"La migliore amica.
Quella che ripara dove gli altri
feriscono.
Quella che ti fa ridere come una
pazza in mezzo alla piazza.
Quella che è in grado di farti
sentire unica."Fin da quando ero piccola, ho sempre amato molto leggere.
Mi piaceva fuggire in mondi fantastici lontani dal mio, in cui i ragazzi sembravano così belli e intelligenti.
Il primo libro che riuscì a conquistarmi fu sicuramente quello di Harry Potter, la saga fantasy più conosciuta al mondo.
Adoravo le avventure del fantastico maghetto e dei suoi amici.
Il mio personaggio preferito, però, era Draco Malfoy.
Già, l'antagonista di Harry.
Ho sempre provato una sorta di empatia per gli antagonisti, ritenendoli molto simili a me.
Non che io fossi cattiva, ma pensavo che tutti avessero una storia interessante da raccontare tanto quanto i protagonisti.
Invece, i cattivi venivano sempre emarginati.
Di loro non si raccontava nulla, se non l'epilogo quasi sempre negativo.
Così decisi di scrivere un libro, un libro in cui il cattivo fosse il narratore della storia.
Purtroppo, ben presto, il mio progetto si sgretoló in mille pezzi.
Trovavo impossibile scrivere un'qualcosa senza sentirmi emotivamente parte della storia.
Così, avevo abbandonato il mio luminoso progetto di scrittura.
Ma mi ripromisi che un giorno, quando sarei stata abbastanza vecchia, mi sarei ritirata nella mia casetta in campagna acquistata con i risparmi di una vita e avrei iniziato a scrivere i miei romanzi.
Nessuno avrebbe saputo il mio vero nome, e tutto avrebbe reso i miei racconti ancora più misteriosi e interessanti.
Ero ormai sicura che non mi sarei mai sposata in vita mia, o che non avrei mai costruito legami abbastanza duraturi.
Dunque, quando sarei stata anziana, nessuno si sarebbe preoccupato per la mia salute se non me stessa.
E quindi, mi sarei buttata sulla scrittura, inserendo nei miei libri le esperienze di una vita.
Sono quelle pensate che fai da ragazzino, ma che ti rimangono per sempre nel cuore.
Col tempo ho iniziato a leggere sempre meno, ma non ho mai perso la voglia di sognare e di credere nell'impossibile.
Perché alla fine, rimanevo sempre quella bambina che credeva nella forza del Bene tanto quanto che in quella Male.
Quanto al fatto di rinchiudermi in una casetta in campagna.....
Ogni giorno della mia esistenza speravo che ci fosse qualcuno che mi facesse capire che non avrei avuto bisogno di isolarmi da tutto e tutti.
Eppure, ancora lo avevo incontrato.
Non avevo ancora incontrato la persona disposta a sopportarmi per una vita intera senza farmi rinchiudere in uno ospizio in campagna.
O forse l'avevo incontrata, ma ero troppo cieca per accorgermene.
L'unica cosa che contava, era che i libri che leggevo da bambina avevano formato la persona che ero.
E avevano influito in modo speciale nella mia crescita.
Perché a differenza degli altri bambini, per me il cattivo era semplicemente colui di cui la storia non era stata raccontata.
Nessuno decide chi è il Buono e chi è il Cattivo in una storia, quanto la persona che la racconta.
Ed infatti, io ero sicura di essere la Cattiva della mia storia.
Anche se li' fuori c'era qualcuno che credeva fortemente nel contrario.
E quel qualcuno non ero certamente io.
_________________________________________Quel giorno fu uno dei più brutti di tutta la mia vita.
Non c'è niente di peggio che vedere il ragazzo che ti sta rubando il cuore sorridere con una ragazza con sei tu.
E pensare che è solo colpa tua se lui adesso ti sorride a malapena, non faceva che peggiorare le cose.
Ero seduta sulla sdraio con gli occhiali da sole ben messi.
Erano ormai ore che ero ferma a cercare di riposare.
Sahara e Lorenzo si stavano divertendo in acqua.
Sembravano proprio due adolescenti alla prima coppia!
E forse lo erano, chissà.
Guardarli mi rattristò, e serví soltanto a ricordarmi il momento in cui Federico ed io avevamo giocato in acqua come due fidanzatini.
Purtroppo, oltre a vedere la mia sorellina che giocava con Lorenzo, dal punto in cui ero vedevo anche Federico e Benedetta.
All'allegro gruppetto, si era da poco aggiunto Riccardo, il fratello di Benedetta.
Stavano giocando a pallavolo tra le acque limpide del mare toscano.
Ogni tanto mi arrivava una pallonata, che prontamente Riccardo veniva a recuperare.
Sentivo Federico e Benedetta ridere come non mai.
Quando era con me, di sicuro non si divertiva così tanto!
O forse ero semplicemente io a vedere le cose in modo fin troppo negativo.
Non potevo saperlo, e forse neanche volevo saperlo.
Qualche attimo dopo, quando finalmente ero riuscita ad addormentarmi, vidi che Federico era seduto sulla sabbia poco distante da me.
Stava scrivendo qualcosa sulla sabbia, che da dove ero io non riuscivo a leggere bene.
Mi tolsi gli occhi da sole, e mi pentii subito del mio gesto.
Federico stava scrivendo il nome di Benedetta sulla sabbia.
Non sapevo perché lo stesse facendo.
La ragazza era davanti a lui in acqua a bagnarsi i capelli, e rideva.
Riccardo, che era poco distante da loro, chiese alla sorella cosa stesse succedendo.
Benedetta si limitò a dire che Federico e lei avevano deciso di scrivere i loro nomi sulla spiaggia come gli anni precedenti.
Sgranai gli occhi.
Cosa significava tutto ciò?
Vidi che Federico lo stava spiegando a Riccardo.
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𝙃𝙄𝙎 𝙎𝙈𝙄𝙇𝙀 || Federico Chiesa (IN REVISIONE)
Fiksi PenggemarTutti noi vorremmo essere il Sole di che illumina la vita di qualcun'altro. Vorremmo essere la sua luce in fondo al tunnel, la sua salvezza, la sua scialuppa di salvataggio. Ma perché non essere la Luna che schiarisce le notti più buie? Perché limit...