𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙓𝙄𝙄. ⚽💙

2.3K 105 60
                                    

"É come se cercassi
di trasformare
il tuo cuore in pietra
per difenderti dagli altri,
per non sentire
più niente."



Non potei fare scelta più azzeccata di passare il pomeriggio nella mia camera!
Erano passati mesi dall'ultima volta che ci avevo passato così tanto tempo.
Era stata compagna di molte avventure, e anche di tanti pianti.
La mia camera mi descriveva perfettamente, ed era circondata solo da oggetti a me cari e dalle foto delle persone del mio cuore.
Mi sedetti alla mia scrivania, e trovai alcuni fogli che erano lì da chissà quanto.
In uno di essi trovai un bozzetto di un abito, con su scritto:
"Mio diciottesimo Compleanno."

Mi ricordai che mesi prima avevo disegnato un abito perfetto per il mio compleanno.
Avevo aspettato per anni quella data, il 15 Luglio 2021, il giorno in cui sarei stata finalmente indipendente dai miei genitori.
Eppure, adesso che era alle porte, l'idea di diventare maggiorenne non mi entusiasmava più così tanto.
Avrei avuto la possibilità di prendere le mie scelte in assoluta libertà, ma sarei anche diventata una donna a tutti gli effetti.
Avrei dovuto pensare all'Esame di Stato e, prossimamente, anche all'Università.
Avrei avuto molti più pensieri addosso di quanti già ne avessi.
Però sarei stata finalmente libera e indipendente, cosa che avevo sempre desiderato.
Potevo frequentare chi volevo e come volevo senza alcuna restrizione dettata dai miei.
La libertà mi affascinava, ma da un lato mi spaventava.
Cosa sarei stata capace di fare?
Avrei realizzato tutti i miei obbiettivi?
Perché dal 15 Luglio io non sarei stata più l'adolescente insicura che poteva nascondersi sotto la gonna della mamma:
No, sarei stata responsabile del mio destino.
Fissai tutti i miei disegni sparpagliati sulla scrivania.
La moda.
Il mio primo amore assieme alla musica.
Avevo rinunciato ad essa per concentrarmi completamente sul mio lavoro con i Måneskin.
Ma adesso che non avevo più loro, era arrivato il momento di dedicarmi a ciò per cui ero sempre stata portata.
Presi la matita, e cominciai a definire i dettagli del mio vestito.
Avrei festeggiato i miei diciotto anni, forse con qualcosa di non molto sfarzoso, ma li avrei festeggiati.
Meritavano di essere celebrati.
Erano stati diciott'anni difficili, ma io ero ancora lì.
Lo dovevo fare per me stessa e per nessun altro.

_________________________________________

Senza accorgermene, passai l'intero pomeriggio seduta alla scrivania a disegnare.
Il mio vestito sembrava perfetto:
Avevo persino aggiunto i brillantini e colorato la gonna.
Il difficile era trovare qualcuno che potesse concretamente realizzarlo in breve tempo, ma avrei chiesto ai miei follower.
Qualcuno mi avrebbe sicuramente aiutata.
Qualche minuto più tardi, il mio cellulare (di cui mi ero dimenticata l'esistenza) prese a squillare.
Osservai sperduta la stanza:
Dove l'avevo messo?
La suoneria mi portò a ritrovarlo immerso tra le coperte.
Girai velocemente lo schermo per vedere chi mi stava chiamando e, con mia grande sorpresa, vidi che era Federico.
Mi sentii in colpa per non aver pensato neanche un secondo a lui in quel pomeriggio.
Mi sedetti comoda sulla scrivania, e risposi immediatamente.
Chissà cosa voleva mostrarmi questa volta.

"Karen!"
Sentivo la sua voce a fatica.
Il ragazzo era sull'autobus degli azzurri che giravano la città di Roma.
C'erano un sacco di tifosi attorno a loro, e il casino non mi permetteva di sentire bene le parole del ragazzo.

"Ciao, Fede.
Che combini?"
dissi io sorridendo.

"Stiamo facendo il giro della città con l'autobus.
Stiamo cantando a squarciagola!
Tra poco non avrò più la voce."

Quel sorriso.
Quel dannato sorriso.
Non riuscivo a sentire bene le sue parole, ma lo vedevo benissimo.
Ed era felice, esattamente come la notte precedente, forse anche di più.

𝙃𝙄𝙎 𝙎𝙈𝙄𝙇𝙀 || Federico Chiesa (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora