𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙇𝙓𝙓𝙓. ⚽💙

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⚠️ AVVISO!⚠️
Buonasera a tutti voi, cari lettori.
Vi chiedo cortesemente di prestare una speciale attenzione allo spazio autrice, ma senza esagerare. Il capitolo di oggi sarà tanto importante. Buona lettura!

"Mi piaci perché
non sei di parola
quando dici
che non vuoi
avere niente
a che fare
con me."
















Dimenticare. Quanto è difficile dimenticare qualcosa, o qualcuno, che tu non vuoi affatto dimenticare?
Nel corso della mia vita, ho conosciuto un'infinità di persone. Alcune col cuore a pezzi, altre con l'incredibile voglia di amare ancora e di essere amate. Mi ricordo del giorno in cui, tra le lacrime, chiesi a mia madre come avrei fatto a dimenticare Davide, il mio primo fidanzatino. Ricordo che lei mi sistemó una ciocca di capelli ribelli, e mi raccontò di quando lei e papà litigarono per la prima volta. Mi disse che lui le chiese di dimenticarlo. E lei le rispose che non poteva dimenticare qualcuno che non voleva affatto dimenticare. Da quel momento, papà aveva compreso che donna magnifica avesse al suo fianco e non aveva più dubitato di lei e del suo amore. Quelle parole mi avevano aiutato a crescere, ma mi avevano fatto capire quanto potesse essere difficile dimenticare qualcuno che non si vuole affatto dimenticare.
Io, per esempio, non sono mai stata capace di dimenticare nulla:
i sorrisi, gli addii, gli amori finiti li ho sempre avuto tutti impressi in testa.
Non ero capace di dimenticare i visi di coloro che erano riusciti a rendermi felice. Così come non dimenticavo ciò che di buono mi era stato fatto.
Quando la relazione tra me e Damiano era terminata, il mondo mi era caduto addosso. Ma non ero mai riuscita ad odiare veramente il ragazzo, proprio perché non potevo e non volevo dimenticare ciò che lui aveva fatto per me. Grazie a Damiano, la Karen anoressica ed autolesionista di un tempo non esisteva più. Esisteva una ragazza che cercava di accettare i propri difetti, di farli suoi, e, per quanto complesso, di amarsi in tutte le sue sfaccettature. Damiano mi aveva fatto del male, ma il bene che aveva fatto per me superava ogni cosa. Era ciò che mi spingeva a desiderare di riprendere un contatto con lui, il ragazzo che tanto avevo amato e di cui non potevo dimenticare le doti. Così come non avrei mai potuto dimenticare ciò che Nicolò Zaniolo aveva fatto per me in quella calda serata di fine estate. Come avrei mai potuto dimenticare il suo gesto che mi aveva salvata da una notte che si sarebbe potuta dimostrare terribile per la sottoscritta? Perché seppure nessuno ne fosse a conoscenza, avevo già vissuto una situazione del genere. Poche persone erano a conoscenza di ciò che era successo nella terribile notte dell'undici Gennaio del 2020. Quella notte, ero cresciuta definitivamente. Ricorderò sempre quel giorno come il giorno in cui la Karen bambina ha salutato con le sue guance paffute e il suo sorriso biricchino la Karen adulta, che si apprestava ad entrare nella mia vita. L'undici Gennaio 2020 non era altro che la notte in cui il mio fidanzatino di allora mi aveva invitata ad andare in discoteca con lui.
Ero così entusiasta! Andai a quel appuntamento senza avvisare nessuno dei miei famigliari, tranne Sahara. Fu lei a salvarmi allora. Il mio fidanzatino tentò di stuprarmi, portandomi ad ubriacarmi per la prima volta. Non ci riuscì, perché mia sorella era a conoscenza del fatto che fossi lì.
E una volante dei carabinieri arrivò in tempo per arrestare tutti coloro che stavano spacciando della droga all'interno del locale. Gli agenti si accorsero anche della sottoscritta, accasciata in un angolo del locale priva di sensi e con l'alcol in circolazione.
Essi dovettero trasportarmi in tutta fretta in Ospedale, dove venni operata al fegato e dove rimasi per un bel po' di tempo. La cicatrice che avevo sotto al seno era il frutto di quella operazione.
Mia madre, da quel giorno, aveva giurato che non mi avrebbe mai più permesso di andare in discoteca da sola o in compagnia di qualche coetaneo. Io, invece, mi ero giurata che non mi sarei mai più fidata di nessun ragazzo. Perché alla fine, erano tutti così.
Così come il mio fidanzatino, che mi aveva portata lì con l'inganno. Il mio trauma più grande di tutti era rivissuto in quella notte romana. Ma grazie a Nicolò, la cicatrice sul mio petto era rimasta una. E la cicatrice che vi era sul mio cuore, si stava lentamente ritirando. Perché mi aveva dimostrato che non tutti erano come quel ragazzino nel mondo. Vi erano anche persone come lui, che con tutti i suoi difetti, mi aveva dato una grossa mano.
Io non glielo avrei mai detto, ma gli sarei stata grata per tutta la mia vita.
Nicolò Zaniolo non era il ragazzo che avevo sempre creduto. Era molto di più. Era un mondo da scoprire, esattamente come me. Ed io amavo alla follia Federico, ma era come se io e Nicolò parlassimo la stessa lingua. Una lingua che non aveva bisogno di parole, ma solo e soltanto di sguardi. Ed io ero certa che lui, vedendo la paura nei miei occhi verdi, aveva capito quanto fosse importante per me non rimanere sola in discoteca quella notte. Damiano aveva fatto rinascere una nuova versione di me, più sicura e con meno paure. Nicolò, invece, mi aveva salvata dalla mia più grande paura senza neppure conoscermi. Quella piccola cicatrice sotto al seno serviva a ricordarmi quanto avessi sofferto per amore e non solo, ma anche a ricordarmi quanto fossi forte.
Perché io rimanevo Karen, nonostante le mie mille paure e i miei traumi nascosti. Nonostante tutto. E forse è proprio così che si dovrebbe vivere.
Nonostante tutto.
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𝙃𝙄𝙎 𝙎𝙈𝙄𝙇𝙀 || Federico Chiesa (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora