𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙑𝙄. ⚽💙

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"E' stancante averti
costantemente
nei miei pensieri
perché seppure non ci sei
tu, per me, sei ovunque."


















La notte ha sempre avuto la capacità di spaventarmi e affascinarmi allo stesso tempo.
Di notte sei solo, tu e i tuoi pensieri.
Di giorno puoi' evitarli, fingere, ma di notte non puoi'.
Banalmente può anche essere considerata il momento in cui si dorme, e in cui si ricaricano le energie necessarie ad affrontare il giorno successivo.
Per i sognatori, invece, la notte assume un significato più poetico:
È il momento in cui si pensa, si viaggia con la mente verso mondi lontani, proprio perché è il momento più calmo e tranquillo della giornata.
La notte può anche fare paura, tanto che ci sono delle persone che non sono tranquille finché non vedono della luce filtrare dalla propria finestra oppure finché non si addormentano profondamente.
Per me la notte ha sempre avuto svariati significati, ma più di tutti quello di pensare.
Difatti, se durante il giorno posso distrarmi e fuggire via dai miei problemi, di notte non posso farlo.
La notte tra il dieci e l'undici di Luglio fu una di quelle notti, soltanto che non mi misi a pensare a tutte le cose che avrei voluto sparissero dal mio mondo.
No, io pensai all'unica cosa che volevo che restasse:
Federico Chiesa.

Addormentarsi dopo le nostre lunghe chat, più o meno divertenti, per me fu davvero un' impresa.
Era davvero un ragazzo simpatico, ed era stato molto gentile a scrivermi subito dopo la live di Webboh.
Perché era iniziato così il nostro rapporto, per caso.
Rapporto a cui io non avevo dato particolare peso, almeno non fino a quella sera.
Avevo avuto persino il coraggio di inviargli una mia foto da struccata sul pavimento di camera mia, cosa che non avrei mai fatto con una persona apparentemente sconosciuta.
E ora mi ritrovavo lì, sola, nel bel mezzo della notte, sul mio letto, a pensare a ciò che ci eravamo scritti.
Sembrava come se fosse sempre lui a cercare me, e la cose mi fece leggermente arrossire.
Federico mi scriveva soltanto perché gli avevo fatto una bella impressione durante la live e probabilmente perché in quelle lunghe notti prima delle partite aveva bisogno di qualcuno con cui chattare e svagare la mente.
Anche io avevo bisogno di qualcuno che mi facesse pensare meno ai miei problemi, e lui era quel qualcuno.
Stranamente riusciva a farmi sorridere molto meglio dei miei amici più cari.
Probabilmente questo era solo uno di quegli incontri casuali della vita, che ti aiutano in un momento specifico della tua esistenza per poi lasciare il loro dolce ricordo per sempre nella tua mente.
Però.....
Io non volevo che il mio rapporto con Fede diventasse un ricordo.
Volevo davvero diventare sua amica.
Alla fine, era l'unico che era stato capace di farmi sorridere negli ultimi giorni.
Decisi che avrei tifato per l'Italia, sì, ma soprattutto per lui.
Mi sarei messa lì, con la mia maglietta dell'Italia che quel patito di calcio di mio padre mi aveva regalato, e avrei eseguito un tifo sfegatato.
Anzi, avrei costretto tutti i miei amici a tifare con me, e avrei appeso le bandiere per tutta la casa.
Non sapevo perché lo volevo fare, ma sapevo che Federico e gli Azzurri si meritavano questo successo in Inghilterra.
Anche perché, il mio ex Denis era inglese, quindi.....
Sarebbe stata anche una vendetta personale!
Con questo pensiero, mi addormentai dolcemente.
Per la prima volta dopo molte notti, non feci incubi, ma sognai di trovarmi in una città a me sconosciuta con un filo rosso appeso al dito della mano sinistra.
Fu un sogno bello, che mi trasmise emozioni positive, che mi sarei portata dentro per tutta la giornata successiva.

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"Buongiorno, bellissima!"
disse mio padre appena mi vide entrare tutta pimpante nella cucina di casa.
C'erano le mie sorelline e le mia amiche già al tavolo a mangiare i biscotti al miele avanzati dalla sera precedente, e mia madre stava estraendo dal frigo una confezione di latte da mettere a tavola.

𝙃𝙄𝙎 𝙎𝙈𝙄𝙇𝙀 || Federico Chiesa (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora