𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙇𝙓𝙑𝙄. ⚽💙

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"Ti ho dedicato i miei
sorrisi migliori
anche quando
non eri
con me."


















"Karen, Karen!"

Mentre ero immersa nel mio sonno beato, dopo la notte passata a pensare a Federico e al suo strano rapporto con Benedetta, sentii la voce di mia sorella Sahara invadere la stanza.
Indossavo la maglietta della Juventus di Federico, e con essa stavo dormendo.
Avevo i capelli legati in una strana coda, e non ero truccata.
Non sapevo che ore fossero, ma non avevo alcuna intenzione di alzarmi dal letto.
Aprii gli occhi faticosamente, e trovai seduta dell'altro lato del letto la mia sorellina Sahara.

"Che vuoi?"
dissi io, con la voce ancora impastata dal sonno.
Mi stropicciai gli occhi e controllai l'orario sulla sveglia.
Erano a malapena le nove!
Avrei potuto dormire ancora un bel po'.

"Dai, che vuoi Sahara?
Saranno le nove! Vai a dormire, invece di rompere le scatole alla sottoscritta.
Non hai cinque anni."
replicai io arrabbiata.
Buttai la testa sul cuscino e richiusi gli occhi.
La biondina non accennava a volersene andare, così mi misi seduta sul letto a braccia conserte.

"Si può sapere cosa vuoi?"

Sahara indossava una maglietta color pesca e dei jeans corti.
Portava delle ciabatte in corda e aveva i capelli lunghi e biondi sciolti sulle spalle.
Era ben truccata, quindi doveva essersi svegliata già da un po'.
Evitai di chiederle perché ( o per chi ) si fosse fatta così bella.

"Hanno appena citofonato.
Il corriere ha detto che ha qualcosa per la signorina Karen Ferrari.
Mia madre ha provato a dirgli che tu dormivi, ma non ha voluto saperne niente.
Dice che ormai hai diciotto anni e nessuno può prendere la posta al posto tuo.
Devi scendere immediatamente sotto e aprire al postino.
Ha qualcosa per te, te l'ho detto, ma non so cosa."

Sgranai gli occhi.
Ero in condizioni pietose!
Avevo gli occhi semichiusi, i capelli stravolti e indossavo la maglietta del mio fidanzato.
Sbuffai, poi corsi in bagno a prepararmi.
Sahara tornò nella sua stanzetta, con il fare misterioso che la contraddistingueva quella mattina.
Avevo come l'impressione che baby Chiesa c'entrasse qualcosa, ma non dissi nulla.
Una volta arrivata in bagno, misi un po' di mascara e un leggero strato di eyeliner sulle palpebre.
Poi sciolsi i capelli e indossai un top nero con dei jeans lunghi fino alle caviglie.
In pochi minuti ero pronta!
Chissà se poi sarei riuscita a riaddormentarmi...
Quella mattina, casa era mezza vuota.
Jessica era andata con una sua amichetta e sua madre in piscina, e papà era in Ospedale per via delle chemioterapie.
Mamma era in casa, e stava preparando la colazione.
La salutai, poi scesi immediatamente sotto, determinata a vedere cosa stessero consegnando per la sottoscritta.
Nel tragitto che mi condusse al pianterreno, cominciai a pensare al probabile contenuto del pacchetto.
Forse era un regalo di Cedric, il ragazzo che avevo conosciuto quando avevo fatto uno stage in Inghilterra con la scuola.
O manapoletanigari erano i miei parenti , che volevano mandarmi le solite cartoline estive.
Non poteva essere nessun altro.
In alternativa, poteva essere un qualche brand di moda che richiedeva di essere sponsorizzato dalla sottoscritta.
Si, non poteva essere altro.
Sospirai.
Ero pronta ad affrontare il corriere, quello stesso corriere che aveva  il mio beato e che inconsapevolmente aveva fatto sì che la mia mente ricominciasse a girare molto più velocemente della sera precedente, quando i pensieri riguardo a Benni e Federico mi avevano tormentata per tutta la notte.
Diedi un' ultima occhiata al mio semplice outfit nello specchio dell'ascensore, poi uscii, determinata scoprire cosa contenesse quel pacco.
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Appena scesa dall'ascensore, iniziai a guardarmi intorno.
Il postino doveva essere nell'atrio ad aspettarmi.
Girai l'angolo, e vidi immediatamente l'uomo.
Il mio cuore iniziò a battere a mille.
Non aveva un pacco per me.
Non aveva neanche una raccomandata o della semplice posta.
No, aveva ben altro.
Aveva dei fiori.
Mi avvicinai in modo cauto, mentre il postino sbuffava.
Non ancora mi aveva vista.
Decisi di palesarmi all'uomo.

𝙃𝙄𝙎 𝙎𝙈𝙄𝙇𝙀 || Federico Chiesa (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora