"Il tempo cambia tutto
tranne gli sguardi.
Chi si è
piaciuto una volta,
si piacerà
sempre."Milano.
La mia amata Milano.
La città che mi ha fatta tanto soffrire, e che una volta abbandonata mi è mancata da morire.
Milano è la mia città, e lo sarà sempre.
Molte volte è stata paragonata alla grigia Londra per i suoi cieli sempre oscurati dallo smog cittadino e per le piogge frequenti.
Quella sera, però, anche il cielo sopra Milano sembrava brillare.
Vi erano un sacco di stelle luminosissime, e la luna era piena.
Quella luna a cui Federico mi ha paragonata tante volte....
Quella luna così bella tanto quanto misteriosa.
Quella luna che, nel suo piccolo, mi somigliava da morire.
E Federico lo aveva capito, prima di chiunque altro.Il ragazzo mi aprì dolcemente la portiera della macchina.
Entrai, e mi sedetti accanto a lui.
Aveva un sorriso bellissimo, gli occhi che gli brillavano.
Avrei voluto immortalare quel momento, per poter dire un giorno:
"Questo ragazzo era così felice solo perché aveva me accanto."
Non mi sembrava vero, e ancora non me ne capacitavo.
Mi sedetti tutta comoda, e iniziai ad ispezionare la macchina."Allora, eccoci qua."
esordì il giovane, sedendosi al posto del guidatore."Cosa sono questi?"
chiesi io, indicando il deodorante appeso allo specchietto."Oh, quelle sono delle scarpe da calcio della Juventus che uso io come deodorante della macchina.
Me le ha regalate Lorenzo."
disse ridendo.
Risi anche io, senza un motivo ben preciso."Dai, sono carine."
"Si, se non fosse che le ha comprate dai cinesi e che ormai non profumano più per nulla."
"Ma qui non puzza nulla, non credo servano."
"Vuoi venire in macchina con me dopo un allenamento e poi ne riparliamo?"
esclamò ridendo."No grazie, non ci tengo."
risposi divertita."Si, ma non è che ti prendi solo le cose migliori eh."
replicò il ragazzo."Beh, tu non mi hai mai chiesto di venire con te ad un allenamento."
Mi guardò sorridendo e con occhi speranzosi.
Capii che sperava di poterlo fare al più presto."Ho capito, una cosa alla volta!"
esclamai, facendo la finta offesa."Arriverá il giorno in cui tu non verrai solo ai miei allenamenti, Karen.
Farai qualcosa di più che guardarmi mentre mi spacco di esercizi fisici.
Te lo prometto."Adoravo le persone con cui il minuto prima scherzavi e il secondo dopo passavi a parlare di un argomento serio.
Federico era una di quelle persone, e lo apprezzavo anche per questo.
Mi limitai a sorridergli, e lui ricambiò.
Poi mise in moto la macchina e partimmo, destinazione ristorante!"Ho visitato Milano, e lo sai, mi piace da morire. È molto bella, però Firenze..."
"É più bella! Si, lo so, dicono sia magnifica."
"Lo é!
Ti ci devo portare, una volta. Cioè....
Una volta devi venirci."
si corresse poi."Senti, mi dispiace di averti fatto fare tutto questo gran casino solo per una cenetta qui a Milano.
Ma io... Io non me la sentivo di venire a Firenze.
Forse un giorno ti spiegherò il perché, Federico. Però....""Quel giorno non è oggi."
disse lui, completando la mia frase.
Annuii piuttosto imbarazzata.
Federico, però, mise la sua mano sulla mia e iniziò ad accarezzarla dolcemente.
Poi guardò un punto sulla strada davanti a sé.
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𝙃𝙄𝙎 𝙎𝙈𝙄𝙇𝙀 || Federico Chiesa (IN REVISIONE)
FanfictionTutti noi vorremmo essere il Sole di che illumina la vita di qualcun'altro. Vorremmo essere la sua luce in fondo al tunnel, la sua salvezza, la sua scialuppa di salvataggio. Ma perché non essere la Luna che schiarisce le notti più buie? Perché limit...