CAPITOLO 18

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Dopo avermi pulita con un fazzoletto, Ben mi avvolge in un'abbraccio forte.
《Non metterti mai più a paragone con altre donne, perché per me sei l'unica e sola. Ero un uomo totalmente diverso e ho fatto cose di cui non vado fiero. Tu mi stai salvando da me stesso Ella.》
A sentirlo parlare così il mio cuore si scioglie, sembra così solo e disorientato e lo abbraccio più forte senza dire nulla.
《Mi hai fatto incazzare parecchio stasera 》dice mentre mi accarezza i capelli ed è vero... mi ha scopata con una rabbia che non avevo visto mai.
《Bhe se quella di prima doveva essere una punizione dovrei farti arrabbiare più spesso allora...》dico sorridendo per alleggerire la situazione.
Ci stacchiamo e siamo un po appiccicosi e sudati così Ben mi conduce nel suo bagno e ci mettiamo sotto la doccia.
L'acqua lava via tutto, anche il mio trucco pesante.
Quando entriamo in camera da letto sono le quattro e mezza.
Oddio è tardissimo.
Mi metto a letto e Ben mi guarda 《eccola la mia ragazza, acqua e sapone》
Allungo un braccio invitandolo silenziosamente a stendersi accanto a me. Siamo esausti così ci addormentiamo immediatamente.
L'indomani mi sveglio disorientata,  dove sono? Poi i ricordi della sera prima riaffiorano. Sono a casa di Ben, nel suo letto ma lui non c'è.
Che ore sono? Guardo la sveglia che segna le 11:57
Uoh non ho mai dormito così tanto!
Mi alzo e vado a cercarlo.
L'appartamento è piccolo, ci sono poche stanze ma Ben non c'è da nessuna parte. Trovo un biglietto sul tavolo della cucina "sto andando a lavoro, ci vediamo per pranzo. Fa come se fossi a casa tua"
È andato a lavoro? Ieri siamo andati a letto tardissimo... anzi stamattina.
Vorrei vestirmi ma ho solo la gonna e il top di ieri sera cosi decido di scendere al mio appartamento e mi vesto comoda. Metto un top nero e pantaloni morbidi di tuta grigi. Vestita così dimostro 15 anni.
Adesso che faccio? Non posso salire da Ben perché non ho le chiavi del suo appartamento così decido di chiamarlo per avvertirlo che sono a casa mia.
《Buongiorno dormigliona》mi saluta
《Buongiorno... sono scesa al mio appartamento per cambiarmi e non ho le chiavi del tuo, quindi sono rimasta qui. Volevo avvertirti》
《Hai fatto bene, io comunque sono qui sotto. Ho appena posteggiato》
Sale da me e mi bacia sulle labbra per salutarmi.
《A che ora sei uscito stamattina?》 Domando curiosa.
《Alle dieci. Posso andare a lavoro quando voglio, sono il capo》 dice facendomi l'occhiolino. E io rido.
《Eri nel sonno più profondo, non ho voluto svegliarti》
E ci credo... ieri mi ha praticamente distrutta.
Preparo dei panini per pranzo e ci accomodiamo a mangiare.

Le due settimane successive scorrono senza troppi problemi.
A Ben non va proprio giù il mio lavoro ma io gli resisto ostinata.
Una sera usciamo anche con Rachel e Will, e non vorrei sbagliarmi ma credo che tra quei due ci sia qualcosa.

Un martedì pomeriggio sono a casa di Ben e mi sto preparando per scendere al bar.
《Ella domani sera ci sarà una cena di beneficenza, vorrei che mi accompagnassi》dice con disinvoltura.
Non ci sarebbe niente di male nel chiedermelo se non fosse che non è una domanda, ma bensì un affermazione, e sta deliberatamente ignorando il fatto che io devo andare a lavoro.
《Ben domani sera lavoro, come tutte le altre sere. Lo sai.》dico cercando di mantenere la calma
《Non era una domanda Ella》
Usa un tono autoritario, lo fa apposta per intimidirmi.
Sento che la rabbia comincia a farsi largo dentro di me ma cerco di trattenermi.
《Proverò a chiedere la serata libera, ma non ti prometto niente》cerco di essere diplomatica.
Rimane in silenzio e penso stupidamente che abbia accettato la cosa senza troppe storie.
《Ho già parlato io col proprietario, non preoccuparti di questo》dice ad un tratto. 
Un attimo.... cosa?
《Quando?!? Cosa gli hai detto?!》
《Non importa di cosa abbiamo parlato, conta il fatto che domani sera sarai con me》
Sono sconvolta e arrabbiata. Ma come si permette? Come può prendere decisioni per me?
Guardo l'orologio e sono quasi le 19 non ho tempo per discutere con lui, appena scesa mi scuserò direttamente con Mr Thompson, il proprietario.
Lui mi osserva ma io rimango zitta, non so cosa dire.
《Stasera non sarò qui.. ho un volo per Chicago tra un'ora, torno domani. Passo a prenderti direttamente quando atterro. Pronta alle 18》
Si avvicina, mi prende per la vita e attirandomi a se mi abbraccia. Io rimango ferma, non ricambio e lo sento sospirare.
《Devo andare》dice.
Mi bacia castamente ma poi forza le mie labbra e io ricambio il bacio che si fa più profondo.
Sono ancora arrabbiata ma non riesco a resistergli. Stupida me.
Si stacca da me riluttante
《Mi farò perdonare》dice.
Poi prende le chiavi di casa sua dal suo porta chiavi e lo poggia sulla cassettiera.
《Ti ho fatto una copia delle mie chiavi... Dormi qui stanotte, starò più tranquillo così》
Non rispondo, sono troppo arrabbiata per parlargli così lui decide finalmente di andare e poco dopo sento la porta di casa chiudersi.

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