𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙇𝙓𝙓𝙑. ⚽💙

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"Diventare grande
con tante incertezze.
Diventare grande
con tanti dubbi.
Diventare grande
con tanti sogni.
Diventare grande
ma sentirsi piccoli.
Per diventare grande
serve tanto coraggio."










Happy birthday, Sahara Ferrari! 🎉
(04/09/2006 - 04/09/2021).

SAHARA FERRARI'S POV:

Quella notte non dormii per niente.
Non potevo smettere di pensare alla splendida serata trascorsa assieme a Karen, mia sorella. La ragazza aveva festeggiato con me l'esito negativo dei suoi test inerenti alla gravidanza.
Li' per li', ero rimasta anche io contenta per lei. La gravidanza di Karen sarebbe arrivata in un momento inaspettato per tutti noi. Lei aveva da poco compiuto diciotto anni, e la nostra famiglia non stava vivendo uno dei suoi migliori momenti. Papà aveva scoperto di avere un tumore al cervello, ai primi stadi, dunque curabile.
Non era affatto un bel periodo per noi, no.
Fortunatamente, Karen aveva trovato un ragazzo che la amava più della sua stessa vita: Federico Chiesa.
Proprio lo stesso ragazzo che lei non voleva mettere al corrente dell'aborto spontaneo che aveva avuto.
Comprendevo quanto Karen fosse rimasta scioccata da ciò che le era accaduto, ma doveva dire tutto a Federico. Lui l'avrebbe amata ancora di più. E poi non riuscivo proprio a capire come lei avesse potuto reagire ad una notizia del genere con così tanta leggerezza. Io, probabilmente, avrei pianto per ore.
No, io probabilmente avrei utilizzato le protezioni. A me non sarebbe affatto successo. Amavo mia sorella, ma dovevo riconoscere che molte volte sembravo io la sorella maggiore, ragion per cui nostra madre si fidava più di me che di Karen. Anche io mi ero comportata da immatura, quella sera.
L'avevo accompagnata a prendere del sushi per festeggiare, invece di preoccuparmi di ricordarle di dire tutto a Federico. Ma non era mio il compito di farle capire cosa fosse più giusto fare.
Erano questi i pensieri che affollavano la mia mente mentre stavo cercando di riaddormentarmi. Mi ero svegliata per via di alcuni rumori, e non riuscivo proprio a chiudere occhio. Difatti, quel giorno sarebbe stato il mio compleanno. Il mio quindicesimo compleanno l'avrei trascorso nella mia casetta, in compagnia dei miei genitori e delle mie sorelle. Era ovvio che avrei voluto passarlo fuori, magari con qualche amico, ma non potevo proprio permettermelo. Mi sembrava una mancanza di rispetto verso il difficile periodo che la mia famiglia stava attraversando. Non avevo chiesto perciò nulla di che, se non una torta fatta bene di quelle di mia madre.
Ma il dolore più grande, per me, era non avere lui con me. Avevo invitato Lorenzo, il mio migliore amico, a venire alla mia festa di compleanno.
Perché, per inciso, la festa l'avrei fatta soltanto per lui.
Non mi interessava di spendere i soldi per una stupida festicciola a cui avrebbero partecipato soltanto i miei compagni di classe, però lo avrei fatto se lui fosse venuto. Per lui.
Soltanto per lui.
Lorenzo ed io ci eravamo conosciuti in vacanza a Forte dei Marmi, assieme ai nostri fratelli. Passare intere giornate con il ragazzo, mi aveva portato a diventare sua grande amica.
Lorenzo era ironico, divertente e giocoso, così come me. Non permetteva però a nessuno di entrare nel suo mondo interiore. Era un ragazzo freddo, freddo come i suoi occhi color del ghiaccio. La nostra amicizia era ciò che mi aveva fatta andare avanti in quella estate complicata, con la speranza di rivedere il mio amico presto. Qualche giorno prima del mio compleanno, avevo scritto a Lorenzo che mi sarebbe tanto piaciuto che lui fosse venuto a Milano per festeggiare il mio compleanno. E lì, la doccia fredda.
Mi scrisse che aveva la partita, e che proprio non poteva venire. Si era limitato a dirmi che ci sarebbero state altre occasioni per vederci.
Capivo che lui avesse la partita, ma mi era parso davvero scostante. Si era già dimenticato di me e della meravigliosa estate passata assieme? Era ciò che non potevo fare a meno di chiedermi da giorni. Ma si sa come sono i ragazzi.
Capaci di portarti in cima al mondo in pochi attimi, per poi smontarti in poco tempo. Lorenzo era esattamente come tutti gli altri, ed io mi ero illusa che fosse diverso. Quel giorno era il mio compleanno, ma il mio cuore non era veramente felice. Sarebbero arrivati tempi migliori per me e per la mia famiglia. Quanto a Lorenzo....
Dovevo dimenticarlo.
Perché lui aveva già dimenticato me.
E di questo ero certa.
Più che certa.
Ne ero sicura.
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𝙃𝙄𝙎 𝙎𝙈𝙄𝙇𝙀 || Federico Chiesa (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora