Tutti noi vorremmo essere il Sole di che illumina la vita di qualcun'altro. Vorremmo essere la sua luce in fondo al tunnel, la sua salvezza, la sua scialuppa di salvataggio. Ma perché non essere la Luna che schiarisce le notti più buie? Perché limitarsi ad essere il Sole, quando potremmo illuminare le notti più buie con la nostra luce come nessun'altro saprebbe fare? È così che Federico Chiesa ha sempre definito Karen, la ragazza di cui si innamorò perdutamente qualche giorno prima della finale di Wembley. Saranno condannati ad inseguirsi e a cercarsi per sempre, senza mai trovarsi davvero. Proprio come il Sole e la Luna. Eppure, finiamo sempre per innamorarci di chi è lontano da noi. Lentamente, ma perdutamente. Perché è così che ci si innamora: lentamente, in silenzio, a passi sospesi, mentre il mondo continua a girare caotico e improvvisamente non senti più niente, tutto diventa un brusio di sottofondo, tranne la persona che ami. E poi, quando te ne accorgi, avverti soltanto un baccano incredibile e il rumore torna tutto una volta, si riaccende molto più forte di prima. Ma la vita, si sa, trova sempre il modo di stupirci. E Karen finirà per perdere la testa per il ragazzo più ambito del momento, che si dimostrerà diverso da quello che realmente sembrava. Quando però nella sua vita arriverà Nicolò, un ragazzo incasinato quanto lei ma con un sorriso bello da far perdere la testa, riuscirà a resistere alle tentazioni e a ritrovare il suo Federico dopo un periodo di lontananza? Perché due come loro si sarebbero potuti riconoscere persino nella follia. Semplicemente perché ciò che li univa era molto più forte di ciò che li divideva. Semplicemente perché Federico non potrà mai amare altra donna che non sia Karen, e perché Karen non potrà mai amare altro uomo che non sia Federico. Come il Sole e la Luna. Condannati ad amarsi eternamente. Potranno Karen e Federico tenere vivo il loro amore nonostante le difficoltà?
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