Egon
Aveva agito d'istinto, mosso dalla paura che il proiettile andasse a segno. Mosso dal terrore di perdere Zora.
Si era lanciato sul braccio di Talon e gli aveva strappato la pistola; il proiettile era finito sul pavimento, ma lui si era buttato senza guardare e il mondo gli era mancato da sotto ai piedi.
Era un volo. Un volo verso la morte.
In tanti modi aveva pensato di andarsene, ma mai così.
Come Meira, anche lui avrebbe preferito una lama in battaglia.Da tempo pensava che Xels l'avesse abbandonato e aveva creduto di meritarselo, ma in quel momento, nell'istante esatto in cui iniziò la sua caduta, fu un miracolo o una voce divina a dirgli di alzare le braccia.
Egon lo fece.
E il miracolo gli concesse di aggrapparsi al bordo della torre.Il tempo riprese a scorrere ed Egon sentì dietro di sé una voce che si disperava e invocava il suo nome. Quella non era una voce divina, però, era reale e veniva dal porto.
Doveva muoversi verso quella voce. Si sarebbe issato sul piano in cima alla torre, avrebbe affrontato Talon e poi le sarebbe andato contro.
Sì...
Eppure, un conto erano la sua volontà e i suoi desideri, un altro era la realtà dei fatti.
Le dita gli facevano male e aveva le mani sudate. Sarebbe scivolato da un momento all'altro...
Oppure, non sarebbe stato il suo corpo a tradirlo, ma qualcuno poteva spingerlo.
Talon gli calpestò le dita. Egon sentì le nocche schioccare e gridò.
Merda.
Strinse i denti fino a che non gli sanguinarono le gengive, ma fu inutile. La mano non aveva più la facoltà di reggere nulla... Ed Egon lasciò la presa.
Cacciò l'aria dalla bocca mentre impiegava le ultime forze per tenersi con solo la destra.
Chiuse gli occhi.
Almeno, prima di morire, aveva trovato quello che pensava non avrebbe mai potuto ottenere. Aveva amato. Il suo spirito se ne sarebbe andato sereno, leggero.«Zora» sussurrò. Il suono del suo nome lo tranquillizzò.
Lei se la sarebbe cavata anche contro il generale insieme a Clove e Orestes. Sì. Poteva farcela.
«Renan» pregò che il fratello lo perdonasse. Era un guerriero anche lui. Avrebbe capito.
E poi c'era Atlas con lui. E Freya.
Talon gracchiò una risata. «Dopo di te tocca alla rossa. Vorrei dirti che vi rincontrerete nel regno di Kal... Ma tu sei una salamandra. Un mostro» poggiò la suola della scarpa sulla mano destra di Egon. «E meriti di morire.»
Egon strinse gli occhi. Si preparò al dolore, alla caduta, a ritornare all'Etere.
Uno sparo.
Egon aprì gli occhi e guardò in alto.
Talon era cinereo, le labbra erano schiuse in un'espressione di sgomento e terrore. Ricambiò l'occhiata di Egon e poi si toccò il petto, all'altezza del cuore. La sua mano si ricoprì di sangue.Cazzo.
Egon si appiattì contro la parete della torre nello stesso istante in cui Talon cadde, precipitando nel baratro.
Non osò guardare sotto, dove il generale aveva fatto la fine che lui aveva scansato. Non voleva sapere come sarebbe stato.
Allora guardò in alto.
La persona che aveva sparato a Talon era ancora lì e la mano destra di Egon stava quasi per cedere.
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Ignis - Elementali Vol.2
Fantasia[COMPLETA] Sono passati due anni dalla liberazione di Valdris, due anni da quando Egon Merrior veste i panni del Lord del Palazzo del Fuoco. Ma i giorni festivi e tranquilli finiscono nel momento in cui riceve una comunicazione reale da Atlas: una n...