Egon
No, non era stata la fortuna a portarlo lì, ma le battaglie che aveva vinto e la fiducia che aveva conquistato, pagando il prezzo di mille cicatrici che aveva ancora impresse sulla pelle e che sarebbero rimaste lì per sempre.
Trovarono Kai e Meira a discutere animatamente sui metalli delle spade. Quella di Kai, forgiata dagli gnomi, era più leggera e resistente. Quella di Meira, proveniente direttamente dalle cave a nord di Lomen, era più tagliente e pesante. Sorridevano, come due bambini che facevano a gara su chi avesse il giocattolo migliore.
Egon aveva dimenticato come fosse particolare il sorriso di Kai, una mezzaluna quasi perfetta, spezzata dalla fessura che si apriva al centro dove le labbra si schiudevano un po' in più; a volte non si rendeva conto che fosse più giovane di lui di tre anni, ma quando sorrideva così aveva ancora l'aspetto di un ragazzo.
Ma la mezzaluna sulle labbra di Kai cadde di colpo quando alzò lo sguardo su Egon e scrutò le nebbie nei suoi occhi.
«Non dirmelo» fece il rosso, «il re è un idiota troppo pieno di sé.»
La cosa fece ridere Meira e scuotere la testa a Nova. «C'erano anche i suoi figli... Simpatici quanto lui.»
Egon alzò un angolo delle labbra e cercò l'attenzione di Kai. «In confronto a loro, io sono un agnellino.»
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e sospirò. «Che Xels abbia pietà di noi!»«Non è andata poi così male» disse Nova, «possiamo iniziare subito.»
Meira le rivolse un'occhiata eloquente.
«Ti tratta sempre così?» fece Egon all'improvviso.L'ambasciatrice si guardò intorno, come se non fosse palese che il lord si riferisse direttamente a lei, ma alla fine abbassò lo sguardo. «A Horan non vanno a genio le donne con un pizzico di potere politico.»
Kai si accigliò. «Ah, quindi è anche stronzo.»
«La sua primogenita è femmina» osservò Egon.
Meira schioccò la lingua tra i denti. «Vero. Ma non è l'erede.»Ander.
Egon storse le labbra non appena realizzò il motivo della sfacciataggine del principe. Il prediletto del padre, nonostante fosse il secondo figlio.
«Horan non è un nostro problema, adesso» commentò Kai.
Egon imprecò. Il ragazzo aveva ragione e torto allo stesso tempo.Occuparsi di Horan adesso significava togliere del tempo alla sua ricerca; d'altra parte, il modo in cui il re trattava la sua gente... Egon scosse la testa. Cosa avrebbe fatto Atlas?
Cosa avrebbe fatto Leyran se fosse stato al suo posto?Sicuramente il fratello avrebbe preso la scelta più giusta, come aveva sempre fatto, del resto.
Sì. Se Leyran fosse stato ancora vivo sarebbe stato lui il lord della Montagna di Fuoco. Egon si sarebbe beato della sua grandezza, crogiolandosi nell'ombra del fratello maggiore, ammirandolo con devozione, ma in disparte, dove i non prediletti aspettavano silenziosi.«Egon!» si sentì chiamare.
Fece scattare gli occhi dorati su Kai che lo guardò preoccupato prima di fare un cenno nella direzione di Meira.
Si era assentato, aveva lasciato vagare i pensieri e non aveva sentito la ragazza che cercava di attirare la sua attenzione.«Ordini, lord Merrior?»
"Ordini".
Ordini che avrebbero determinato il piano d'azione.
Ordini cruciali.
Egon chiuse gli occhi e si fece guidare dall'istinto.
Come, del resto, aveva sempre fatto.
«Voglio nomi, cognomi, residenza e nucleo familiare di ogni singola salamandra in questo regno» disse.
«Non abbiamo mai fatto censimenti» fece Nova, con un'increspatura tra le sopracciglia.
«Non ne avevamo bisogno» le rispose Egon, «le salamandre qui a Lomen sono fuggite dalla guerra del nostro continente per vie non del tutto legali. Non avremmo mai potuto riconoscerle.»
«Allora tu credi davvero che sia stato uno di noi?» insinuò Kai.
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Ignis - Elementali Vol.2
Fantasy[COMPLETA] Sono passati due anni dalla liberazione di Valdris, due anni da quando Egon Merrior veste i panni del Lord del Palazzo del Fuoco. Ma i giorni festivi e tranquilli finiscono nel momento in cui riceve una comunicazione reale da Atlas: una n...