Zora
L'odore di cibo la svegliò con un forte crampo allo stomaco. Il sole alto le bruciava gli occhi ancora chiusi e dalla finestra entrava una leggera brezza che sapeva di muschio.
Zora sbarrò gli occhi e si tirò sui gomiti, adagiandosi alla meglio in quel letto che non era il suo.
Ah, già...
Lei e Clove si erano fermate a dormire da Orestes, avevano condiviso il suo letto, mentre lui aveva detto che sarebbe uscito per una battuta di caccia notturna.
Zora non sapeva dove Orestes trovasse tutta la sua tenacia, ma avrebbe voluto attingere al suo stesso pozzo. Adesso, invece, si sentiva come dopo una sbronza; non capiva niente e aveva troppa fame. E, soprattutto, il fatto che Clove non fosse più accanto a lei a dormire significava solo una cosa: era già tardi.
Zora indossava ancora i vestiti del giorno precedente, ma almeno si era lavata, perciò raccolse la sua dose di dignità, uscì dalla stanza e andò in cucina.
«...E aveva un brufolo così grosso che nemmeno tutte le erbe nella mia bottega avrebbero potuto rimediare!»
Orestes rise. «È disgustoso!»
Clove fece schioccare la lingua tra i denti. «Non parlarmi di disgusto!» fece la finta offesa «Ti ho visto scuoiare un cervo stamattina! È stato un risveglio tutt'altro che piacevole...»
«Avrei in mente una cosetta o due se vuoi un risveglio piacevole.»Zora aveva le guance imporporate quando arrivò sulla soglia della porta. Tossì. «Ehm... Buongiorno?»
I due saltarono sulle sedie come due adolescenti sorpresi a scambiarsi le prime effusioni.Orestes si coprì la bocca nascondendo una risata nel vedere Cove impacciata. Erano seduti uno difronte all'altra e Zora giurò che prima di irrompere in cucina si stessero tenendo per mano.
«Siamo ben oltre l'ora della colazione e abbiamo appena finito di pranzare» fece Clove, provando a ricomporsi.
«Ti ho conservato del cibo nella pentola» aggiunse Orestes.La sua pancia fece un verso di apprezzamento e Zora si catapultò sulle pietanze profumate.
Clove si alzò di scatto. «Devo tornare alla bottega per il pomeriggio.»
«Hai ancora un po' di tempo libero» protestò Orestes.
Zora si riempì il piatto con lo spezzatino di cinghiale e Clove le lanciò un'occhiata storta.
La rossa scrollò le spalle. «Che c'è?» assaggiò un boccone... Oh, per la bontà del Primo, era squisito!
«Fate come se non ci fossi» aggiunse, un attimo dopo.Clove sospirò sollevata. «Devo andare davvero, me shïla.»
Zora sgranò gli occhi. Clove non parlava mai, mai, nella lingua antica di sua madre.
Che significava?Sapeva solo che qualunque fosse il significato, Orestes si era pietrificato.
Magari, più tardi avrebbe chiesto la traduzione a...
Zora inghiottì il suo boccone. «Clove, aspetta!» l'urgenza nella sua voce obbligò la bionda a fermarsi. «Per caso... Ehm, per caso è passato in bottega stamattina?»
Clove fece tintinnare le ciocche bionde sul suo viso. «Chi?»Zora abbassò lo sguardo, i capelli lunghi e sciolti le coprirono il volto. «Lavanda e passiflora... Ieri gli ho detto che avrei preparato un infuso per la sua insonnia... E che poteva passare stamattina.»
«Lord Egon Merrior soffre d'insonnia?» sbottò Orestes stupito.
Clove realizzò solo in quel momento chi fosse l'oggetto del suo interesse.Aveva ragione lei. Tutto ciò era assurdo.
«Non è venuto» disse la ragazza «e non credo lo farà più.»
Zora alzò la testa di scatto. «Che significa?»I due si scambiarono uno sguardo incerto, ma fu Clove a parlare. «Kai ha detto che non hanno bisogno del tuo aiuto d'ora in poi.»
Zora si pietrificò.
STAI LEGGENDO
Ignis - Elementali Vol.2
Fantasy[COMPLETA] Sono passati due anni dalla liberazione di Valdris, due anni da quando Egon Merrior veste i panni del Lord del Palazzo del Fuoco. Ma i giorni festivi e tranquilli finiscono nel momento in cui riceve una comunicazione reale da Atlas: una n...