dalla sua bocca non uscirà altro, fino a destinazione.

Il tragitto in macchina è stato piuttosto tranquillo: abbiamo parlato, riso, cantato, come al solito quando siamo insieme.
"Arrivati" dice fermando l'auto, voltandosi poi a guardarmi con un enorme sorriso.
Mi volto anche io per guardare oltre il finestrino e..
"Vuoi comprare un albero?" chiedo con un pò troppa eccitazione nella voce, Christian mi ha spiegato che da quando è andato a vivere da solo non ha più addobbato nulla in quanto tutto ciò portava alla mente i ricordi passati con la madre.
"Si, ecco vedi tu mi hai completamente stravolto e so quanto a te piaccia tutto ciò quindi.." si gratta il capo, come ogni volta che è in imbarazzo e io lo stritolo in un abbraccio che gli strappa una risata.
"Grazie grazie grazie" lo riempio di baci, sulle guance sul naso sulla fronte, sulle labbra. È incredibile, mi sembra incredibile che sia io a renderlo il vero Christian.
"Ok ok, basta così, altrimenti potrei cambiare idea" a quelle parole mi allontano per scendere giù dall'auto seguita da lui.

Dopo un intero pomeriggio di compere tra l'enorme albero e le varie decorazioni con tanto di ghirlanda da appendere alla porta di ingresso siamo finalmente a casa. Esausta scalcio via i tacchi alti dirigendomi in bagno per lavare via la stanchezza di oggi..
credo non ci sia sensazione più bella di mettersi comoda dopo una giornata frenetica tra lavoro e compere, anche se con Christian ogni cosa sembra essere più leggera.
"Eccomi!" annuncio raggiungendolo sul divano.
"Mmmh che buon profumo" mi annusa il collo e mi irrigidisco non appena il suo respiro caldo colpisce la mia pelle.
"Ehm" tossisco per cercare di guadagnare lucidità "Vatti a rinfrescare anche tu, nel frattemp-" non riesco a terminare la frase che mi bacia, un bacio che inizialmente è cauto ma poi piano diventa sempre più intenso, voglioso, passionale. Mi lascio trasportare dalle sensazioni di piacere che pervadono il mio corpo, completamente stregato dal suo. Salgo a cavalcioni su di lui, e non appena le nostre intimità si scontrano entrambi gemiamo.
"Tu mi fai impazzire." sussurra con voce carica di desiderio. Non rispondo, comincio a spogliarlo piano piano e lui fa lo stesso con me. In pochi minuti ci ritroviamo completamente nudi, persi l'uno nell'altra. Mi afferra per le natiche, alzandosi, continuo a baciare e leccare il suo collo durante il breve tragitto fino in camera.
Dove mi adagia delicatamente sul letto, poco dopo si posizione con la testa tra le mie gambe e da lì inizia la strada verso il piacere più estremo...

"Ti amo" dico poggiando la testa sul petto.
"Ti amo tanto anche io" mi bacia tra i capelli. Siamo entrambi sudati ma appagati. In casa aleggia una tranquillità e una pace assoluta. "Cloe"
"Si?" alzo la testa per guardarlo.
"So che non è esattamente il momento più adatto mai io avrei leggermente fame" comincio a ridere, seguita da lui per poi baciarlo.
"Non ti preoccupare, ho fame anche tutto questo movimento ha consumato le nostre energie, ci aspetta ancora un'intera casa da addobbare" alza gli occhi al cielo ma non ribatte, si alza e io un po' riluttante mi allontano da lui, mi rivesto e lo raggiungo in cucina.

"Stavo pensando" mando giù il boccone con un po' di vino rosso, cercando di trovare le giuste parole per non toccare tasti un po' dolenti "Le vacanze natalizie si avvicinano e sarebbe davvero molto bello se tu.. insomma, ecco.. se tu"
"Se io cosa?" comincia ad agitarsi sulla sedia, sapendo già dove io voglia andare a parare.
"Christian vorrei solo che tutta la famiglia si potesse riunire, niente tasti dolenti, niente dolore.. io vorrei solo che tu possa essere felice del tutto e lo sai bene anche tu che.."
"Non dirlo" mi ferma alzando una mano in aria "Per favore non dirlo. Pensi che io non ci pensi? Pensi che per me sia facile? Non passa giorno in cui non pensi a lei, ai nostri momenti felici." il suo sguardo è cupo, posso vederlo viaggiare indietro a quei momenti in cui tutto era al posto giusto.
"Sarebbe tutto più semplice se tu la perdonassi" dico a voce bassa, come se avessi paura di farlo scoppiare, ma non dovrei stupirmi dopo che ho deciso proprio io di uscire l'argomento.
"Ma cosa ti fa pensare che io non la voglia perdonare? Sai per quanto tempo ho aspettato un suo gesto anche minimo, ad ogni mio traguardo lei non c'era ed era ogni volta una tortura, uno scavo ancora più profondo nel dolore che stavo vivendo. Nessun biglietto, nessuna chiamata, nessun messaggio, niente di niente." la sua voce è rotta, trema proprio come il suo labbro e gli occhi si stanno riempiendo di lacrime e mi maledico per non aver taciuto, odio vederlo così. Ma so bene che questo discorso sarebbe dovuto uscire prima o poi.
Stringe i pugni, allontanando il piatto.
Rimango inerme a fissare l'uomo che amo crollare, e io non posso far nulla perché la cura per questo è la stessa causa che ha dato vita a questa tortura.
"Tu non immagini quanto sia brutto non poterle presentare la donna che amo e con cui vorrei sposarmi e avere figli" quasi non cado dalla sedia, le farfalle nel mio stomaco si muovono ad una velocità supersonica, nonostante non sia il momento. Ma quelle parole, dette da lui sono come musica per le mie orecchie.
"Non poterle chiedere consigli su quale anello regalarti, lei non ci aiuterà con le bomboniere, non sarà alla mia e alla tua prova dell'abito, non mi darà coraggio quando ti aspetterò all'altare, quando scopriremo di aspettare un bambino e quando nascerà. Lei non ci sarà Cloe, non ci sarà" singhiozza sconfitto poggiando la testa sul tavolo, e abbandonandosi ad un pianto che graffia perfino la mia anima.
"Lei non ci sarà" si getta per terra e d'istinto lo raggiungo stringendolo a me. Non piangere amore mio, ce la faremo lei tornerà, io me lo sento.
"Scusa, Christian scusa, non volevo causare tutto questo" dico affranta, mordendomi il labbro cercando di trattenere le lacrime.
"Ne avremmo dovuto parlare ugualmente, stai tranquilla, ma ti prego stringimi forte perché solo così mi sento al sicuro."
"Ci penso io a te"

I'm in love with my bossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora