𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙓𝙓𝙓𝙑𝙄𝙄. ⚽💙

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"E scusa se
non riesco più a
dormire prima delle tre,
ho troppe cose a
cui pensare
e in tutte queste ci sei
te."
















Mi sono sempre chiesta fin dove potesse arrivare la cattiveria umana.
Nel corso della mia vita, ho avuto prova di essa più e più volte.
Ma non mi era mai capitato che qualcuno si rivolgesse a me a quel modo.
Ero una vittima in tutto quello che era accaduto fra me e Damiano David, il mio ex fidanzato.
Lui mi aveva tradita molto tempo prima con la sua ex fidanzata Giorgia Soleri, e con chissà quante altre ragazze.
E in quel preciso istante mi ritrovavo seduta al tavolino di uno squallido bar milanese con lui che non faceva altro che denigrarmi.
Ogni suo tentativo di riconquistarmi era stato vano.
Le rose e il bigliettino non erano bastati a farmi cambiare idea sul suo conto.
Ricordo ancora quando gli dissi che per me quando un capitolo era chiuso, era chiuso per sempre.
Lui mi conosceva fin troppo bene.
Sapeva che non avrei ceduto alle sue avances, ma sapeva anche quanto fossi facilmente manipolabile.
Damiano mi aveva sempre fatto questo effetto.
Quando c'era lui di mezzo, non riuscivo a controllare le mie emozioni.
In qualunque tipo di occasione.
Ma non potevo permettergli di distruggermi.
La sua era una gelosia tossica e possessiva: sapeva benissimo che niente di ciò che provavo per il ragazzo che frequentavo sarebbe cambiato con quella stupida scenata.
Eppure lui ci aveva tenuto a farla, soltanto per il gusto di farmi soffrire.
Ma io sapevo bene che in una piccola parte del suo cuore Damiano mi amava ancora, e desiderava soltanto proteggermi da altre delusioni amorose.
Ma si era dimenticato di esser stato lui la principale delusione.
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Damiano era seduto difronte a me a fumare una sigaretta.
Ricordo il periodo in cui anche io avevo iniziato a fumare.
Lo facevo semplicemente perché lui, in discoteca, passava il suo tempo a fumare sui divanetti con simpatiche ragazze.
Volevo somigliare a quelle giovani che tanto lo ammaliavano.
Fumare non mi era però mai piaciuto in realtà, difatti avevo smesso ben presto. Col tempo, avevo provato a convincerlo di quanto fosse giusto smetterla, ma lui non aveva mai accettato la mia proposta.
Fumare faceva anche parte del suo personaggio pubblico, no?
Il classico cattivo ragazzo ricoperto di tatuaggi dalla cima ai piedi che fuma come se non ci fosse un domani.
Ma io ero attratta da quel genere di ragazzi, e lui si era dimostrato perfetto per me, bilanciando la giusta dose di romanticismo con quella di erotismo.

Il ragazzo mi fissava dritta negli occhi.
Eravamo tutti in silenzio da parecchi secondi.
Nessuno aveva il coraggio di riprendere la conversazione.
Così, decisi di riprenderla io.
E feci un gesto estremo, di cui mi sarei pentita per il resto della mia esistenza.
Damiano voleva sapere chi frequentassi?
Va bene, glielo avrei detto.
Nulla avrebbe cambiato il mio rapporto con Federico.
In fondo, Federico sapeva di Damiano.
E allora era giusto che anche Damiano sapesse di Federico.
Così magari una buona volta avrebbe cercato di migliorarsi, e di somigliare più a quel ragazzo tanto educato che mi stava rubando il cuore piuttosto che a una brutta versione dei rockettari anni Ottanta.

"Damiano, mi hai chiesto prima se il ragazzo con cui mi frequento fosse una persona in vista o meno.
Visto che vuoi tanto saperlo, te lo dirò.
Tanto questo non cambierà in alcun modo il mio pensiero nei tuoi confronti."
dissi sicura.
Adoravo comportarmi da stronza.
Essendo che apparentemente sembravo perfetta e inarrivabile, comportarmi così mi veniva ancora più facile del previsto.

Victoria per poco non sputò il caffè che stava bevendo.
Quanto a Ethan e Thomas, si scambiarono delle occhiate confuse.
Damiano mi guardò intensamente negli occhi.

"Si, è un ragazzo in vista.
E si dà il caso che questo ragazzo abbia anche un nome e un cognome."

Vidi Damiano strabuzzare gli occhi.

"Mi sto frequentando da due settimane circa con Federico Chiesa.
Contento, ora?"
risposi io.
Così dicendo, presi il mio zainetto in pelle nera e mi alzai dal tavolino con l'intento di andare via.

Damiano però corse nella mia direzione, così come Victoria.
Cercai di ignorarli, e proseguii per la mia strada.
Arrivai sana e salva alla vespa.
Cosa avevo appena fatto?
Avevo lanciato una stoccata a Damiano senza dargli neanche il tempo di replicare.
Sorrisi maliziosa.

Nel riflesso degli specchietti della vespa, vidi che Damiano era dietro di me.
Sgranai gli occhi.

"Damiano?
Vai immediatamente via!"
dissi io.

"Tu.... Federico Chiesa...
Da quanto dura? Da prima della live, vero? È per lui che mi hai lasciato?"
esclamò lui.
Era così infervorato che gli si vedevano le vene del collo.
Sospirai.

"Non devo darti spiegazioni.
E comunque dovresti sapere che non sono il tipo da tradimenti.
Sono soltanto una ragazza di diciotto anni che sta provando a rifarsi una vita accanto al ragazzo più carino che ci sia.
In fondo, tu volevi da me soltanto una conferma dei tuoi sospetti, giusto?
Eccola qui. Adesso per favore lasciami partire."
dissi decisa, allacciando il casco.
Damiano era incredulo.

"No, aspetta, è impossibile!
Tu non sei una tipa da ragazzi come Federico, Karen.
Cosa.... Non ti facevo così, davvero.
Adesso anche a te interessano i quattrini?"
replicò lui.
Mi girai verso il ragazzo.

"Io faccio quello che voglio e frequento chi voglio. Chiaro?"
risposi decisa.

"Ti stancherai presto di lui, fidati.
Tu non vuoi la calma Karen, te hai bisogno del fuoco.
Non sei una tipa da bravi ragazzi."
chiarí lui.

"Ma tu che ne sai?
Saranno cavoli miei?
E adesso sparisci, che devo partire!"
dissi posizionandomi sulla vespa.
Qualche secondo dopo, il ragazzo si avvicinò pericolosamente al mio orecchio.
Rabbrividii.

"Principessa, so bene che non ti dimenticherai mai di me e che con quel ragazzetto finirà presto.
In tal caso, sai dove trovarmi."

Così dicendo, si scostò da me e sparì dietro l'angolo della viuzza.
Osservai incredula il mio riflesso nello specchietto.
Era capace di farmi venire i brividi in qualunque situazione, niente da fare!
Sospirai.
Avevo superato anche questa.
Misi in moto la vespa, e mi diressi verso casa.
Ero felice.
Finalmente avevo chiuso con il mio passato chiarendo la mia posizione.
Già, ero felice.
Fortuna che non vidi il flash della fotocamera di un passante brillare nel pomeriggio milanese.
Il ragazzo osservava soddisfatto la fotografia in cui Damiano era vicino al mio orecchio.
Il giovane sorrise, poi corse via.
Ed io non ebbi il tempo di vedere dove stesse andando.

Guai in vista, eh, Karen?
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FINE TRENTASETTESIMO CAPITOLO. 💙⚽

𝙃𝙄𝙎 𝙎𝙈𝙄𝙇𝙀 || Federico Chiesa (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora