Egon
Quella notte, le parole di Kai gli avevano tenuto compagnia mentre l'insonnia persisteva. Egon si era assicurato di lasciare la finestra aperta, in modo che seanche le pareti della soffitta avessero minacciato di chiudersi su di lui in una morsa opprimente, avrebbe avuto una via di fuga già pronta, o comunque uno spiraglio d'aria pulita sempre a disposizione.
Ad ogni modo, il sonno non venne a trovarlo.
"La verità è che ti rivedi in lei", aveva detto Kai.
Da allora, non aveva fatto altro che pensare a Zora, ai tratti di lei che in effetti gli somigliavano, e ciò lo preoccupava, perché conosceva se stesso... E lui non era che l'ultima persona a cui si sarebbe affidato.Ma Zora era diversa, si convinse. Era diversa, era diversa.
Aveva bisogno di crederlo perché necessitava del suo aiuto, o della sua presenza e soprattutto di sentirne il profumo, più o meno per la sua sanità mentale.Non poteva ammetterlo ad alta voce, né con lei né certamente con Kai.
Quest'ultimo avrebbe travisato ogni cosa e allora Egon avrebbe dovuto dare più spiegazioni di quante gliene doveva effettivamente.Che situazione del cazzo.
All'alba si lavò la faccia e si decise a fare qualcosa, qualsiasi cosa pur di non pensare a Kai o a Zora.
Allora andò con la mente ad Atlas. Al re che lo aspettava a casa, colui che si era fidato di lui, come nessuno avrebbe fatto.Egon si tolse la camicia e decise di allenarsi, per quanto poteva. Finiti gli addominali, passò alle flessioni e dato che la stanza non era un granché e temeva di distruggerla se avesse tirato fuori la spada, scese al piano di sotto per mangiare l'ultima fetta del dolce che Nova aveva lasciato lì la sera prima, quando era passata a prendere Meira per tornare a casa.
Kai era già in piedi, lavato e vestito, e beveva quella roba scura e calda che gli umani preparavano ogni mattina, o nel pomeriggio.
Egon era disgustato dal sapore amaro della bevanda, ma a Kai piaceva... Forse era per via di quella minuscola componente umana che scorreva nel suo sangue.«Buongiorno», lo salutò il ragazzo scostando la tazzina dalle labbra.
Egon gli rivolse un cenno del mento. «Ciao.»
«Senti... Per quello che è successo ieri sera...»
«Non preoccuparti. So che lo hai detto per me.»Ed era vero. Nonostante tutto, ciò che Kai faceva era sempre orientato al bene di Egon. Magari i suoi modi erano sbagliati e i suoi mezzi un po' troppo drastici, però aveva un buon fine e una forte morale.
Il ragazzo annuì e poi abbassò lo sguardo. Egon giurò che lo stesse studiando; sapeva di avere un aspetto pessimo: la pelle meno olivastra e più pallida, gli occhi scavati, la cicatrice sul viso più brutta del solito, ma almeno stava mangiando, perciò sulle sue costole, adesso, c'era la carne e i suoi muscoli si erano ridefiniti.
Kai lo squadrò dalla testa ai piedi e deglutì. Era il segnale che Egon doveva tornarsene nella sua stanza, infilarsi la camicia e assumere un aspetto consono e formale prima che...
Qualcuno bussò alla porta.
Kai poggiò la sua tazzina sul tavolo. «Vado io.»
Egon diede un'occhiata all'orologio che era appeso al muro in cucina... A quanto pareva riuscivano a crearne anche di più piccoli rispetto a quello che si trovava in piazza.
La lancetta piccola segnava le undici. Egon non si era reso conto di quanto tempo avesse perso ad allenarsi; sicuramente gli era bastato per acquietarsi, però adesso era in ritardo.Tra l'altro, la situazione non sarebbe migliorata presto, perché dall'altra stanza Kai iniziò a imprecare.
«Che ci fai qui?!» si lamentò, e poi aggiunse: «Aspetta, no... Ferma...»
«Ci metto un istante, davvero» ribatté una voce femminile.
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Ignis - Elementali Vol.2
Fantasy[COMPLETA] Sono passati due anni dalla liberazione di Valdris, due anni da quando Egon Merrior veste i panni del Lord del Palazzo del Fuoco. Ma i giorni festivi e tranquilli finiscono nel momento in cui riceve una comunicazione reale da Atlas: una n...