Capitolo 4

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"Allora adesso la domanda è abbastanza semplice, o accetta la nostra proposta ovvero si prende il 40% delle azioni oppure tra una settimana dichiarerà come è giusto che sia, vista la condizione della sua azienda, bancarotta?" chiedo al C.E.O dell'impresa inglese coinvolta nella fusione con il nostro cliente.
"Il 40%?" domanda contrariato il loro avvocato, alzandosi di scatto e spalancando le braccia.
"E le sembra poco dopo tutta la merda che abbiamo trovato? Il 50% spetterà al mio cliente, il 40% al suo e il 10% al mio studio" affermo irremovibile ma allo stesso fiera del modo in cui ho svolto tutto ciò.
"E di me cosa ne sarà?" preoccupato chiede passandosi la mano sul volto.
"Avvocato è già tanto che non l'abbiamo fatta radiare e non mi dica che potremmo finirci anche noi nella merda essendo a conoscenza di ciò che avete insabbiato, perché sa' bene come andrebbe a finire. Quindi lei si farà da parte, è il suo cliente fondendosi con il mio diventerebbe un unico cliente che apparterrà al mio studio in quanto soci" detto ciò porgo la penna al panzuto inglese che senza un minimo senso di cedimento fa ciò che pensavo avesse fatto, firmare tutti i documenti. Facendomi sorridere compiaciuta.

"È stato un piacere lavorare con lei, domani le farò avere tutta la documentazione necessaria" il mio cliente mi stringe la mano, con un sorriso a trentadue denti.
"Il piacere è stato tutto mio" ricambio la stretta, contenta.
"Il Signor Spencer ha fatto la scelta migliore, dovrò davvero fargli i complimenti." arrossisco, mia caratteristica tipica da praticamente sempre, non ho paura di niente, sono più cazzuta di un uomo, ma ogni qualvolta io ricevo un complimento o una gratificazione arrossisco.

"Posso disturbarla?" busso alla porta, già aperta, del mio adorabile capo, il quale non appena senta la mia voce alza testa, sorridendo sghembo. E per quanto stronco possa essere devo ammettere che sia un bellissimo uomo. Alto, fisico possente, capelli biondo scuro, occhi castani e sottili labbra color ciliegia.
"È qui, mi sta già disturbando?" e tutta la sua bellezza in un secondo è andata a farsi fottere.
"Sono qui per darle questo" mi avvicino alla scrivania e gli porgo il fascicolo con tutto ciò che oggi è avvenuto dentro la sala riunioni. Lui lo prendo e comincia a leggere.
"Quindi non solo si è occupata della fusione di un mio cliente vuole anche portarmelo via" dice con disprezzo, guardandomi male. E allora mi lascio sfuggire una risata.
"Io non voglio portare via i clienti a nessuno, specialmente ad un mio superiore, mi è stato affidato un compito ed io l'ho portato a termine nel migliore dei modi. E ho lavorato mostrandole come avrei agito, l'unica cosa che mi sono permessa di fare all'oscuro di tutti è stata questa" sventola la delega da me scritta ma firmata inconsciamente da lui, ieri insieme a le varie carte che gli avevo portato.

"Il sottoscritto, Christian Spencer, socio-titolare dello Spencer Campbell Williams delego l'avvocato Cloe Lively come responsabile della causa in questione, in quanto soddisfa tutte le richieste da voi volute.

Cordialità
Christian Spencer."

Termina di leggerla e lo vedo sgranare gli occhi incapace di proferire parola, ancora una volta sorpresa da ciò che una pivella potesse fare.
"Non c'è bisogno che lei dica nulla di particolare, si può limitare ad un ottimo lavoro signorina Lively. Ma ho capito che non è il tipo da gratificazioni o elogi, per cui mi farò bastare il suo silenzio, il cliente è suo e tale rimarrà. Buon proseguimento di serata" deglutisce, rigido quanto un manico di scopa. Forse non si aspettava di aver trovato il pane giusto per i suoi denti.

I'm in love with my bossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora