𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙓𝘾𝙄𝙑. ⚽💙

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"Questo continuo
evitarvi
porta solo
a volervi
più di prima."















Quella mattina aprii gli occhi, svegliata dal cinguettio degli uccelli che si erano posati sulla mia finestra. Aprii faticosamente gli occhi, poi mi guardai intorno. Dovevo ancora realizzare che di lì a poche ore avrei abbandonato l'Ospedale. Avevo vinto anche quella battaglia! Non avrei ricominciato a camminare sin da subito come prima, ma le cose andavano nettamente meglio. Mi sporsi dalla finestra per godermi il paesaggio che vi era aldifuori del San Raffaele.
Notai che nel giardinetto dell'Ospedale vi era una coppia di anziani.
Lui teneva per mano lei, che ormai faticava a camminare senza bastone.
La guardava come se fosse la cosa più bella al mondo. Poi, lei scivolò e lui fu pronto a riprenderla e a condurla sulla sedia a rotelle. Lei gli sorrise, probabilmente incapace di esprimere la sua gratitudine a parole. Dovevano amarsi tanto, quei due. E da un bel po'.
Li vidi sostenersi a vicenda, e mi scese una lacrima solitaria. Quando trovavi la persona giusta, era veramente "per sempre". Chissà se mai avrei avuto qualcuno del genere. Volsi uno sguardo malinconico alla penna con cui avevo scritto la lettera a Federico la sera prima. Non potevo ancora crederci.
Avevo espresso tutti i miei sentimenti per il ragazzo nel migliore dei modi, e non potevo andarne più fiera. In cuor mio speravo che il ragazzo rispondesse, ma non potevo esserne certa.
Mi sistemai i capelli, poi osservai il mio riflesso. Ero ancora piena di flebo attaccate ovunque, ma ben presto avrei tornato a vivere autonomamente.
Mi ricordai che dovevo parlare con Nicolò, e anche urgentemente!
Non avevo detto al ragazzo che avrei passato un periodo di tre settimane a Roma, e che avevo bisogno della sua ospitalità. Certe volte mi sembrava di essere una palla al piede per lui. Era sempre con me, eppure io non l'avevo costretto in alcun modo. Ormai avevo smesso di farmi troppe domande.
Avevo raccontato a mia madre del periodo che avrei passato a Roma, e lei aveva acconsentito di buon grado.
Riteneva che staccare la spina fosse la soluzione giusta per farmi tornare la vecchia Karen. Quanto a Margherita...
Le sarei mancata parecchio, ma anche lei concordava sul fatto che io dovessi recuperare me stessa. Ero circondata d'amore, eppure senza Federico avevo perso ogni speranza in esso. Non riuscivo a capacitarmi che fosse già giunto Ottobre, dunque l'Autunno.
Avevo sempre considerato Ottobre un mese profondamente triste. Il mese della malinconia, quella che sembrava fuggita e che invece tornava più forte di prima. Ottobre era il mese dei cuori spezzati, che erano un po' più spezzati del solito. Ma soprattutto, Ottobre era il mese di Federico, tanto diverso dalle mattinate di Luglio che avevano caratterizzato la mia nascita. Eravamo diversi persino in quello. Sospirai.
Non dovevo più pensare a lui.
Ero determinata a ripartire da me stessa e da ciò che amavo. Non mi rimaneva altro. Anzi, non mi rimaneva nessun'altro, se non la ragazza che vedevo ogni giorno riflessa nello specchio.
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Le infermiere non tardarono ad arrivare. Era la mattinata del primo Ottobre, e Valentina si presentò tutta sorridente nella mia stanza d'Ospedale.

"Allora? Come stai, Karen?"
chiese la bionda. Era accompagnata da alcune colleghe, che si stava occupando di visitarmi e controllarmi la pressione. Sorrisi alla ragazza. Era tutto merito suo se non mi ero scoraggiata in quel percorso lungo e difficile.

"Bene. Anche grazie a te. Potrei stare molto meglio ma, viste le condizioni, sto già bene così."

"Sempre più in alto, eh. Non smettere mai di credere in te stessa e nei tuoi sogni."
esclamò lei. Io annuii. Aveva proprio ragione! Non avevo mai conosciuto una ragazza determinata e altruista quanto lei.

"No, assolutamente no. E spero che continueremo a sentirci ancora dopo...
Tutto questo."

Valentina abbozzò un sorriso, mentre faceva segno alle colleghe di portarle la mia cartella clinica. Intanto, mi stava aiutando a rivestirmi. Indossavo un top nero non troppo aderente e dei jeans che facilitavano il movimento del ginocchio, seppur ancora in fase di guarigione.

𝙃𝙄𝙎 𝙎𝙈𝙄𝙇𝙀 || Federico Chiesa (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora