"Peró tu fammi una
promessa
che un giorno
quando sarai persa
ripenserai ogni tanto
a cosa siamo stati
noi."Non feci in tempo a finire di parlare, che subito partì una scroscio infinito di applausi.
Mi riscaldò il cuore vedere tutte quelle persone a cui volevo un bene dell'anima concedermi un momento così speciale.
Faticai a non commuovermi, e ringraziai ancora una volta tutti.
Poi tornai a sedermi in attesa di ricevere il mio pezzo di torta."Karen, hai letto poi il biglietto di Damiano?"
mi ricordó mia madre, mentre mi passava la torta.
Io sgranai gli occhi.
Me ne ero completamente dimenticata!
Non avevo pensato per nulla a Damiano.
Mi misi una mano sulla fronte in segno di disperazione.
Ero diventata proprio sbadata!"No, mamma, non l'ho letto.
Saresti così gentile da darmelo?
Lo leggo ora, se me lo passi."
risposi io, visibilmente seccata.
Avrebbe potuto parlarmi già quella mattina delle rose e del biglietto mandati da Damiano, eppure non lo aveva fatto.
Forse se ne era dimenticata, o forse non voleva che pensassi a lui nel mio giorno "perfetto" o quasi.
Sospirai.
Mia madre mi voleva decisamente troppo bene."Si, potrei dartelo.
Ma adesso goditi la festa, no?
Lo leggi a casa.""No, mamma, voglio leggerlo ora.
Ti prego, ne ho bisogno!"
esclamai io, alzandomi dal tavolo.
Mia madre mi guardò esasperata, poi frugò dentro un vaso di rose e ne cacciò una bustina color porpora."Ecco a te."
disse porgendomela.
Aveva lo sguardo deluso, stanco.
Che lei avesse già letto quel biglietto?
Non lo sapevo, e non lo avrei mai saputo se prima non lo avessi letto.
La ringraziai e lei andò via.
Decisi di andare in bagno a leggerlo, dove nessuno avrebbe potuto infastidirmi o sbirciare.Mi chiusi la porta bianca del bagno alle spalle, e aprii con poca delicatezza la bustina che conteneva il biglietto.
Era leggermente scollata, come se qualcuno l'avesse già aperta in precedenza.All'interno vi trovai un biglietto di cartone non molto grande scritto fitto fitto.
Cercai di decifrare la scrittura da artista di Damiano, con poco successo.
Mi sforzai di leggere."Ciao piccolé.
Forse sarai stupita perché ho iniziato questa specie di lettera con "ciao" invece che con "cara" ma "cara Karen" è decisamente imbarazzante, concorderai con me.
Ti scrivo per augurarti inanzitutto un buon compleanno, e perché so che se ti avessi mandato un messaggio non lo avresti letto o comunque sarei risultato banale. Non sono mai banale, per la cronaca.
Sai, mi sono immaginato tante volte questo 15 Luglio.
Non sapevo come sarebbe stato, dove sarebbe stato, ma ero sicuro che io sarei stato con te.
Avremmo fatto l'amore tutta la notte per festeggiare il momento in cui eri diventata ufficialmente una donna, la mia donna.
La mattina ti saresti svegliata nel mio letto sempre sfatto visto che mi piace tenerlo così, e poi io ti avrei portato la colazione al letto e tu come al tuo solito avresti iniziato a prendermi in giro per le mie romanticherie.
Come regalo ti avrei cantato una canzone, e poi ti avrei dato la chitarra che ho comprato quando siamo andati a Berlino (si, la famosa chitarra rossa fiammante che tanto ti piaceva alla fine te l'ho comprata).
Mi sarei goduto per tutto il giorno il tuo magnifico sorriso, e avrei potuto sentire più volte il sapore meraviglioso delle tue labbra.
In più, avevo in mente di dire al mondo della nostra relazione, sai?
Volevo che festeggiassi il tuo compleanno proprio così:
capendo che nell'essere felici non c'è proprio nulla di cui vergognarsi.
Che io a te tenevo davvero, e non per finta.
La serata sarebbe finita in chissà quale discoteca sperduta della mia Roma, e saremmo tornati a casa insieme, ubriachi ma felici.
Avremmo dormito abbracciati e tu mi avresti rubato una delle mie magliette dei Rolling Stones, come facevi sempre.
Già, ho pensato molte volte a questo giorno come il più bello di sempre.
Invece le cose sono andate diversamente.
Tu sei a Milano, non a Roma.
E non sei con me.
Ci tenevo anche a dirti che, a differenza di quanto tu possa pensare, non ti odio.
Non potrei mai odiare i tuoi splendidi occhi verdi.
Sono successe così tante cose che ormai ripeterle non ha neanche senso.
Ma una cosa voglio dirtela, anzi, scrivertela.
Tu sei stata la ragazza che più ho amato fra tutte, semplicemente perché eri diversa.
Sei sempre stata te stessa nonostante tutto, non hai mai mollato.
Non è per me semplice dimenticarti, ma per amor tuo cercherò di farlo.
E cercherò anche di strappare e modificare quella canzone che avevo scritto per te.
Ci proverò, ma non ti assicuro nulla.
Damiano."Inutile dire che, quando finii di leggere la breve lettera, i miei occhi erano pieni di lacrime e il trucco stava colando giù per le mie guance.
Tirai su con il naso.
Damiano era stato un ragazzo troppo importante per me.
Dimenticarlo per me era impossibile.No, Damiano, non potrò mai dimenticarti.
Cercai di rileggerla nuovamente, eppure non riuscivo proprio a trattenere le lacrime.
Mi costrinsi a tornare in salone dagli altri prima che passasse troppo tempo.
Si sarebbero preoccupati e sarebbero corsi a prendermi.
Posai il bigliettino dentro la borsetta con molta cura.
Lo avrei riletto poi nel corso della notte.
E chissà cosa avrei detto a Damiano....
Era un gesto forte il suo.
Era come per dire "senza te qui nulla ha più senso".
E mi sentii incredibilmente in colpa pensando che, invece, per me tutto aveva senso senza di lui.
E le cose stavano andando molto meglio di quanto ci si potesse aspettare.
In pochi giorni avevo conosciuto un ragazzo fantastico, Federico, che mi trattava molto meglio di come mi avesse mai trattato lui.
Ma immaginai che questo paragone non avesse senso, visto che Damiano è stato il mio fidanzato e Federico.... no._________________________________________
"Ecco la festeggiata!
Dove ti eri cacciata?"
urlò Sofia a gran voce."Nulla, ero in bagno!"
risposi tranquilla.
Sofia mi mise un braccio sulle spalle e continuammo a festeggiare fino a tarda notte.Non smisi di pensare alla lettera di Damiano neppure per un nanosecondo.
Mi avevano colpito le sue parole anche perché, essendo un egocentrico egoista per natura, lui non avrebbe mai scritto una roba del genere.
E invece.....
Invece lo aveva fatto.
Per me.
Confondendomi le idee ancor più di quanto già fossero!"Karen, prenderai la patente ora?"
chiese Sofia, mentre beveva il prosecco tranquillamente.
Eravamo un po' brille entrambe."No, non lo so.
Ci penso.... Di sicuro mi scateno."
risposi io sorridendo.
Scoppiammo a ridere entrambe senza un motivo ben preciso."E il fidanzato? Che hai da dirmi in proposito?"
disse la mora, mentre si riempiva il bicchiere di alcol a volontà.
"Ah, nulla.
Qui non batto chiodo....."
"Ti presento qualche mio amico?"
"Nah, i tuoi amici sono tutti puttanieri...."
"Come darti torto."La discussione continuò così per un bel po' e, improvvisamente, il mio telefono squilló.
"Scusami un attimo."Mi allontanai da Sofia per rispondere.
Vidi che era Federico.
Era ancora sveglio alle tre di notte?
Risposi senza pensarci su un secondo."Ehiii Fede!"
"Ah, Karen, ecco.
Ti ho chiamata per avvisarti che ho trovato uno straccio di hotel che mi ha preso per la notte."
"Fantastico! Pensavo che alla fine sarei stata costretta a farti dormire in garage...."
"Nah, non sono così disperato!
Che fai?"
"Festeggio, non lo senti?"
"In effetti... C'è un bel casino.....
Io ho un sonno pazzesco, credo che andrò a dormire."
"Ah, e faresti bene! Già, proprio bene."
"Ma hai bevuto?"
"Chi? Io? Noooooo!"
"Ehm.... Credo che tu non regga l'alcol...."
"Perché, tu sì?"
"No, appunto per questo ti chiedo se lo reggi."
"Che importa? L'importante è arrivare sana a domani, al nostro appuntamento."
"Giá!"
"Ti saluto,bello, devo proprio andare!"E così dicendo chiusi la chiamata, senza dare il tempo a Federico di replicare.
Mi buttai su un pouf presente nel locale:
Ero proprio ubriaca!
Chiusi gli occhi e, con mia grande sorpresa, mi addormentai.
Sognai sia Damiano che Federico.
Più incasinata di così!_________________________________________
FINE DICIOTTESIMO CAPITOLO. 💙⚽
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𝙃𝙄𝙎 𝙎𝙈𝙄𝙇𝙀 || Federico Chiesa (IN REVISIONE)
FanfictionTutti noi vorremmo essere il Sole di che illumina la vita di qualcun'altro. Vorremmo essere la sua luce in fondo al tunnel, la sua salvezza, la sua scialuppa di salvataggio. Ma perché non essere la Luna che schiarisce le notti più buie? Perché limit...