CAPITOLO 19

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Alle 19 in punto scendo al bar per il mio turno e vedo gente che corre qua e là. Will sta parlando con qualcuno che non riconosco e quando mi vede si avvicina.
《Ella ciao》dice distratto
《Devo parlare con Mr Thompson》vado dritta al punto.
Will sembra a disagio
《Non è possibile Ella》
《Che sta succedendo qui, Will?》chiedo confusa
《Domani saremo chiusi e stiamo sistemando alcune cose...》risponde vago
《Perché saremo chiusi?》domando allarmandomi...
Oggi ho discusso con Ben e domani il bar sarà chiuso, che coincidenza!
Ben avrà spaventato il proprietario? Lo avrà minacciato?
《Mr Thompson si è trasferito in Olanda e ha venduto il lounge bar》
Rimango letteralmente sconvolta.
《Cosa? A chi?》 chiedo, ma ho un presentimento e sto per sentirmi male.
《A Benjamin Harder...》mi risponde.
Ben ha comprato il bar.. il posto in cui lavoro!
Per cui adesso oltre ad essere il proprietario della casa in cui abito e il mio fidanzato è anche il mio capo. Mi sento mancare l'aria...
《Ella tutto bene?》chiede spaventato Will
Faccio si con la testa e mi appoggio al bancone. Vorrei mettermi ad urlare.
《Ella se non te la senti di stare qui puoi andare...》
《Oh ti prego Will adesso non trattarmi con i guanti solo perché sono la fidanzata del capo!》Sbotto.
Dirlo ad alta voce però sconvolge entrambi.
Dio che situazione. 
Dopo un momento di shock mi metto a lavorare, ma stasera è una serata tranquilla quindi la mia mente rimugina su quello che è successo. Il mio telefono segnala l'arrivo di un messaggio. È lui.
"Sono appena atterrato" leggo dell'anteprima.
Fisso il cellulare ma non apro il messaggio.
Bene, per quanto mi riguarda puoi benissimo rimanertene a Chicago gli rispondo mentalmente.
Continuo ad ignorare il telefono anche quando Ben mi chiama più volte.
Mi manda un altro messaggio.
"Chiamami"
Oh tesoro, se mi andrà di chiamarti deciderò io quando.
Passo il resto della serata concentrandomi sul lavoro, ma essendo martedì c'è poca affluenza e a mezzanotte chiudiamo già.
Quando guardo il cellulare ho 26 chiamate perse da Ben. Salgo nel suo appartamento ma decido di non richiamarlo subito, vado a farmi una doccia e mi metto a letto. È mezzanotte e venti e penso che forse è già a letto ma poi mi ricordo che è a Chicago e lì sono le undici e venti. Non ho scuse, così lo chiamo.
Risponde al primo squillo
《Pronto Ella...》 dice piano
Rimango in silenzio, ho accumulato troppa rabbia e nervosismo e sentendo la sua voce mi scende qualche lacrima. Sospiro asciugandomi il viso.
《Vorrei essere lì con te, anche se tu sei arrabbiata con me》
《Sono così delusa Ben》dico con la voce spezzata.
Non sa cosa dire e lo immagino mentre si passa la mano tra i capelli esasperato.
《Dove sei in questo momento?》dico per cambiare argomento. Non è un discorso da affrontare per telefono nel bel mezzo della notte.
《In hotel... stavo ancora lavorando. Ti senti male? Se hai bisogno di me posso tornare adesso》dice agitandosi.
《No, sto bene. Sono già a letto》ma non aggiungo altro.
《Dove sei?》 So cosa vuole sentirmi dire ma io rispondo soltanto
《A letto ti ho detto》voglio preservare quel poco di orgoglio che mi è rimasto.
《So che sei nel mio appartamento e nel MIO letto》 dice sicuro si se.
In realtà oltre ad essere nel suo letto sono anche stesa dalla sua parte e abbraccio il suo cuscino, ma questo lo tengo per me.
《Può darsi》rispondo vaga.
《Mi sognerai stanotte?》
《Sognerò di ucciderti Ben》rispondo secca e lui ride piano.
《Non vedo l'ora che arrivi domani. Mi manchi.》dice prendendomi in contropiede.
Mio malgrado anche lui mi manca da morire.
《Buonanotte Ben》taglio corto
《Buonanotte amore mio, a domani》

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