Capitolo 12

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"Ricordami perché ti racconto sempre tutto?" dopo il caffè con Donna sono andata dritta da Kim per raccontarle cosa si è persa in queste ore, e lei come sempre fa film che neppure Tarantino.
"Perché sono la tua migliore amica da tipo tutta la vita" giuro che la odio quando fa così. "Ma tu sai che ho ragione" continua fissandomi dritta negli occhi.
"Ma se mi conosce si e no da dieci giorni"
"Esiste una cosa che più comunemente viene chiamata, colpo-di-fulmine" scandisce bene, alzo gli occhi al cielo. È vero non posso negare che il mio capo sia affascinante e bello, molto bello ma a me lui non piace in quel senso ed io non piaccio in quel senso.
Non è il mio tipo troppo bipolare.
"Io vado altrimenti farò tardi" dico guardando l'ora sul telefono, dò un bacio alla mia amica.
"Usa le giuste precauzioni, sono troppo giovane per diventare zia" urla davanti a tutti mettendomi in ridicolo e giuro che vorrei strangolarla, ma non posso, quindi mi limito ad alzarle il medio con classe mentre mi avvio verso la porta.

Okay..
Eccomi qui, sono davanti all'ingresso del Signor Spencer, temporeggio un pò prima di suonare, approfittandone per guardarmi allo specchietto. Dò una ripassata di rossetto, faccio  un sospiro profondo, afferro il sacchetto con la bottiglia di vino e decido di suonare.
Silenzio, poi sento dei passi vicini, gira la chiave e poi compare davanti a me.
Sento d'improvviso il cuore battere forte e lo stomaco attorcigliarsi, il suo profumo mi colpisce dritto in faccia facendomi chiudere gli occhi.
"Buonasera Cloe" ed è strano ma piace sentir pronunciare il mio nome da lui.
"Buonasera" la mia voce esce roca, sarà a causa della bocca asciutta.
"Si accomodi pure" si fa di lato permettendomi di entrare, aspetto che richiuda la porta per poi, porgergli la bottiglia. Legge il nome sul sacchetto e sorride "Ha fatto i compiti a quanto vedo?" ha capito che c'è lo zampino di Donna, se avessi avuto ricevuto l'invito prima avrei potuto in qualche modo prepara un dolce, ma da un lato è stato meglio non conoscendo i suoi gusti, dall'altro dopo il messaggio sono andata nel panico e raccontato tutto a Donna è lei mi ha consigliato di prendere il suo vino preferito nel posto in cui lui lo acquista sempre.
"Già" ammetto.

"La carne era fantastica, non mangiavo una bistecca così buona da davvero tanto" dico dopo aver mandato giù l'ultimo boccone, seguito da un sorso di vino.
"Non faccia la ruffiana" ride, mostrando la sua perfetta dentatura e mi perdo a fissarlo, vorrei che fosse sempre così. Abbiamo parlato di tante cose, ha voluto sapere di me e della mia famiglia, delle mie passione, dei viaggi fatti e mi ha raccontato di lui. Sulla sua famiglia è stato molto vago, mi ha detto che ha un fratello e che ha un bellissimo rapporto con il padre.
Non credeva alle sue orecchie quando gli ho detto che sono un'appassionata di calcio, basket e baseball.. e che me la cavo molto bene con la boxer.
"Non scherzo mai sul cibo, sono fan del buon cibo" ed è vero, guardandomi non si direbbe, sono sempre stata magra sin da piccolina. Ma mangiavo e mangio tuttora, qualsiasi cosa, ma ho un metabolismo abbastanza veloce e faccio attività fisica tre volte alla settimana.
"Allora in questo caso, grazie" si porta una mano al petto, abbassando un pò la testa in una sorta di inchino, per poi scoppiare a ridere entrambi ed il suono della sua risata è così bello... a parte il carattere questo uomo non ha nulla che non va.

Mi alzo dal tavolo, per cercare di dare un taglio alla direzione cui stanno prendendo i miei pensieri, decidendo di sparacchiare per tenermi occupata.
"Oh no no, faccio io" mi blocca afferrandomi per il polso. Entrambi ci fermiamo, guardo la sua presa e poi guardo lui. Occhi meglio occhi, sento il mio corpo riempirsi di brividi ma non dò molto importanza alla cosa, sarà stato il freddo.
"Ehm no no stia tranquillo, penso io a dare una sistemata, lei guardi pure tutto il materiale che gli ho portato" mi allontano, sentendo quasi una strana sensazione di vuoto. E comincio a sistemare il tavolo portando i piatti e le posate nel lavabo.

Non dice nulla, afferra la bottiglia e versa altro vino nei bicchieri, per poi portarli nel tavolino affianco al divano.
Si siede e prende in mano i miei fascicoli.
Nel frattempo io lavo ciò che abbiamo sporcato, sistemandoli poi nei rispettivi posti da lui indicati.

"Donna le ha detto tutto vero?" domanda una volta che lo raggiungo sul divano.
"Mi ha detto ciò che riteneva io dovessi sapere" bevo un sorso di vino, guardando il suo volto rabbuiarsi. Così mi faccio avanti... "Se per lei vedere quella donna è una continua sofferenza posso occuparmi io del caso" mi guarda, poi all'improvviso stringe i pugni.
"Penserà che non abbia le palle per affrontarla" dice duro, odio vedere la gente soffrire, soprattutto per un tradimento. Pensi di avere affianco la persona della tua vita ma in secondo tutto va a puttane. Lasciandoti inerme e con il cuore a pezzi.
"E invece no, perché se l'avvocato Scott dovesse venire da lei, lei dirà semplicemente che ha cose più importanti di cui occuparsi, piuttosto che pensare ad accordi di potere" i suoi occhi adesso mi stanno fissando, e mi sento un pò a disagio, ma non riesco ad interrompere il contatto visivo. Sorride.. e il mio cuore quasi non scoppia.
"Sà" comincia prendendo un sorso di vino "lei mi piace, non ha paura e sa cosa vuole. Mi ricorda tanto me quando ero al suo posto, con la differenza che lei procede passo dopo passo io invece amo correre e mi sono schiantato parecchie volte prima di arrivare fin dove sono arrivato."
"Lo prendo come un complimento" imito la sua voce, non riuscendo però nella mia impresa.
"Si lo è" silenzio...

"Quindi" tossisco "darà a me il caso?" voglio battere quella traditrice, lasciando lei e il suo cliente con il nulla. Non mi sono mai piaciuti i traditori.
"Si, mi fido di lei" e dopo questa frase è meglio che io vada a casa.
"Grazie Signor Spencer" mi alzo prendendo il mio capotto e la mia borsa "adesso vado"
"L'accompagno" mi precede, aprendo la porta e permettendomi di uscire.

"Grazie per la serata, buonanotte Signor Spencer" gli porgo la mano, che lui non esita a stringere e subito quel contatto crea quella dannata scossa. Così sciolgo la presa dalla sua e  faccio per andarmene ma le sue parole mi fanno voltare nuovamente.
"Chiamami pure Christian, sono stanco di questo lei" si appoggia allo stipite della porta, sorrido annuendo.

"A domani Christian"
"A domani Cloe"

I'm in love with my bossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora