"Al sol pensare
che la tristezza
possa adombrare
i tuoi occhi, si
oscura il
mio cuore,
che vorrebbe
sempre
saperti felice."Se avessi dovuto fare una lista delle cose più belle che mi erano successe nel corso della mia esistenza, quella serata trascorsa a Torino con il mio Federico di sicuro sarebbe stata in cima alla lista.
Avevo ritrovato il ragazzo di cui mi ero innamorata qualche mese prima, e lo sentivo più che mai vicino a me. Con grande fatica, ero ritornata alla mia vita di tutti i giorni nella mia Milano, ma non potevo smettere di pensare al momento in cui sarei andata a convivere con Federico. Persino mia madre si era accorta della mia evidente allegria dopo il mio ritorno da Torino, e io non avevo potuto fare a meno di raccontarle ogni cosa. Mia madre non aveva mai messo becco nella relazione tra me e Federico. Era consapevole del fatto che ormai fossi abbastanza grande per decidere di chi fidarmi o meno. Ma quando le avevo raccontato della splendida proposta di Federico, avevo visto la mia mamma asciugarsi gli occhi già umidi dal pianto. Mi aveva vista soffrire tanto per amore, e vedermi finalmente così felice rendeva serena anche lei. Tornare a Milano fu terapeutico per me, perché finalmente ritrovai la mia famiglia più unita che mai. Jessica mi aveva preparato un disegno per ogni giorno che avevamo passato lontane, e Sahara aveva iniziato a piangere quando le avevo annunciato che sarei andata a convivere con Federico. Ormai mi sentivo davvero una donna, pronta a fare di tutto per l'uomo che amava.
I giorni passarono e arrivò anche il momento di presentare la mia domanda d'iscrizione all'Università di Torino. Scelsi la facoltà di Marketing, che mi avrebbe aiutata a realizzare uno dei miei più grandi sogni: quello di fondare un brand tutto mio. Papà era l'unico a non essere a conoscenza della mia scelta di allontanarmi da Milano, e soprattutto del mio fidanzamento con Federico. Ero davvero restia dal dirgli ogni cosa, semplicemente perché lui avrebbe sofferto più di tutti nel vedermi spiccare il volo verso una vita indipendente da adulta. Perciò, decisi di non dirgli nulla, almeno finché la mia domanda di iscrizione non fosse stata accettata. Furono dei giorni veramente belli per me, perché ritrovai la mia famiglia e la mia vita di sempre, più serena e felice che mai. Margherita aveva trovato lavoro come conduttrice in una Radio milanese, ed io non potevo che essere felice per lei. Erano passati pochi giorni, ma tante cose erano cambiate delle vite delle persone che amavo. Arrivò finalmente il compleanno del mio Federico che, per uno strano scherzo del destino, era anche il giorno in cui la Juventus avrebbe dovuto affrontare la Roma all' Allianz Stadium di Torino. Avevo videochiamato il ragazzo per fargli gli auguri, e gli avevo scritto una commovente lettera d'amore che gli avevo inviato via WhatsApp nella notte del suo ventiduesimo compleanno. Avrei voluto tanto essere vicina a lui in quel giorno così speciale, ma a rincuorarmi era il pensiero che tutti gli altri compleanni del mio Federico li avremmo passati assieme nel nostro appartamento torinese. Avrei dato il mio regalo al ragazzo quando ci saremmo rivisti il weekend successivo, alla sua festa di compleanno organizzata dai suoi famigliari a Firenze, la sua città d'origine. La verifica di Tedesco si avvicinava sempre di più, ed io non potevo rischiare di prendere un'altra insufficienza nella materia della Professoressa Russo. Così, ero rimasta a casa, a seguire la partita del mio Federico. Non lo avrei mai ammesso ma, non seguire Federico allo stadio nella sua partita contro la Roma, era stata anche una scelta di cuore.
Non sarei mai andata allo stadio con la sua maglietta sapendo che Nicolò mi avrebbe vista. Nonostante tutto, volevo un gran bene al romanista e non avrei mai voluto vederlo soffrire. Col tempo lui avrebbe imparato ad accettare la mia relazione con Federico. Quella sera, dopo il pomeriggio trascorso a studiare Tedesco, mi chiusi nella mia stanza a guardare la partita che avrebbero disputato Nicolò e Federico. Non sapevo che proprio quella serata, quella del venticinque Ottobre duemilaventuno, avrebbe irrimediabilmente cambiato il mio futuro. Ormai avevo imparato a vivere bene sia nei tempi di quiete che in quelli di tempesta. Ma ritenevo di meritarmi anche io un po' di serenità, dopo tutte le battaglie che avevo combattuto per me stessa e per la mia felicità. Non sapevo che presto avrei combattuto un'altra battaglia... per la felicità di qualcun'altro.
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𝙃𝙄𝙎 𝙎𝙈𝙄𝙇𝙀 || Federico Chiesa (IN REVISIONE)
FanfictionTutti noi vorremmo essere il Sole di che illumina la vita di qualcun'altro. Vorremmo essere la sua luce in fondo al tunnel, la sua salvezza, la sua scialuppa di salvataggio. Ma perché non essere la Luna che schiarisce le notti più buie? Perché limit...