"Siamo due
stelle
appartenenti
alla stessa
costellazione."La crudeltà con cui, certe fotografie, strappano dal buio della memoria certi ricordi, per buttarteli lì, nudi ed inevitabili, nella luce del presente, sull'abbagliante palcoscenico del qui ed adesso, è pari solo alla dolcezza con cui, quelle stesse fotografie, avevano contribuito a ricostruirli, quegli stessi ricordi. Sentii il profumo di vaniglia di Jessica, che non vedevo da un sacco di tempo. Affondai il naso nel cuscino a forma di cuore che lei stessa mi aveva regalato quando ero partita per Torino.
Erano passati quasi cinque mesi dal giorno in cui mi ero trasferita a vivere nel capoluogo piemontese assieme all'amore della mia vita, Federico Chiesa. Negli ultimi mesi, avevamo trascorso così tanto tempo insieme che non mi ricordavo più come ci si sentisse ad averlo così lontano. L'ultima volta che mi era successo, Federico ed io eravamo lontani migliaia di chilometri, lui a Torino ed io nella mia Milano. Torino era divenuta la mia nuova casa, la città in cui avevo finalmente ritrovato me stessa e la mia stabilità. La dolce compagnia di Margherita, che pure si era trasferita a Torino per ragioni di cuore (e non solo!), mi aveva aiutato ad affrontare con più facilità i primi mesi di quella nuova avventura.
Sentire Margherita accanto a me anche in quella circostanza, mi aveva fatto sentire un po' meno sola nelle settimane in cui la mia vita milanese era iniziata a mancarmi come non mai.
Ormai io e Federico avevamo costruito il nostro nido d'amore, nel cuore della città di Torino, adottando quattro cuccioli che riempivano le nostre giornate. Mela, Mora, Marlon e Lylah erano i nostri amici a quattro zampe, che consideravamo come dei nostri "figli". Ripensare a quante ne avevamo passate io e Federico per arrivare a quel prezioso traguardo e alla stabilità che contraddistingueva la nostra vita di coppia, mi faceva quasi rabbrividire.
Avevamo passato assieme un anno intenso, ricco di avvenimenti e ritorni di fiamma. Non avevamo però perso mai l'incredibile voglia di stare assieme, e di vivere quel sentimento così forte che quasi un anno e mezzo prima ci aveva travolti. Quel pomeriggio, faceva davvero freddo a Torino, ed io indossavo la felpa di Federico, che tanto mi mancava. Era giunto Novembre, e con esso il momento per Federico di partire per i Mondiali di calcio in Qatar. Quando era stato convocato, me lo aveva annunciato in videochiamata, ed io ero scoppiata in lacrime dalla gioia. Federico era il mio campione, l'altra metà del mio cuore, e ogni sua vittoria, era un po' anche mia. Ero fiera dell'uomo che era diventato, e del prezioso compagno di vita che era per me. La nostra quotidianità era meravigliosa: ci svegliamo ogni mattina sotto lo stesso tetto, e ci addormentavamo abbracciati guardando uno stupido film a cui nessuno dei due aveva veramente prestato attenzione, perché eravamo troppo impegnati a fissarci negli occhi, come due veri innamorati. Era ormai passato un mese da quando lui era partito e, l'indomani, sarei partita per il Qatar, con destinazione Doha. Non avevamo smesso per un attimo di videochiamarci e di scriverci durante tutto il periodo dei Mondiali, che io avevo trascorso a Torino a fare il tipo per Federico. Dormivo con le sue felpe e le sue magliette e, da quando lui era partito, Lylah si rifiutava di mangiare i croccantini al pesce che gli aveva sempre comprato il suo "papà". Mela e Mora erano sempre tristi e spente, e Marlon dormiva più del solito. Non ero più abituata a così tanta solitudine, ma presi quel periodo per dedicarlo a me stessa. Volai negli States con i Måneskin per un grande concerto internazionale, e lanciai sul mercato la mia esclusiva linea di trucchi. Da quando io e Federico ci eravamo rimessi insieme, tutto nella mia vita era ricominciato ad andare per il verso giusto. Avevo soltanto diciannove anni e mezzo, eppure mi sentivo una donna realizzata e soprattutto... amata. Amata dal ragazzo migliore del mondo: Federico Chiesa. E così, ogni sera tornavo a dormire nel nostro letto, osservando la scritta che mesi prima avevamo fatto dipingere sul muro difronte ad esso:
"Siamo due stelle della stessa costellazione."
Federico era sempre stato un appassionato dell'Astronomia, e quella frase l'aveva fatta dipingere proprio lui.
E a me era proprio piaciuta come idea, tanto che più volte mi ero fatta immortalare davanti ad essa. Ero diventata sempre più popolare sui social network, raggiungendo i cinque milioni di followers. Nonostante tutto, continuavo a condurre una vita semplice che mi rendeva tanto felice, quella che sognavo da quando ero bambina. Ero diventata il simbolo delle tifose italiane, non perdendomi neppure una partita del mio Federico e della sua Juventus. Ma preferivo tifare per lui con la maglia azzurra che con quella bianconera, visto che essa ci aveva fatti "conoscere" nella magica estate italiana di un anno prima. Grazie a quel ragazzo avevo tutto ciò che avevo sempre sognato: un amore vero, una bellissima "famiglia" e una casa da sogno. Cosa potevo desiderare di più dalla vita? Forse, in effetti, qualcosa c'era, ma preferivo non pensare al momento in cui avevo accidentalmente preso il bouquet di Thessa al suo matrimonio con Manuel Locatelli, scatenando le richieste dei curiosi. Non volevo che Federico si sentisse obbligato a sposarmi. Volevo che arrivasse da lui, dal profondo del suo cuore. Da quel giorno, non avevamo più parlato della questione, ma confidavo che un giorno sarebbe successo. Mi fidavo di Federico e dei suoi sentimenti, e sapevo che stava soltanto aspettando il momento più giusto per chiedermi in sposa. Magari avrei dovuto aspettare mesi, anni per la sua proposta di matrimonio, ma ne sarebbe valsa la pena. Quanto ai figli, quelli a quattro zampe ci bastavano ed avanzavano.
Ma da quando eravamo andati a vivere assieme, avevamo deciso di non forzare la natura. Non avremmo utilizzato particolari protezioni, ma neanche avremmo cercato un figlio. Se fossero arrivati, saremmo stati la coppia più felice del mondo. Se ciò non fosse successo, avremmo semplicemente atteso tempi migliori per cercare di esaudire uno dei nostri più grandi desideri. Nel frattempo, continuavo a pensare al nostro primo incontro, alle nostre chiacchierate sulla spiaggia del Forte, e a quante ne avevamo passate prima di arrivare ad essere la coppia felice che eravamo. Alla fine tutto si riduceva a lui e ai sorrisi che era in grado di farmi fare. Eravamo l'essenza dell'amore, io e Federico, ed io me ne stavo accorgendo ogni giorno di più.
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𝙃𝙄𝙎 𝙎𝙈𝙄𝙇𝙀 || Federico Chiesa (IN REVISIONE)
FanfictionTutti noi vorremmo essere il Sole di che illumina la vita di qualcun'altro. Vorremmo essere la sua luce in fondo al tunnel, la sua salvezza, la sua scialuppa di salvataggio. Ma perché non essere la Luna che schiarisce le notti più buie? Perché limit...