Capitolo 19

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Mi bacia...

Ed io sono lì ferma, immobile, ancorata al pavimento stregata dalle sue labbra che continuano insaziabili a sfiorare le mie, è un bacio calmo come a voler trasmettermi tutta la sua angoscia e il suo sconforto. Con una una mano tiene la mia testa e con l'altra il bacino.

Vorrei oppormi, vorrei dirgli che sono stata male che le sue parole mi hanno offesa e che nessuna donna al mondo va trattata in quel modo né da un padre, né da un marito, né da un fratello, né da un superiore..
Le donne vanno protette e amate, vanno sostenute, sono il fulcro di una famiglia e vanno rispettate sempre.

Vorrei dirgli che questo non doveva accadere, non è eticamente corretto, il nostro statuto lo dice chiaramente. Lui è il mio capo e io sono la sua associata e questo non va bene.
Ma non riesco a dire nulla, il mio cervello manda impulsi che il mio corpo scaccia via.

Il cuore batte all'impazzata, sento il viso accaldato, il corpo è pervaso dalla pelle d'oca e il mio stomaco sembra impazzito.
Sono attaccata a lui, mi aggrappo alle sue braccia ed è come se non avessi mai baciato un altro prima d'ora.

Tutto ciò è dannatamente sbagliato ma allo stesso tempo mi sento dannatamente bene.

Dopo minuti si stacca da me, il respiro affannato, gli occhi lucidi e le labbra gonfie.
Ci guardiamo, ma non parliamo, mi avvicina ancora di più stringendomi a sé e appoggiando il suo mento sulla mia testa.

"Scusa ancora, io non volevo." Dice con voce roca e io mi beo del suo profumo sistemandomi meglio sul suo petto. E vorrei fermare il tempo in questo preciso istante. Ma purtroppo non possiamo e allora ciò che prima il mio cervello elaborava adesso la mia bocca lo esprime.
"Tu sai che questo non va bene e che per quanto sia stato bello non dovrà più ripetersi" mi mordo un labbro, odio rovinare i bei momenti, ma ci sono delle regole che non possiamo trascurare.
Lo sento prendere un respiro profondo.
"Lo so, ma.." alzo la testa per guardarlo e la sua espressione adesso è infastidita ma deciso di continuare ugualmente.
"Christian, nessun ma o nessun se, questo" indico me e lui "non può essere. Tu sei il mio capo."

"E cosa proponi di fare?" è teso, ma non allenta la presa su di me ed io la mia su di lui. Siamo al centro del mio salotto, incastrati l'uno con l'altra, come a non volerci staccare per nessuna ragione.
"Far finta che non sia mai successo nulla, diciamo che abbiamo chiarito e finisce lì. E tutto tornerà come prima" non credo a nessuna mia parola detta, ma cerco di essere più convincente possibile. Il suo sguardo è deluso.
"Non sarà facile" si avvicina in modo pericoloso alle mie labbra "ormai è successo" mi lascia un tenero bacio, poi un altro e un altro ancora.

"Christian" sospiro.
"Mmm" mugola continuando a baciare le mie labbra, poi il mio naso, le mie guance, la mia mandibola per poi ricominciare e vorrei che non smettesse, ma almeno uno dei due deve pensare alle conseguenze.
"Non credi che sia meglio che tu vada?" mi mordo la lingua, e cerco di guardare oltre la sua spalla, altrimenti continuerei a cedere.

Si stacca da me, allontanandosi. E sento un vuoto dentro inspiegabile, gli afferro la mano e lui scioglie la presa. Sgrano gli occhi.
"Non sei tu quella che dovrebbe rimanerci male" scuote la testa.
"Ascolta" lo invito a guardarmi "anche io vorrei andare oltre, anche io vorrei che tu rimanessi, anche io non posso negare l'attrazione che si è creata tra di noi dal primo giorno che ci siamo visti. Però.." abbasso lo sguardo delusa, da quanto sia strana la vita e da quanto il destino possa essere crudele.
"Però io sono il tuo capo e tu la mia associata" completa la frase infastidito.
"Si, e come ti ho detto dobbiamo dimenticare tutto."

"Tu non lo vuoi" si avvicina nuovamente e io indietreggio, se continua così peggiorerà solo le cose "ed io neppure".
"Per favore" lo supplico contro ogni mia fibra del mio corpo "è già difficile così, non renderlo più complicato"
"Hai vinto" schiocca la mascella e si dirige alla porta aprendola per poi sbatterla. Lasciandomi lì impalata.

E vorrei corrergli dietro, vorrei dirgli che qui nessuno vince.. ma perdiamo entrambi.
Ma sto qui ferma a fissare la porta, toccandomi le labbra.

I'm in love with my bossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora