"Colui che non ha
imparato a dire
'Lei e nessun'altra'
sa forse cos'è
l'amore?"UN ANNO DOPO...
FEDERICO CHIESA'S POV:
Mi ricordo di come, da bambino, sognassi una famiglia uguale a quella che avevo creato con Karen. Era passato più di un anno dalla nostra riconciliazione, tanto sofferta ma determinante per il nostro futuro assieme. Non avrei mai rinunciato a Karen, perché lei e soltanto lei mi aveva fatto capire cosa volesse dire amare davvero. Il nostro era stato un colpo di fulmine. Dal primo momento che l'avevo vista, avevo compreso che sarebbe diventata la donna della mia vita. Il nostro era stato un colpo di fulmine, uno dei più belli in assoluto. Il mio colpo di fulmine aveva delle labbra perfette, un cuore profondo e pieno di cicatrici, la sofferenza negli occhi e un sorriso mozzafiato. Era dolce, premurosa, empatica ed altruista. Conviveva ogni giorno con la sua parte oscura, con i suoi mostri, con i suoi complessi. È tutto ciò che avrei mai potuto desiderare di avere dalla vita. Di difficoltà ne avevamo affrontate, per arrivare ad essere finalmente felici insieme. Ricordo di quando iniziai a dubitare di lei, nel periodo in cui Benedetta rientrò a far parte della mia vita, dopo un lungo periodo di lontananza. Benedetta era molto diversa dalla mia Karen, che invece era sempre stata una ragazza decisa ed indipendente. Questa sua indipendenza l'aveva portata ad invischiarsi in una situazione più grande di lei, andando a Roma ad incontrare per la prima volta Nicolò Zaniolo. Trascorremmo un periodo da separati, nel quale Karen sperimentò un nuovo sentimento assieme a Nicolò ed io capii che grande errore avevo commesso nel lasciare una ragazza come lei. Quella lontananza ci aveva uniti ancor di più, specialmente nel momento in cui Karen aveva trovato il coraggio di chiudere per sempre i conti con il suo passato, che tanto l'aveva tormentata fino a quel momento. Ricominciammo ad amarci, anche se in realtà non avevamo mai smesso di farlo. Mi pentii di aver fatto soffrire Karen, e la sofferenza che le avevo fatto provare fu ricambiata nel momento in cui lei mi confessò di aver baciato Nicolò Zaniolo per dire addio a lui e alla sua vecchia vita romana. Fu in quel momento che capii che Karen non aveva fatto niente di meno di quello che avevo fatto anche io con Benedetta e, seppur per breve tempo, con Valentina. Gli errori che avevamo commesso ci avevano portati ad allontanarci ma due come noi si sarebbero potuti riconoscere persino nella follia. Con un po' di fatica, riuscii a riconquistare la mia Karen, che pure continuava ad essere innamorata persa di me. Pensavo ogni giorno al momento in cui avremmo comprato casa assieme, al momento in cui lei sarebbe venuta a vivere a Torino, ma soprattutto al momento in cui ci saremmo costruiti una famiglia. Perché lei era tutto ciò di cui avevo bisogno, vederla sorridere mi aiutava ad affrontare le giornate con maggiore sicurezza e nessuno avrebbe potuto prendere il posto che aveva lei nel mio cuore. Le difficoltà avevano reso il nostro amore unico nel suo genere, ed i nostri errori ci avevano uniti ancor di più. Separarci ci aveva fatto capire che non potevamo vivere l'uno senza l'altro, e che quei sentimenti che ci avevano legati ad altre persone per lungo tempo, non sarebbe mai potuti essere paragonati al nostro. Certe volte mi capitava di pensare alla Karen degli inizi, la ragazza titubante e insicura che era arrivata persino a stilare un trattato per impedirmi di tradirla o ferirla. Le avevo dimostrato che una ragazza come lei era soltanto un fiore raro da proteggere, e le avevo fatto scoprire cos'era l'amore per la prima volta in assoluto. Non pensavo mai al periodo in cui lei e Zaniolo avevano capito di provare un affetto speciale l'uno per l'altro, perché conoscevo Karen e sapevo che lei avrebbe amato eternamente soltanto me. I miei errori mi avevano reso più umano ai suoi occhi, persino più bello di quanto fossi mai stato. Ritrovarla fu il più bel regalo che la vita mi potesse fare. E ancor più bello fu il momento in cui capii di potermi fidare davvero di lei, perché il suo amore per me superava qualsiasi cosa. C'eravamo riconosciuti tra tanti, e ritrovati tra molti di più. Il suo sorriso era la mia ricetta della felicità, e nessuno avrebbe più potuto portarmela via. Ed è per questo che ogni tanto è necessario perdersi in nuovi luoghi, in nuove persone, dentro nuovi viaggi. Perché la vita passi e non ci trovi lì fermi ad aspettarla. Per ricominciare bisogna prendere la strada per il ritorno, e per diventare persone nuove bisogna rischiare. Rompersi e rinascere. Ed era esattamente ciò che era accaduto a me e Karen. Lei era maturata, e il suo amore per me era aumentato a dismisura. Io avevo compreso che mai avrei potuto amare altra donna che non fosse stata lei, e avevo limato quei lati del mio carattere che rendevano impossibile la convivenza con lei. Lei non aveva più la stessa voglia ostinata di rovinare le cose belle per vedere se sopravvivevano, ed io ero diventato abbastanza forte da non temere più di farmi vedere debole da lei. Anche in mille realtà diverse, sarei sempre riuscito a perdonarla. Perché avevo fiducia in lei, mi fidavo della donna che avevo al mio fianco e la amavo come nessuno aveva mai fatto. Perché il nostro amore era maturato, e con esso anche noi. Non eravamo più spaventati dal forte sentimento che ci legava, volevamo essere all'altezza di un amore così. E lo eravamo. Eravamo felici, realizzati, pronti ad affrontare nuove avventure l'uno affianco all'altro. Stavamo crescendo assieme, ed era ciò che contava. La mia Karen sarebbe sempre stata la ragazzina dagli occhi verdi a cui baciavo le cicatrici, cosa che continuavo a fare, ed io sarei sempre stato il ragazzo che persino dopo aver vinto un Europeo di Calcio avrebbe pensato a lei, la sua dolce metà. Perché io avevo imparato a capire quel suo bisogno di trasgressione, quello strano rapporto che per tanto tempo l'aveva legata a Nicolò, e persino i momenti in cui preferiva stare da sola che al fianco di chiunque altro. Ero fiero di essere diventato non soltanto il suo fidanzato, ma anche un vero amico e un confidente per lei. Perché sì, amare significava anche e soprattutto questo.
E Karen io la amavo più della mia squadra, la Juventus, più del calcio e di qualsiasi persona presente sulla faccia della terra. Perché lei era parte di me, con i suoi pregi ed i suoi difetti. Perché il suo sorriso era la cosa più bella che avessi mai visto. Perché lei sarebbe stata per sempre... La mia vittoria più bella. Lei e nessun'altra.
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𝙃𝙄𝙎 𝙎𝙈𝙄𝙇𝙀 || Federico Chiesa (IN REVISIONE)
FanfictionTutti noi vorremmo essere il Sole di che illumina la vita di qualcun'altro. Vorremmo essere la sua luce in fondo al tunnel, la sua salvezza, la sua scialuppa di salvataggio. Ma perché non essere la Luna che schiarisce le notti più buie? Perché limit...