𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙓𝙓𝙑𝙄𝙄𝙄. ⚽💙

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"Di quello che ho nel cuore
parlo poco, mi frena
la paura.
E voglio e soffro,
e mi farà morire,
la cosa che la
lingua non sa
dire."





⚠️ ATTENZIONE! ⚠️
In questo capitolo saranno presenti allusioni e scene piuttosto forti ed esplicite. Se questo contenuto ti colpisce o ti ferisce in modo particolare, salta il capitolo.





Mi sono sempre chiesta cosa nascondessero gli occhi di una persona.
Si dice che gli occhi siano lo specchio dell'anima.
Per me è sempre stato così.
Sono sempre stata una ragazza estremamente emotiva, le cui emozioni hanno sempre condizionato la propria vita.
Non sono mai riuscita a nascondere le lacrime o un sorriso più forzato del solito.
Non è mai stato nel mio carattere fingere.
Non sono mai stata una brava attrice, neppure nelle recite scolastiche!
Ma una cosa l'ho sempre saputo fare:
sorridere.
Ho avuto sempre lo strano vizio di sorridere nei momenti più difficili, per dare forza alle persone che mi circondavano. Non importava quanto io stessi morendo dentro, era importante che gli altri non lo percepissero.
Ed era così che, pian piano, ero sprofondata nel buio più totale.
Un buio che neanche la più luminosa delle luci avrebbe potuto squarciare.
Perché mi ci ero rinchiusa io con le mie stesse mani.
Avevo paura del mondo, di tutto ciò che fosse esterno alla mia anima.
Non riuscivo a fidarmi di nessuno.
Ma una cosa col tempo l'ho imparata:
Non puoi' odiare tutte le rose soltanto perché una spina ti ha punto.
È una frase che mi ripetevo sempre, ogni giorno, come un mantra.
Eppure, puntualmente, finivo col ricadere sugli errori del passato.
Superare tutto ciò era difficile per me, e continuerà ad esserlo.
Perché nessuno mi darà mai la certezza del fatto che ci sarà per sempre.
Ed è quello che mi ha sempre fregata.
Il bisogno di certezze.
Il bisogno di sapere che, anche se il mondo mi fosse crollato addosso, avrei avuto sempre qualcuno al mio fianco pronto ad aiutarmi.
Un bisogno che non riuscivo mai a colmare.

Gli occhi di Federico mi scrutavano in cerca di risposte.
Ho sempre pensato che le persone con gli occhi castani fossero veramente sfortunate.
È ovvio che gli occhi azzurri e verdi hanno quel qualcosa in più.
Eppure, guardando gli occhi di Federico, mi resi conto di non aver capito nulla fino a quel momento.
Stavo vedendo il mare in un paio di occhi marroni, e la cosa non mi piaceva per niente. Soprattutto perché quegli occhi erano i suoi, ed erano gli stessi che brillavano quando rideva.

Il ragazzo mi accarezzava la spalla, mentre io cercavo di far placare le lacrime.
Federico riusciva benissimo nell'intento di calmarmi. Mi infondeva sicurezza e, per l'appunto, certezza.
Si girò lievemente verso di me, forse per controllare se stessi ancora piangendo.
Poi mi sorrise dolcemente e continuò ad accarezzarmi.
Rimanemmo così per un bel po', prima che io ebbi il coraggio di prendere parola.

"Fede....
Grazie mille."
dissi io, mentre il ragazzo mi guardava con occhi sognanti.
Lui annuì lievemente.

"É bello stare con te, anche se in silenzio.
Casa tua è molto bella poi...."
".....un po' come te."
esclamò lui, mentre mi scostava una ciocca di capelli bruni dal viso.

"Credo.... credo di essere pronta a raccontarti.... tutto."

Federico mi guardò in viso, e acconsentì.

"Non devi, se non te la senti."
rispose lui di rimando.
Non la smetteva più di fissarmi e di accarezzarmi.
Era piacevole averlo accanto.

"No, con te me la sento.
Mi metti incredibilmente a mio agio.
Sono pronta a dirti... tutto."
affermai io sicura.

"Anche io.
Va bene, dimmi tutto, e ricorda che puoi' sempre fermarti."
disse lui.

Lo cercai con lo sguardo e sorridemmo in contemporanea.
Sapevo di potermi fidare.

𝙃𝙄𝙎 𝙎𝙈𝙄𝙇𝙀 || Federico Chiesa (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora