Capitolo 25

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"CLOEEEEEE" urla Kim dalla cucina e giuro che vorrei strozzarla ma poi mi rimarrebbe sulla coscienza, e quindi evito oltre al fatto che le voglio un gran bene. Con malavoglia scendo nuovamente dal mio confortevole e caldo letto, rabbrividendo al contatto dei miei piedi scalzi con il pavimento, afferro il cardigan sulla poltroncina e lo indosso per poi raggiungerla.
"La pianti di strillare? Sono qui" sospiro, aprendo il frigo e prendo tutto l'occorrente per prepararmi la mia solita colazione.
"Dico io come fai ad essere così serena, questo è il nostro primo vero gala da donne in carriera" intreccia le sue mani, sbattendo le palpebre più volte mentre guarda un punto indefinito del soffitto, parlando con voce eccitata e piena di euforia.
"Wow... che emozione!" esclamò con palese finto entusiasmo, agitando le braccia per aria.
"Continuo a chiedermi come faccio ad essere ancora tua amica." mi trucida con lo sguardo, scendendo dallo sgabello e andando verso il divano, dove aveva precedentemente depositato delle buste contenti degli abiti e delle scarpe. Sono già stanca e sono solo le 10 del mattina, non so e non voglio immaginare in che stato arriverò al gala stasera.
"Me lo chiedo anche io" rispondo divertita, ricevendo in tutta risposta il dito medio.

Il suono del campanello, mette fine al nostro mini battibecco sul mio odio profondo verso qualsiasi evento mondano. Praticamente è sempre stato così fin da piccoline, io che ogni volta che potevo facevo finta di star male per scansarli e lei mi tormentava fino a farmi cedere e quindi ad andare.
Credo che sarebbero anche degli eventi molto belli e divertenti se solo la gente la smettesse di essere così schifosamente noiosa e se evitassero di fare i fintoni, quando è chiaro che si odiano tutti e sono uno più invidioso dell'altro.
I figli perché sono solo minicopie dei loro straricchi genitori, che pensano di essere destinati al successo, ma la maggior parte di loro non sa neppure quanto faccia uno più uno e vengono ammessi a college prestigiosi come Harvard e Yale solo perché 'figlio o figlia di'.

Io e mio fratello abbiamo cercato sempre di discostarci da questo mondo. Quando sia io che lui uscivamo o conoscevano gente nuova, non dicevamo di chi eravamo figli o dove abitavamo altrimenti la gente ci avrebbe usato e avrebbe approfittato della nostra compagnia, per godere "dei privilegi" a cui noi eravamo stati abituati.

"Donna?" chiedo sorpresa una volta aperto la porta.
"Buongiorno anche te, felice di vederti, come stai?" dice sarcastica lasciandomi due baci sulle guance, per poi entrare con altre quattro enormi buste piene di presumo vestiti e scarpe.
"Aaahhh finalmente sei qui" saltella sprizzando gioia da tutti i pori la mia migliore amica, correndo ad abbracciare la rossa che ricambia affettuosamente. In tutto ciò io decido di prepararmi la colazione ignorando le loro urla.

"Allora come è andata ieri sera?"si avvicina Donna prendendo un mirtillo, guardandomi furba.
"Ieri sera?" si aggiunge curiosa Kim al discorso, nel mentre riempie il suo piatto di pancakes e frutta.
"Si ieri Cloe è stata con Christian, è andata da lui" divento subito paonazza e lo percepisco dal calore preso dalle mie guance, e comincio a tossire dall'imbarazzo.
"Tu cosa? E quando pensavi di dirmelo?" mi punta la forchetta contro con fare minaccioso.
"Beh io l'avrei fatto, se tu mi avessi dato modo" dico in mia difesa.
"E cosa è successo?" se dessero un premio per la donna più curiosa al mondo sicuramente Kim lo vincerebbe senza alcun dubbio.
"Niente abbiamo parlato, gli ho portato la cena e abbiamo lavorato ad un paio di cose per lunedì" alzo le spalle come se niente fosse. Devo ammettere che ieri sera sono stata molto bene, avrei voluto fermare il tempo, io e lui nessuna lite nessuna sfida.. tutto è stato così semplice e spontaneo. Pizza e patatine, poi ci siamo messi sul divano a sorseggiare birra sistemando alcune cose di lavoro. Eravamo sereni, niente avrebbe potuto rovinare quel momento. E per un attimo pensavo che potesse essere quella la nostra quotidianità.

"Quindi stasera lui sarà lì" si tocca il mento, e posso immaginare il suo cervello formulare qualsiasi tipo di idea o realizzare film che neppure Tarantino potrebbe creare. "Allora dobbiamo metterci immediatamente all'opera, sarai perfetta." esulta dando il cinque a Donna.
"Perfetta per cosa?" chiedo preoccupata, lei fa il giro del bancone per poi poggiarmi le mani sulle spalle e avvicinarsi al mio orecchio cosicché io possa sentire forte e chiaro.
"Andiamo sorella, si vede che sei cotta del capo dal primo giorno, e la cosa è ricambiato visto come ti guarda.. non sono l'unica a pensarlo"
"Ha ragione" afferma Donna, facendo di si con la testa, esasperata dalle due sospiro alzando gli occhi al cielo. Mi auguro solo che non mi facciano fare chissà quale figura.

"Siamo arrivate"strilla Kim, catapultandosi fuori dall'auto. Ringraziamo l'autista e dopo scendiamo anche io e Donna. Ci dirigiamo verso l'ingresso, dove lasciamo i cappotti, inoltrandoci infine nell'enorme sala addobbata per l'evento. È già strapiena di gente che chiacchiera e sorseggia champagne, anche noi ne prendiamo voltosi un bicchiere facendo poi scontrare i nostri bicchieri.
'Ci voleva proprio' penso dopo aver mandato giù un abbondante sorso.
"Io penso che stasera non tornerò a casa da sola" commenta Donna, guardandosi intorno.
"Infatti ci siamo noi con te" rispondo sarcasticamente io.
"Non intendevo quello" spiega, con uno strano sorridono sghembo che non riesco a capire.
"Lo avevo intuito, piuttosto vediamo dove sono gli altri del nostro st-" mi blocco, ferma immobile sul posto non appena mi volto. LUI è lì proprio davanti a me, con un bellissimo smoking nero che fascia il suo corpo alla perfezione come se gli fosse stato cucito addosso. I miei sensi sono subito in allerta, il mio cuore come ogni volta si agita, la mia gola è secca, così cerco di mandare giù un ulteriore sorso di champagne per darle sollievo, il mio stomaco è in subbuglio ed è come se intorno a me non ci fosse più nessuno. Solo io e lui, che rimaniamo l'uno di fronte all'altra, in silenzio, mentre è forte e chiaro il desiderio che ci assale. Occhi negli occhi.

Si avvicina a me lentamente, come per evitare di spezzare quel momento creatosi tra noi.
"Buonasera" sorride, e questo basta a mandare in tilt l'ultimo neurone vigile rimasto. La sua voce è bassa.
"Buonasera" ripeto con voce quasi impastata come se mi fossi appena svegliata.
"Sei davvero bellissima" mi guarda come se fossi la cosa più preziosa e incantevole che abbia mai visto.
"Grazie, anche tu non stai male" accenno un sorriso timido, e in questo preciso instante mi sento piccolissima.

"Ciao Christian" Donna ricorda la loro ancora presenza alla mie spalle, facendomi ridere.
"Signor Spencer" lo saluto Kim.
"Buona sera ragazze, e Kim chiamami pure Christian" la corregge.
"Se non è un problema noi toglieremmo il disturbo" lo stanno facendo apposta solo per lasciarmi con lui, lo programmano da tutto il giorno fantasticando sulla serata. Sostengono che mi porterà da lui, mi offrirà il suo scotch preferito mentre siamo comodamente seduti sul divano davanti al caldo camino. E poi mi bacerà, facendo infine il sesso più bello e passionale fatto prima d'ora nella mia vita.
"Oh non state disturbando niente e nessuno" dico io guardandole storte.
"Guarda c'è Noah" indica Kim, facendoci voltare verso mio fratello, che sembra appena arrivato. "Ci vediamo dopo" detto ciò si dileguano, e nonostante tutto quello che ho raccontato loro hanno fatto finta di nulla.

I'm in love with my bossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora