Capitolo 55

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"Infernale, ecco come è stata questa giornata per me" mi siedo a peso morto sul divano scalciando via questi maledetti tacchi.
"Ciao anche a te amica" dice Kim alzando lo sguardo dalle sue scartoffie.
"Come mai sei nell'ufficio di Christian?" chiedo confusa, mettendomi più comoda.
"Hanno una riunione in quello di Louis e mi hanno spedita qui" alza le spalle spiegandomi.
"Credimi ho proprio.."
"Bisogno di caffeina" completa la frase Donna raggiungendoci. Ma come? Certe volte mi fa proprio paura.
"Ti ho vista arrivare e ho ordinato subito tre caffè super forti" ecco.. "Ma dove sei stata tutto il giorno?" chiede poco dopo.
"Oh guarda lascia perdere, mi hanno tenuta da questa mattina alle 8 fino alle 4 del pomeriggio in tribunale" stavo per impazzire, il mio cliente era esasperato, la mia testa non smetteva di pulsare, il mio cellulare non smetteva di squillare ed è stato sfiancante.
"Cavolo, proprio una merda" commenta la rossa porgendomi il bicchiere.
"Puoi dirlo forte, fino a ieri eravamo ad Aspen e sono passate due settimane. Non so più che giorno della settimana sia, non ho smesso per un minuto di lavorare"
"Louis, mi ha riempita di fascicoli e ha intasato la mia email inoltrandomi richieste su richieste, non so più nemmeno da quando non faccio sesso." aggiunge a bassa voce, facendoci ridere. Porto il bicchiere alla bocca, ma non appena l'odore del caffè pervade le mie narici un conato di vomito segue, e non riesco a fermarlo rigettando per terra praticamente nulla se non succhi gastrici essendo a digiuno.
"Ehi" soccorrono in mio aiuto le mie amiche tenendomi i capelli una, e pulendomi il viso l'altra. "È tutto okay?" mi chiede preoccupata Kim.
"Credo.. credo di sì, l'odore del caffè mi ha dato il voltastomaco, stranamente" prendo la bottiglietta d'acqua che Donna mi porge e mando giù un sorso d'acqua "Forse sono troppo stressata e aspetto il ciclo" si lanciano sguardi strani tra di loro ma lascio correre.
"Quando dovrebbero arrivarti?" domanda dopo qualche istante di silenzio Kim.
"Il 10"
"Febbraio?"
"No no Gennaio" spiego.. aspetta un attimo, mah... oddio. Spalanco gli occhi "oh oh" è quello che riesco a dire, cerco di alzarmi ma non mi reggo neppure in piedi. Cerco di rimanere lucida e di non entrare subito nel panico. Respira e inspira, respira e inspira.
"Cloe.. ci sono 17 giorni di ritardo" al diavolo il non panico.
"Lo so lo so" piagnucolo.
"Allora" comincia Kim, dopo aver ripulito il mio vomito (che schifo) "Ragioniamoci su: c'è qualche possibilità anche minima che tu possa essere incinta?" il cuore mi va in gola e sento che sto di nuovo per vomitare, non è possibile.. è troppo presto. Noi non siamo pronti, abbiamo ancora tanto da sistemare. E Christian ha già tanti pensieri e preoccupazioni e adesso questa cosa.
"Non lo so, credo di no, prendo la pillola" aspetta ma stamattina no, e ieri?
"Hai dimenticato di prenderla vero?" Donna mi fa paura, anche se penso che dalla mia faccia la risposta sia scontata.. ma lei risponde alle domande che una persona si pone in testa. E prima o poi scoprirò come faccia.. ma prima devo risolvere questo.
"Si, qualche volta. Non mi sono fermata un attimo da quando siamo tornati, vedo pochissimo pure Christian e abitiamo nella stessa casa e lavoriamo nello stesso posto, figuriamoci ricordarmi di prendere la pillola" dico tutto d'un fiato.

"Calmati" mi ferma Kim "Adesso intanto ti dai una rinfrescata, mangi qualcosa, dopodiché fai il test anche più di uno e se dovessero essere positivi fissi per domani stesso una visita ginecologica"
"Kim verrà con te, io starò qui e inventerò qualcosa che ti comunicherò via messaggi con Christian" il telefono vibra, ed è proprio il mio fidanzato, non è la prima chiamata di oggi ma tra il tribunale e ora la situazione in cui mi trovo.. non ce la faccio a rispondere.

Qualche ora dopo siamo ritornate allo studio, a pancia piena, il che mi ha fatta sentire molto meglio, e piene di test di gravidanza.
"Hai fatto?"
"Si Kim, sto uscendo" per evitare che qualcuno possa spiarci abbiamo chiuso la porta del bagno a chiave. Butto via lo scarico, metto il tappuccio al test e raggiungo Kim ai lavandini poggiando il "pennarello" sulla superficie.
"Non ce la faccio a guardare" le mani mi sudano e il cuore batte forte che quasi temo possa uscirmi dal letto. Comincio a far avanti e indietro, la mia testa si riempie di reazioni negative alla notizia. I sette minuti più lunghi della mia vita.

"È il momento" Kim si avvicina e io mi immobilizzo sul posto, incapace di muovermi e di emettere suono. "Guardo io e ti dico" continua.
Lo prende in mano, lo gira e non appena vede il risultato spalanca gli occhi.
"Sei incinta"

I'm in love with my bossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora