Capitolo 35

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"Perché ho come l'impressione che tu non sia felice?" mi chiede Donna sedendosi al mio fianco.
"No, io sono felice che Christian si sia completamente aperto con me e abbiamo esternato l'un l'altro l'amore che proviamo"
"E allora?"
"E allora ogni volta che facciamo passi avanti, si presenta sempre un cavolo di problema. È così dall'inizio e io non ne posso più." litighiamo, poi ci confrontiamo risolvendo il problema, passano alcuni giorni e ne fuoriesce un altro, tutto questo è così straziante soprattutto quando metti tutta te stessa in una relazione in cui credi. Non ho dato importanza al fatto che siamo andati a vivere insieme dopo solo un mese di frequentazione, lasciandomi andare in tutto e per tutto a tal punto da esternare i miei sentimenti senza quella paura che un giorno possa finire.
"Quale problema ci sarebbe?"
"Ti sembra niente non poter vivere una vita oltre il suo attico? Spiegami perché non possiamo avere una vita di coppia come la tua o come quella di Kim o di tutto il resto delle altre coppie?" non possiamo uscire a cena, non possiamo fare un corsa al parco o andare per le vie del centro, non possiamo andare al cinema. Niente di niente, perché potrebbe vederci chiunque e questo significherebbe avere problemi grandi al lavoro, e Christian non è molto adorato dai colleghi per via del suo simpaticissimo carattere. Ed io? Io passerei come quella troietta che si fa il capo per arrivare alla ribalta. Cosa potrebbero pensare i miei genitori se sentissero queste voci?
Inorridita dalla piega dei miei pensieri, mi alzo dal divano per prendere un barattolo di gelato al pistacchio e affogarci oltre al cucchiaio tutta la mia angoscia.
"Vaniglia o Cioccolato?" domanda poi a Donna.
"Vaniglia" così prendo anche due cucchiaio un paio di tovaglioli e li sistemo sul tavolino.

"Cerca di avere pazienza, pian piano tutto si risolve. Ogni difficoltà incontrata l'avete superata, e sarà così anche questa volta" una parte di me ne è certa, ma l'altra parte è completamente terrorizzata dalle cattiverie che potrebbero dire o pensare su di me ed è orribile visto che vado d'accordo con la maggior parte dei miei colleghi.
"Lo spero davvero" appoggio la testa sulla sua spalla, cercando di godermi il resto del film è il mio bicchierone di gelato.

"Amore, svegliati dobbiamo andare a casa" la voce di Christian accompagna a diversi bacetti sulla guancia e sul collo mi svegliano.
"Che ore sono?" chiedo con voce impastata dal sonno.
"È l'1 di notte" dice lui, aiutandomi ad alzarmi dolcemente.
"Avete fatto così tardi?" mi stiracchio un pò prima di infilarmi il cappotto.
"Si dopo la partita, siamo andati a mangiare e bere qualcosa e poi siamo tornati"
"Poi abbiamo incontrato due ragazze che ci hanno fatto un piccolo servizio" aggiunge quell'idiota di mio fratello ed io seppur stordita dal sonno mi avvicino a lui e con la complicità di Donna lo colpiamo, una al broccia destro e l'altra al braccio sinistro.
"Vuoi dormire in balcone stasera?" minaccia la mia amica guardandolo male.
"Tesoro mio tu sai bene che voglio solo te" che essere viscido e ruffiano.
"Io prima o poi ti ammazzo" detto ciò prendo la borsa, e saluto Donna seguita da Christian che saluta anche mio fratello al contrario di me che lo evito di proposito.
"Hey torna qui, sono tuo fratello maggiore e tu devi salutarmi sempre"  tuona, afferrandomi per il braccio.
"Per mia sfortuna" aggiungo facendoli ridere, così gli stringo la mano e usciamo da casa loro.

Una volta arrivati a casa nostra io e Christian ci prepariamo per la notte e capisco subito dal suo atteggiamento che c'è qualcosa che vorrebbe dirmi.
"Cosa c'è?" gli domando infatti, lui sgrana gli occhi sorpreso.
"Come fai a sapere che ci sia qualcosa?" è normale che trascorrendo con lui metà giornata lavorativa e poi la sera a casa io abbia imparato a conoscerlo, e poi in macchina era troppo silenzioso cosa che non fa mai.
"Eri troppo silenzioso" ammetto, mettendomi poi a letto, e credo che non ci sia sensazione più bella. Dopo un venerdì interminabile di lavoro. "Allora sputa il rospo" continuo.
"Donna, prima di svegliarti mi ha raccontato ciò che le hai detto, e mi sento così in colpa per il tuo malessere" si avvicina a me, facendosi piccolo piccolo e appoggiando la testa al mio grembo. "So che sembra che tutto l'universo ce l'abbia con noi, ma a me importa solo di te, e non di quello che i colleghi possano pensare. Ti ho scelta come mia associata prima ancora che la nostra relazione iniziasse non ci eravamo mai visti prima, e poi tu sei in gamba di tuo non hai bisogno di nessuno per venire fuori."
Gli accarezzo la guancia grata per le parole a me rivolte, lui afferra la mia mano per poi baciarla.
"Ma tu potresti avere ulteriori problemi con loro" e questa è una cosa che mi spaventa moltissimo, non mi perdonerei mai se a causa della nostra relazione lui venisse visto male. Perché è vero che non è per niente socievole e simpatico con tutti, ma lo studio e il suo lavoro sono tutta la sua vita.
"Cloe tu devi capire che le persone avranno sempre qualcosa da ridire su tutto e tutti. Sai quante ragazze vorrebbero essere te o quanti ragazzi della mia età vorrebbero essere al mio posto?"
"Questo lo so, ma ti immagini se i miei venissero a sapere tutto ciò da altri e non dalla loro figlia? Si fidano ciecamente di me e so anche che non è la prima volta che due colleghi, al di là delle posizioni che ricoprono, abbiano una relazione" sono stanca di tutti questi segreti e problemi, infondo non stiamo facendo del male a nessuno abbiamo una semplicissima relazione. "Domani parlerò con i miei genitori"
"Mi sembra giusto se dovessi avere bisogno potrei venire con te"
"No no è una cosa che devo fare io, credo che capiranno, mi conosco e sanno bene che genere di persona io sia. Noi ci meritiamo di vivere tranquilli e di poter fare ogni cosa che ci pare" e ne sono convinta non permetterò a nessuno di distruggere quello che stiamo pian piano costruendo, non dico di voler una relazione tutta rose e fiori ma neppure così turbolenta.
"Vieni qui" si sposta da me sistemandosi meglio nel letto per accogliermi tra le sue braccia, il mio posto preferito, dove sono in pace e al sicuro da tutto e da tutti.
Quando ci abbracciamo il mio corpo smette di essere uno solo e diventa un tutt'uno con il suo.
Ed io non potrei mai rinunciare a tutto questo, non potrei mai rinviare a lui. È l'unico in grado di capire ciò che sento dentro, e che la sua sola presenza mi fa stare bene anche quando va tutto male e vorrei urlare. Perché lui è diverso da tutti gli altri. Lui è lui.
"Ti amo tanto"
"Ti amo tanto anch'io"

I'm in love with my bossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora