31. Apparenze che ingannano

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Zora

«Egon!» Zora lo rincorse fuori dalla bottega, prima che fosse troppo tardi, «Per l'amor del Primo, Egon, dove stai andando?!»

La salamandra testarda era già per strada, ma Zora era abbastanza veloce da riuscire a raggiungerlo e fermarlo.

Egon si voltò di malavoglia.
Poche volte Zora l'aveva visto così adirato, il cipiglio sul viso era più profondo del solito e la pelle olivastra fumava di rabbia o del fuoco che stava trattenendo dentro di sé.

«Non puoi andare da Talon e muovere un'accusa!» fece.
Egon sbuffò e alzò gli occhi al cielo. «Devo ucciderlo, non accusarlo.»
Fece per voltarsi ancora, ma Zora gli tirò i vestiti. «Ti arresteranno, o peggio, se riesci a ucciderlo ti impiccheranno! E io non voglio che tu...» la sua lingua maledetta si muoveva sempre più in fretta dei suoi pensieri. Zora si trattenne prima che fosse troppo tardi. «non servirà a nulla tutto quello che hai fatto se adesso cedi alla rabbia.»

Gli stava stringendo gli abiti con troppa foga, ma temeva che se l'avesse lasciato, lui le sarebbe scivolato via come acqua.
Allentò un po' la presa senza staccare le mani da lui ed Egon non se ne lamentò.

«Ha ucciso Meira» fu la sua sola contestazione.
Zora sentì le ginocchia sciogliersi tanto era evidente la tristezza nelle parole di Egon. «Lo so» avrebbe voluto accarezzarlo, invece, rinnovò solo la presa sulle maniche della casacca, «non hai nessuna prova, però.»
Egon incrinò il sopracciglio tagliato. «Cosa vuoi che faccia?»

Bene. Adesso poteva convincerlo a cambiare idea e farlo ragionare.
Per un attimo aveva creduto che Egon avesse potuto fare qualche pazzia dalla quale non sarebbe più tornato indietro.

Non sapeva quali dèi ringraziare per il suo ripensamento.

«Ci parlerò io» disse, «verrò alla festa con te, domani. Farò in modo che Talon confessi e poi potrai scriverlo sul tuo memorandum.»
Egon strinse gli occhi, valutando la sua proposta.

Era un buon piano. Le sarebbe servito solo l'abito giusto, la scollatura perfetta e un po' di liquore in circolo.

Egon piegò le labbra. «No.»
«Cosa? Perché no?!»
«È fuori discussione. È troppo rischioso e tu ne hai passate già troppe.»
Zora sgranò lo sguardo. «Noi ne abbiamo passate troppe! Io non ti lascio solo, perciò, oh potente Egon Merrior, metteremo in atto il piano che, se la memoria non mi inganna, hai proposto tu stesso!» Zora gli puntò un indice sul petto e lo punzecchiò più volte, «Ricordi?! 'Seduci il principe, Zora'...» lo imitò, «Perché il principe sì e il generale no? Eh?!»

Quando finì, Egon la guardò come se Zora fosse stata un pesce che nuotava nell'aria. Assurda e folle.
«Era un piano di merda» sospirò alla fine.
Zora rimase a bocca aperta. «Ma avrebbe funzionato! O dubiti delle mie capacità di seduzione?»

In un'altra occasione Egon avrebbe arricciato le labbra e avrebbe riso, ma adesso aveva sul viso il ritratto della serietà.

«No, per Xels! Sono preoccupato proprio perché non ne dubito!»
«Oh...» Zora ristabilì una certa distanza da Egon.
Non era colpa sua se aveva frainteso il comportamento della salamandra negli ultimi tempi, dopotutto Egon continuava a mandarle un sacco di segnali confusi.

La verità era che Zora non aveva bisogno di un'altra persona che si preoccupava per lei.
Poteva cavarsela benissimo anche per conto suo.

E soprattutto, non riusciva proprio a vedere Egon come un amico affettuoso e a metterlo sullo stesso piano di Orestes, né tantomeno su quello di un fratello.

«Beh, so essere testarda quanto te» disse, poi incrociò le braccia sul petto ostentando superiorità «e ci sarà tanta gente alla festa, Talon non mi farà niente.»

Ignis - Elementali Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora