Capitolo 27

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Mi sveglio completamente accaldata, tra il piumone e Christian attaccato a me tenendomi stretta per la vita con il suo braccio.
Cerco di muovermi ma ho paura di svegliarlo, così pian piano sollevo un suo dito alla volta, poi sollevo la mano e infine il braccio.
Esulto silenziosamente nella mia testa, ma non appena sto per alzarmi mi afferra di nuovo, tenendomi stretta ancora più forte.
Ritento nuovamente a sollevare le dita, la mano e infine il braccio, facendo maggiore attenzione.
Finalmente libera, scendo giù dal letto e raccolgo le mie mutande e la sua camicia sparsi sul pavimento e mi dirigo verso la cucina decisa a preparare una super colazione per entrambi.

Una volta finito, sistemo nel vassoio il piatto con le uova e il bacon, un altro piattino con del pane tostato e il burro e un bicchiere di spremuta d'arancia per lui..
poi sistemo il mio con i pancake e la macedonia e ritorno in camera.

"Sveglia sono le 11 e la colazione è pronta" spero vivamente di non far cadere nulla per terra.
"Mmm, ma è domenica" si lamenta, girandosi dall'altra parte.
"Si ma quando ti ricapita un'avvocatessa così sexy che ti porta la colazione a letto, con addosso la tua camicia?" lo provoco.
"Questa è una cosa che mi piacerebbe vedere ogni mattina" si sistema meglio sulla spalliera del letto, mi avvicino poggiandogli il vassoio sulle gambe, dandogli poi un leggero bacio sulle labbra.

"Allora" comincia, prendendo un sorso di spremuta "Raccontami qualcosa su di te che non so" mi domanda, cogliendomi alla sprovvista.
"Cosa vuoi sapere?"
"Qualsiasi cosa" alza le spalle, sorridendomi.
"Beh sono nata a New York, ho un fratello più grande" tossisco ricordando quell'episodio di qualche settimana fa "ho studiato ad Harvard mi sono laureata con il massimo dei voti, vivo da sola, ho fatto danza per tanti anni, ho avuto due relazioni importanti nella mia vita terminate per mia scelta.. poi" ci penso un pò sù, per vedere cosa altro dire "ehm amo viaggiare sono stata in diversi posti ma tra tutti la mia città preferita rimane Parigi, amo i libri che parlano d'amore, il mio regista preferito è Tarantino, sono fissata con l'alimentazione corretta e il mio colore preferito è il blu" credo di aver fatto un ottimo sunto di quello mi riguarda, dovrei chiedergli anche io un pò di lui, non so molto ad eccezione della sua storia con Abigail. "Tu invece che mi dici di te?" taglio un pezzo di pancake, addentandolo subito dopo.

"Non c'è molto da dire" dal suo tono di voce intuisco che ci sia qualcosa che non vuole raccontare, il suo viso è diventato teso e il suo sguardo cupo. "Ho studiato ad Harvard, ho avuto tante ragazze, la più importante l'hai conosciuta e sai pure come è andata a finire, amo il basket e il baseball, amo lo scotch e il buon cibo." faccio un sorriso di circostanza, vorrei chiedergli di più, ma evito non vorrei essere troppo invadente, le cose stanno andando molto bene.
"Ottimo" okay, si è creato un pochino di imbarazzo, così decido di alzarmi per riportare tutto ciò che abbiamo utilizzato in cucina.

Dopo aver sistemato i piatti e la cucina, ho chiesto a Christian se avessi potuto farmi una doccia, ma non avendo né vestiti né biancheria di ricambio si offerto di prestarmi un suo pantalone di tuta, una felpa e un paio di suoi boxer, che a me stanno decisamente troppo larghi ma meglio di niente.
"Hai uno spazzolino in più?"
"Si certo, guarda pure nel cassetto a destra dovrebbe essere lì" urla dalla camera, faccio come dice e ne trovo diversi spazzolino confezionati.
"Cosa ne fai di tutti questi spazzolini?" chiedo aprendo il rubinetto dell'acqua per poi mettere del dentifricio sullo spazzolino.
"Per ogni evenienza" non rispondo, cominciando a lavarmi i denti.

"Così io sarei un'evenienza?" lo guardo male.
"Forse" dice scherzosamente, raggiungendomi. Mi guarda e l'espressione dura e cupa di prima sembra svanita. Prende il mio viso tra le mani creando cerchi immaginari con i pollici sulle guance.
Mi bacia, prima un bacio a stampo, poi sempre più passionale.
Il suo profumo sui vestiti, il suo profumo sulla pelle.. il suo profumo ovunque. Questo è di più molto di più.
Mi sento in pace, sento il mio corpo a proprio agio, nonostante io non sappia tanto di lui è come se ogni parte di me conoscesse ogni parte di lui e viceversa. Devo imparare ancora a capirlo per bene, ma so che solo dandogli tempo e modo per farlo sarà lui ad aprirsi di sua spontanea volontà. E sarò lì, ad ascoltarlo e non giudicarlo qualsiasi cosa avrà voglia di raccontarmi.

Ci stacchiamo, riprendendo fiato e continuando a guardarci, entrambi con le labbra gonfie e più scure.
"Io dovrei andare"
"Di già?" domanda deluso, stringendomi ancora di più come a volermi impedire di andarmene, e questo mi strappa un sorriso.
"Si, ho delle cose da sistemare e poi domani dobbiamo lavorare, quindi devo proprio" mi mordo i labbro.
"Okay" dice arreso "Ti accompagno alla porta" gli dò un altro bacio e prendo tutto ciò che di mio sia presente nella sua camera per poi andare verso l'ingresso.
"Cloe" mi blocca prima di aprire la porta "non voglio dimenticare quello che è successo e so che nemmeno tu vuoi questo, quindi.. io beh non so, cosa dici di fare?"
"Non voglio dimenticarlo neppure io, possiamo solo far finta di niente in ufficio per evitare problemi sia a te come dirigente che a me come dipendente e tua associata" è la miglior soluzione, non posso continuare a reprimere che mi piaccia e sono molto attratta da lui, non posso fingere che ieri sera non sia stato niente. Perché ieri sera è stato più di quanto potessi mai immaginare.
Non posso dimenticare il primo bacio, non posso far finta di nulla.. devo anzi dobbiamo solo andarci piano. Passare più tempo insieme, vedere come va e con un passo alla volta salire ogni gradino che ci spetta, evitando di correre.
"E di noi?" percepisco la sua preoccupazione, lo leggo dai suoi occhi e lo vedo dal modo in cui irrigidisce la mascella.
"Noi ci andremo piano, ci conosciamo meglio e poi chissà, staremo a vedere strada facendo"
"Sono d'accordo" detto ciò lo abbraccio. "Andrà bene, vedrai" mi rassicura.
"Ci spero" mi lascia tre teneri baci a stampo per poi aprirmi la porta.

Non so cosa ci aspetterà, non so come sarà, né tantomeno cosa sarà tutto questo. Ma se ci farà stare bene sarà sicuramente la scelta giusta.

I'm in love with my bossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora