Capitolo 15

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"Ma dove diavolo eri finito?" sbraito andando verso mio fratello, che si pavoneggia sotto gli sguardi affascinati delle donne presenti, facendomi alzare gli occhi al cielo. È solo un bel faccino, diamine!
"C'era traffico" spiega abbracciandomi così forte da farmi mancare l'aria e in questo momento vorrei ucciderlo, mi sta facendo fare una figuraccia davanti a tutti.
"La- lasciami sto soffocando" cerco di spingerlo via e dopo avermi lasciato un bacio sulla guancia, allenta la presa e lo trucido con lo sguardo. "Ti ho chiamato due ore fa"
"Avevo da fare" ammette, lo afferro per il braccio e lo spingo verso la sala riunioni.

"Cloe" la voce di Donna mi fa voltare.
"Si?" guarda me e poi mio fratello.
"E lui chi sarebbe?" chiede, e sto per risponderle ma il genio mi precede presentandosi da solo.
"Sono Noah Lively, suo fratello maggiore" mi indica "incantato" e quasi non vomito, le prende la mano e gliela bacia.
"Io sono Donna Carter" sbatte gli occhi civettuola.
"Non sapevo che potess-" prima che continui con le sue smancerie per poter fare breccia nel cuore della rossa, lo interrompo.
"Noi abbiamo da fare dopo ti spiegherò ogni cosa" afferro nuovamente mio fratello per trascinarlo via.

"Ti sembra il modo di fare questo?" mi rimprovera aggiustandosi la giacca. "Ho appena incontrato l'amore della mia vita e tu non mi hai concesso neppure di invitarla a prendere un caffè" mi sbatto una mano in fronte e scuoto la testa esasperata.
"Mi spieghi perché ti chiedo sempre favori?"
"Perché sono il fratello migliore del mondo" mima un cerchio facendo poi l'occhiolino "e poi perché se l'avessi dovuto chiedere a papà, l'avresti fatto d'avvocato ad avvocato e poi saresti stata in debito. E sappiamo bene, che non viene" alza le spalle.
"Già, ma sarà l'ultima volta" preciso puntandogli una penna contro e in tutta risposta lui ride di me.

"Abbiamo tutto" chiudo il mio portatile, dopo due ore di ricerche.
"Si, adesso tocca a te" Noah mi poggia una mano sulla spalla, e sento pò di ansia crescere dentro di me.
"Andrà bene?" domando preoccupata.
"Hai tutto ciò che serve, stai tranquilla è nelle tue mani" mi scompiglia i capelli, e quasi non mi metto ad urlare.
"Dai alzati, vorrei andare a casa" prendo tutto e gli faccio strada.
"Okay" lui mi segue fino agli ascensori.
"Grazie ebete, non ce l'avrei fatta senza te" ammetto, ed è vero. Per quanto mio fratello sia irritante è l'unico che potesse aiutarmi, sono alle prime armi e non è così facile trovare gli scheletri più nascosti nelle vite di persone importanti che sanno come insabbiare così bene da quasi far sparire tutto. Però alla fine la verità verrà sempre fuori, ed io ce l'ho tra le mani. Adesso affronterò quella donna e lo farò davanti a Christian, sarà una rivincita per lui. E la minaccia di arrivare al processo sarà servita a far aumentare l'offerta che domattina sarà sulla mia scrivania.

"Segnerò sull'agenda ciò che hai appena detto" dice con finta sorpresa portandosi le mani al petto, facendomi ridere. E devo ammettere che mi è mancato tanto. Ma questo, questo lo terrò per me. Glielo dirò la prossima volta, forse, altrimenti si monterà la testa conoscendolo.
"Ti voglio bene" lo abbraccio. E per un attimo dimentico l'ansia e lo stress che questa causa ha causato in me. La rabbia e il fastidio che quella donna provoca in me, per tutto quello che ha fatto e ha continuato a fare senza un minimo di pudore. È impensabile!

Apro gli occhi infastidita. Ritrovandone due che se potessero mi farebbero secca in un attimo. Il mio capo è alle spalle di mio fratello, con i pugni e la mascella serrati. E non capisco cosa abbia.

Interrompo il contatto con Noah, mi saluta ed entra nell'ascensore.
"Buonanotte Bamby" sorrido e gli mando un bacio volante.

Sento il suo sguardo addosso ma non voglio voltarmi, tra di noi le cose stavano andando bene e non vorrei aver fatto qualcosa di sbagliato proprio ora.
"Signorina Lively nel mio ufficio ora." il suo tono di voce è così freddo, da lasciarmi spiazzata. Aspetto che i suoi passi si facciano più distanti per poi prendere un respiro profondo e seguirlo nel suo ufficio.
Lo trovo di spalle a contemplare la vista di New York col buio, e credetemi è uno spettacolo.
"Sono qui" tramite il riflesso mi accordo che adesso i suoi occhi sono concentrati su di me.
"Le sembra il posto giusto questo?" urla, continuando a tenere la mascella serrata, facendomi sussultare.
"Come scusi?" chiedo non capendo.
"Ho detto" si volta "le sembra il posto giusto questo" indica lo spazio attorno a noi avvicinandosi sempre di più a me, ma io indietreggio intimidita dal suo modo di fare in questo preciso istante.
"Posto giusto per cosa?" deglutisco.
"Questo me lo deve dire, lei" siamo ritornati a darci del lei, e questo mi fa rimanere leggermente male, lui lo capisce e sorride amaramente.
"Posso sapere dove vuole arrivare?" vorrei capirne di più, bloccandomi sul posto, e siamo così dannatamente vicini da sentire il suo respiro sulle mie labbra, e socchiudo gli occhi beandomi di quella sensazione.
"Mi fidavo di lei, pensavo fosse una ragazza per bene e invece porta le sue conquiste qui, dando spettacolo davanti a tutti senza un minimo di pudore e rispetto per il suo luogo di lavoro." spalanco gli occhi, non l'ha detto seriamente.
"Sta scherzando forse?" intreccio le braccia davanti a me, e sono scioccata e ferita dalle sue parole.
"L'ho vista e lei lo sa, stava abbracciando un uomo" una risata amara lascia le mie labbra, e lo vedo irrigidirsi ancora di più.
"Quell'uomo non era una mia conquista, era mio fratello Noah Lively, è venuto qui per aiutarmi a fare delle ricerche sulla sua ex e il suo cliente." adesso è lui a spalancare gli occhi sorpreso "Io non mi permetterei mai di fare determinate cose a lavoro, ci sono le giuste sedi per quello. Non so con che tipo di donne le abbia a che fare nella sua vita, ma sicuramente io non sono una poco di buono" sono offesa e schifata, è vero mi conosce da poco ma ho dimostrato in questi giorni che di me può fidarsi.
"Io.. io" cerca di parlare ma lo fermo con un gesto della mano.
"Lei niente, è stato abbastanza chiaro. Questo è quello che la sua puttana associata ha fatto per lei, e per far sparire dalla sua vita una volta per tutte la causa del suo malessere" gli sbatto sullo stomaco i vari fascicoli e afferrando la borsa e il mio pc esco da quell'ufficio con gli occhi velati dalle lacrime e l'amaro in bocca.

I'm in love with my bossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora